Quirinale – Neanche il Natale smorza il totopresidente e i partiti si posizionano, tra nuove aperture, tensioni interne e provocazioni a effetto. “Il problema non sono le radici politiche. Ma che sia un presidente della Repubblica equilibrato.” Silvio Berlusconi cambia lo schema di gioco: è pronto a “concorrere” anche per la scelta di un Democratico, purché capace di essere “garante di tutti”. Per eleggere il nuovo capo dello Stato serve “la maggioranza più ampia possibile, ma nessuno, nemmeno il Pd, ha diritto di veto, e figuriamoci gli altri”, ha detto Matteo Renzi dalla poltrona di Che tempo che fa. Un identikit del futuro presidente lo traccia anche Pierluigi Bersani: “Il Pd deve fare da pivot, poi parleremo anche con gli altri, ma non è immaginabile una figura ostile ai valori della sinistra”. Serve uno che “sappia tenere il volante, perché siamo ancora nelle curve”, dice Bersani. Sul fronte Ncd, Alfano chiede un patto a tre: “Il capo dello Stato non può essere eletto dal congresso di una formazione politica ma da un’assemblea di mille grandi elettori che rappresentano il Paese”. Matteo Salvini al Qurinale ci farebbe un museo: “Non eleggiamo nessuno, tanto fa tutto Renzi…”.
Anticorruzione – “I magistrati scrivano sentenze, non comunicati stampa”. Il premier Renzi risponde alle critiche dell’Anm alla legge contro la corruzione e annuncia una lotta senza quartiere “ai ladri”. “Alla corruzione si risponde con nuove leggi”, afferma il presidente del Consiglio. “Poteva essere qualcosa di meglio, però è un passo avanti rispetto al passato”: dalle colonne del Corriere, il presidente dell’Authority Raffaele Cantone valuta così il disegno di legge. “Finalmente abbiamo il reato di autoriciclaggio e contro il voto di scambio politico-mafioso abbiamo un testo di legge che il capo della Direzione nazionale antimafia ha definito perfetto”, continua Cantone. Ma si può ancora migliorare: “La prescrizione va modificata, questo è certo. Inoltre, sarebbe meglio ampliare lo strumento per far emergere la corruzione con misure premiali per chi collabora. E poi c’è da fare un intervento sulle intercettazioni”.
Politica estera
Usa – Il giorno dopo l’assassinio di due agenti da parte di un ragazzo di colore, New York si risveglia con la polizia in preda alla rabbia. Wenjian Liu e Rafael Ramos sono stati uccisi sabato da Ismaaiyl Brinsley per vendetta nei confronti della polizia dopo gli episodi di violenza che hanno coinvolto ragazzi afro-americani. Quando il sindaco De Blasio si presenta in ospedale per onorare le vittime, i colleghi degli agenti uccisi gli voltano le spalle in polemica con le passate dichiarazioni del primo cittadino sulla polizia: “È anche colpa sua”, dicono. Lo scontro impone ormai un forte intervento politico, ma per ora Barack Obama non va oltre quello che sembra un semplice telegramma di condoglianze: “È un atto per cui non esiste giustificazione. Gli agenti che prestano servizio per le nostre comunità mettono a rischio quotidianamente la loro sicurezza e per questo meritano rispetto e gratitudine”.
Tunisia – Gli elettori hanno scelto un anziano funzionario dell’era Bourghiba per rilanciare il Paese dopo la rivoluzione che ha deposto il dittatore Ben Ali: secondo gli exit poll, è Beji Caïd Essebi, candidato dei centristi laici, il superfavorito nel ballottaggio per la presidenza. L’avversario Moncef Marzouki, ex capo di Stato ad interim, contesta un esito che sembra più che probabile. Ad aver vinto di sicuro, per ora, è il 59,4% degli elettori andato a votare in barba a una transizione faticosa contraddistinta dalla crisi economica, da una forte polarizzazione tra islamisti e anti-islamisti e dalle minacce degli jihadisti dalla Libia.
Economia e Finanza
Legge di Stabilità – La legge di Bilancio del 2015 nella sua versione definitiva lascia sul terreno vincitori e vinti. Premiate le famiglie dei dipendenti con il bonus di 80 euro, ma anche le imprese che incassano la detassazione dell’Irap sul lavoro, restano però la stretta sull’Iva nelle fatture verso la Pa e le penalizzazioni per i nuovi minimi. “Ci saranno meno tasse, più reddito, consumi, quindi più lavoro”, rassicura il ministro dell’Economia Padoan. Un certo clamore hanno sollevato i rilievi tecnici contenuti nel dossier del servizio Bilancio della Camera, secondo cui l’introduzione del credito di imposta Irap per i lavoratori autonomi senza dipendenti “potrebbe causare una procedura d’infrazione Ue”. Il bonus rischia di innescare “possibili comportamenti elusivi adottati per fruire” del credito di imposta.
Jobs act – Non ci sono solo contratto a tutele crescenti e articolo 18: il Jobs act ha riaperto il cantiere anche sulle politiche attive sul lavoro, tallone d’Achille del nostro Paese sullo scacchiere europeo. Dopo la registrazione alla Corte dei conti lo scorso 9 dicembre, è in attesa di pubblicazione il decreto che istituisce il Fondo per le politiche attive del lavoro. Verrà così sdoganato il tesoretto di 15 milioni per il 2014 e di 20 per il 2015 e il 2016 da destinare a iniziative per il reinserimento di disoccupati o beneficiari di ammortizzatori sociali. Secondo il report di Datalavoro sull’archivio Inps, sono ormai scesi sotto la soglia di un milione i lavoratori che in un anno, grazie a uno degli incentivi previsti per nuove assunzioni o stabilizzazioni di rapporti di lavoro, hanno trovato un impiego o migliorato la propria situazione occupazionale.