Politica interna
Italicum: l’ennesimo incontro fra il presidente del Consiglio ed il Cavaliere ancora una volta non è servito ad avere risposte precise o maggiore chiarezza sulla riforma elettorale. Secondo alcuni il vero nodo da sciogliere è il giusto mix tra preferenze e listino bloccato, cioè quanti saranno i nominati dai partiti e quanti quelli dai cittadini. Sembra che ieri Renzi abbia proposto al leader azzurro il 30% dei deputati eletti con liste bloccate; di certo il segretario Pd ha voglia di accelerare ed ha chiesto di accettare un preciso calendario di lavori parlamentari che preveda dei passaggi certi entro dicembre, in Aula o in Commissione. Ma Berlusconi, in una riunione con Letta, Verdini e Ghedini ha detto chiaramente di aver avuto “la sensazione che Renzi voglia andare a votare a marzo”, ed ha aggiunto “noi l’arma della legge elettorale non possiamo concedergliela adesso”.
Berlusconi: intervistato da QN il leader di Forza Italia viene descritto come un leone ferito, confinato in casa, con i carabinieri alla porta, il telefono sotto controllo e senza passaporto, condizioni nelle quali è impossibile per lui liberarsi dal peso della propria “ingiusta condanna” e della “assurda decadenza da parlamentare”, argomenti dei quali parla in continuazione. Berlusconi esclude il ricorso alle primarie per Forza Italia e conferma di essere l’unico candidato premier della destra, scaricando Salvini che “deve ancora dimostrare di saper fare qualche cosa”. In tema elettorale si dice favorevole al bipartitismo, ma senza forzature, ed esclude comunque il ricorso ad elezioni anticipate.
Alfano: il ministro dell’Interno nega di avere mentito, assicura che nessun filmato ha contraddetto la sua versione data in Parlamento, ma per la prima volta è costretto ad utilizzare la parola “carica” per descrivere quanto accaduto il 29 ottobre a Roma durante la manifestazione degli operai della Thissen. Ribadisce comunque di non volersi dimettere, come richiesto dalla mozione di sfiducia presentata da Sel, M5S e Lega che è stata bocciata a tarda sera con una maggioranza di 367 voti contrari e 125 a favore. Alfano ha respinto l’accusa di aver aggredito i manifestanti, definendola “infondata, ingiusta e umiliante nei confronti delle forze di polizia”.
Politica estera
Elezioni Usa: dopo la pesante sconfitta alle elezioni di midterm Barack Obama è ufficialmente “anatra zoppa”, cioè privo di supporto parlamentare, visto che sia Camera che Senato sono controllate dai repubblicani. Il Grand Old Party ha strappato almeno 7 seggi ai democratici al Senato ed è sulla buona strada per conquistare 246 seggi alla Camera, la maggioranza più ampia dai tempi di Truman. Il discorso che il presidente ha rivolto agli avversari politici è stato conciliante, Obama si è detto “ansioso di collaborare con il nuovo Congresso” per il bene dell’America e ha teso la mano ai leader repubblicani, promettendo che cercherà il compromesso. Ma il Presidente si è anche detto pronto ad andare avanti da solo, confermando la scelta di ridisegnare il sistema Usa sull’immigrazione, finora bloccato dall’ostruzionismo repubblicano. Mitch McConnell, prossimo leader del Senato, ha risposto elencando un’agenda che promette accordi su immigrazione, riforma delle imposte, intese commerciali, e pur criticando l’amministrazione ha archiviato la controversia sulla riforma sanitaria. Obama, che si è accollato l’intera responsabilità della sconfitta, avrà comunque vita dura negli ultimi due anni del suo mandato, nel corso dei quali ha detto agli americani di avere il solo obiettivo di “rendervi la vita migliore”.
Economia e Finanza
Dollaro e Wall Street: i mercati hanno reagito in modo positivo all’esito delle elezioni di medio termine al Congresso Usa, senza lasciarsi spaventare dal rischio di impasse istituzionale nei prossimi due anni. Il favore con cui è stato salutato il peraltro atteso esito delle elezioni non ha stupito gli analisti, secondo i quali “i repubblicani sono più favorevoli alle attività finanziarie”. Il dollaro ha continuato ad apprezzarsi fino a toccare i massimi dal 2012, sotto quota 1,25 nei confronti dell’euro. Chiusura record anche per Wall Street, che ha toccato nuovi massimi storici trascinando in positivo le Borse europee, con Milano migliore piazza del vecchio continente (+2,60%), e spingendo al ribasso tutto ciò che è inversamente correlato al biglietto verde, in primis euro, yen, petrolio ed oro.
Riforma fiscale: il governo prova ad accelerare sulla riforma del Fisco e lo fa, dopo una riunione tenutasi ieri a Palazzo Chigi fra Renzi, Padoan e il direttore delle Entrate Rossella Orlandi, mettendo in calendario per il consiglio dei ministri del 20 novembre un provvedimento di difficile gestazione come quello sull’abuso del diritto. Si parla sostanzialmente dell’elusione fiscale, per la quale se un’impresa pone in essere un comportamento ritenuto lecito dal codice tributario, ma con l’unica motivazione di pagare meno tasse, può essere perseguita non solo dal Fisco ma anche dalle Procure della Repubblica. Nella bozza del provvedimento messo a punto dal governo l’elusione non sarebbe più considerata reato penale e l’unica sanzione sarebbe quella amministrativa, di un’entità ancora da definire.
Bce: tra l’incudine della deflazione ed il martello della Bundesbank il governatore della Bce non dovrebbe fare nuovi annunci oggi, al termine della riunione del Consiglio dei Presidenti delle banche centrali a Francoforte. Le aspettative degli analisti sono al minimo, dopo le indiscrezioni sull’esistenza di una fronda di banchieri centrali che vorrebbero legare le mani di Draghi in vista delle prossime mosse della Bce; alla guida di questo gruppo sembra ci sia Jens Weidmann, presidente della Bundesbank, che da mesi critica apertamente il crescente interventismo di Draghi e le operazioni lanciate dall’Eurotower per lottare contro la bassa inflazione. Obiettivo questa volta sarebbe quello di bloccare il programma di acquisto di titoli pubblici e privati, analogo al Quantitative Easing della Fed americana.