Politica interna
Renzi – L’incontro tra il premier Renzi e Silvio Berlusconi ci sarà. Probabilmente domani pomeriggio. L’annuncio del premier è di ieri. L’ultimatum al Cavaliere sulla riforma elettorale slitta dunque di 48 ore. “Le regole del gioco si fanno assieme”, dichiara Renzi. Ma se Forza Italia non scioglie la riserva il governo è pronto ad andare avanti anche da solo. Per tracciare la rotta Renzi è intenzionato a mettere nero su bianco la linea di partito, “in un documento che sarà sottoscritto da tutta la maggioranza”, perché “vogliamo massima compattezza e chiediamo chiarezza a tutti”, a cominciare dall’ex premier. Sulla legge elettorale il nodo da sciogliere è principalmente quello sul premio alla lista, al partito, e non alla coalizione. Punto sul quale Renzi non è disposto a cedere: “Il premio è un fattore di novità storica, fa dell’Italia un Paese all’avanguardia”.
Forza Italia – La quasi totalità di Forza Italia non tollera l’ultimatum di Renzi sull’Italicum: “dire di sì ora a Renzi significherebbe, per Berlusconi, l’abdicazione della sua leadership”, dicono anche gli uomini più vicini al Cavaliere. Premesse che non lasciano presagire un’apertura di Berlusconi al patto sulla legge elettorale che il premier Renzi pretendeva in tempi rapidissimi. Da Giovanni Toti arriva la disponibilità ad andare avanti con il patto del Nazareno, “però senza diktat” … “nessuno può chiedere di piegarci a ogni nuova richiesta che arrivi da uno dei contraenti”. Se Berlusconi dovesse cedere alle richieste di Renzi si rischierebbe una spaccatura del partito e una perdita di leadership del capo.
Lega Nord – Sul camper leghista che corre tra Emilia e Romagna il leader leghista Matteo Salvini si lascia andare a uno sfogo dopo l’aggressione subita a Bologna ad opera degli antagonisti: “Mi sto chiedendo se vale la pena tutto questo: è un clima bruttissimo che non mi aspettavo, qui è peggio che in Lombardia”. Salvini precisa di non avere paura, ma invita tutta la classe politica a condannare senza “se” e senza “ma” ogni forma di violenza. E pazienza se qualcuno lo accusa di essere un provocatore, lui si occupa “di come vengono spesi i soldi dei cittadini, tutto qua”. In ogni caso l’obiettivo di accendere i riflettori sulla Lega Nord è stato centrato.
M5S – Il deputato del Movimento 5 Stelle Andrea Colletti ha presentato un esposto alla procura di Roma per conoscere i contenuti del patto del Nazareno, l’accordo siglato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi a gennaio 2014. Scrive Colletti su Facebook: “In particolare ho chiesto di verificare se il loro Patto sia stato preordinato a pilotare illegittimamente le riforme e a decidere chi nominare come futuro inquilino del Quirinale, trasformando la nostra Repubblica democratica in una dittatura mascherata”. L’iniziativa è stata accolta con sufficienza dal Pd. Matteo Orfini la definisce la “cretinata del mese”, mentre il renziano Ernesto Carbone parla di pesce d’aprile fuori tempo.
Politica estera
Cina-Giappone – Ieri il presidente cinese Xi Jinping ha concesso la premier giapponese Shinzo Abe un colloquio, preceduto da un rituale caratterizzato da grande freddezza. L’incontro è durato quasi mezz’ora, e rappresenta un passo importante dopo due anni di tensioni minacciose per via delle isole Senkaku, contese dai due Paesi. Il premier Abe commenta: “Oggi abbiamo fatto un primo passo verso il ristabilimento di relazioni strategiche”, mentre Xi sottolinea che “Cina e Giappone sono vicini di casa” e che “è nell’interesse fondamentale dei popoli che i rapporti tra i due Paesi procedano in modo stabile e sano”.
Apec – Il presidente americano Barack Obama è sbarcato a Pechino per il vertice dell’Asia-Pacifico (Apec). Se i cinesi si aspettavano un leader indebolito, sotto scacco anche per come Washington ha gestito finora la crisi ucraina, hanno dovuto subito ricredersi. Obama ha invocato pubblicamente rispetto dei diritti umani, libertà di stampa e sicurezza informatica. È plausibile che il presidente americano, assente da cinque anni da Pechino, cerchi l’intesa con Xi Jinping sui temi di maggior consenso internazionale: terrorismo, disarmo ed emergenza clima.
Economia e finanza
Moody’s – L’agenzia di rating americana Moody’s torna a lanciare l’allarme sull’Italia, che rischia un altro anno di stagnazione (il Pil 2015 oscillerà tra -0,5% e +0,5%). I dati parlando di una produzione industriale che continua a scendere, e più velocemente del previsto, toccando a settembre il -2,9% annuo e calando sotto il minimo del marzo 2009, durante la recessione post crac Lehman Brothers. Anche i consumi elettrici sono in flessione di quasi il 3% annuo. Stessa sorte per i prestiti delle banche a imprese e famiglie, che registrano un -2,3% annuo.
Banche – Si sono chiusi ieri i termini per la presentazione alla Bce dei piani di rafforzamento di capitale per le nove banche italiane che, formalmente, non hanno passato i test. Il nodo è per Mps e Carige. L’attesa si concentra in particolare su Siena, che con un aumento da 2,5 miliardi e cessione di asset per 220 milioni dovrà sanare un deficit da 2,1 miliardi.