Nominati i capi di gabinetto e degli uffici legislativi – scrive Sabino Cassese sul Corriere della Sera -, designati i vertici della Cassa depositi e prestiti, tocca ora alla Rai, a Ferrovie dello Stato e all’Istituto nazionale di statistica, nonché ai posti di capi di dipartimento della presidenza del Consiglio dei ministri e dei ministeri. Più tardi verrà il turno di alcune autorità amministrative indipendenti, di Poste, di Eni, di Enel, nonché dei livelli inferiori (ad esempio, dei direttori di rete Rai) e dei dirigenti generali statali che vanno riconfermati alla scadenza del loro incarico. Ma l’appetito vien mangiando, perché il ministro dell’Interno ha dichiarato al Corriere della sera del 23 luglio: «educazione vorrebbe che i vertici di ogni autorità governativa si mettano a disposizione del nuovo governo». Si chiamava una volta lottizzazione, occupazione dello Stato, governo spartitorio. Anche il governo autodefinitosi del «cambiamento» ha fatto presto a impadronirsi degli usi e costumi antichi, che precarizzano e spartiscono le cariche più importanti dello Stato, trasformando l’Italia in una Repubblica di nominati.