di Lidia Sirianni
Edito da Garzanti e già in tutte le librerie dal 20 marzo, “Noi due oltre le nuvole” di Massimo Cacciapuoti è un lampo di sole, annuncio di primavera.
La protagonista è Nica, una ragazzina introversa, disadattata per la maggior parte dei coetanei, problematica per la madre Lidia (che sogna mediocrità ordinate), ma allo stesso tempo mente brillante, organizzata secondo natura e ancora lontana dal teatro del reale. Nica soffre le parole, soffre imposizioni alla socializzazione, ama la matematica e i numeri; non conosce ancora l’estetica delle maschere (un po’ di trucco in viso e subito la gola arranca).
In un crogiolo di disperazione e impotenza latente, l’unica soluzione per i genitori della ragazzina è il mare. Proprio nel villaggio vacanze, metafora di costrizione comunitaria, incontrerà Sandro, adolescente malato di cancro, colpito a morte dal suo destino e al contempo caricato a molla dall’istinto alla vita. Nica ne rimane sopraffatta: il sentimento, l’innocenza che trionfa a contatto con la società porta l’adolescente ad afferrare una nuova dimensione vitale, quasi onirica. Dall’amore comincia a farsi strada la bellezza, da qui si fa poi spazio l’estetica e l’incontrastata voglia di ritrovarsi liberi in un mondo che ora si percepisce senza insidie.
Dal sole dell’estate, dai sentimenti rigogliosi di una ragazza al momento del suo primo amore – che Cacciapuoti riesce a replicare impeccabilmente (nella nota dell’autore si evince trattarsi di una storia vera che deve aver sentito raccontare) – si arriva all’inverno freddo e alla pioggia.
Sandro si aggrava, è lontano da Nica e non è più in grado di comunicare con lei come invece vorrebbe. I resti dell’estate permangono: Nica ormai porta il sole dentro al petto; si dimentica di tutto, soprattutto della paura e della sua razionalità bambinesca che precede il coraggio dell’essere adulto. Così fugge da Napoli nel tentativo di vederlo di nuovo, ora in un letto d’ospedale di Milano.
“Noi due oltre le nuvole” racconta due vie, dell’uomo e dell’umanità, che si rincorrono, sempre aggrappate: mentre Nica scopre l’amore, pulsione ancestrale e allo stesso tempo così sociale, l’umanità nella sua esistenza evolve, passa dall’inconsapevolezza gioiosa, alla coscienza dolorosa e crudele, ovvero là, dove si annida il peccato della disobbedienza e della ribellione.
Cacciapuoti narra quindi di un passaggio, di una rivoluzione corale: racconta il grande mistero della bellezza che può scoprirsi solo nel suo tuffarsi nel buio. Lo fa in un attimo, l’autore, con stile sincero e brillante, con le parole di due ragazzini che hanno scoperto per la prima volta il senso di essere vivi. Un romanzo che lascia senza fiato, che commuove, prende allo stomaco e trasferisce il lettore in un’altra realtà, fatta di amore e disincanto, ma anche di dolore. Un dolore terrifico che però addolcisce e salva.
Agenzia Giornalistica Internews