Non conosce soste il tribunale di 5stelle. E il giorno dopo aver sentenziato la cacciata della senatrice Fucksia, fa salire sul banco degli imputati Domenico Messinese, uno degli amministratori simbolo del movimento grillino, sindaco della Gela solo sei mesi fa strappata al Pd di Crocetta. La possibilità di avviare le procedure d’espulsione di Messinese, ieri sera, veniva presa «in seria considerazione» dai vertici del movimento, al termine di un fitto giro di consultazioni fra i portavoce che ha coinvolto ancheCasaleggio. Messinese, ingegnere di 50 anni, lunedi aveva licenziato in tronco tre assessori: tutti attivisti di un movimento che, in gran parte, a Gela è ostile al primo cittadino. Quattro dei cinque consiglieri comunali di 5stelle hanno preso ufficialmente le distanze dal sindaco, chiedendo che gli venga sottratto l’uso del simbolo. Messinese è rimasto con una maggioranza (si fa per dire) che può vantare un solo consigliere su trenta. La principale accusa rivolta capo dell’amministrazione è quello di aver tenuto una linea filo-Eni, cosa non di poco conto nella città del petrolchimico: Messinese ha tenuto una linea contraria ai principi del movimento che non prevede alcuna trattativa: l’azienda – dice il presidente della commissione ambiente Virginia Farruggia – deve garantire il futurodei lavoratori dopo avere devastato questo territorio». Ma il ventaglio delle critiche è ampio e da tempo questo sindaco un po’ naif è sotto osservazione: Nuccio Di Paola, uno degli assessori defenestrati, fa riferimento alle ventisette (27!) deleghe assegnate al vice Simone Siciliano, un esterno al mondo pentastellato, e al fatto che Messinese non ha mai seguito il sacro precetto della riduzione dell’indennità.