Maxi retata contro la ‘Ndrangheta in Emilia Romagna. I Carabinieri di Modena, unitamente a quelli di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare – emessa dal gip del Tribunale di Bologna, su richiesta della locale Dda -, nei confronti di 117 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, omicidio, estorsione, reimpiego di capitali di illecita provenienza, riciclaggio, usura, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori, porto e detenzione illegali di armi da fuoco, danneggiamento e altri reati, aggravati dal metodo mafioso. Tra le persone coinvolte ci sarebbe anche un consigliere comunale di Reggio Emilia, eletto tra le file di Forza Italia, e altri politici, cui le cosche avrebbero garantito sostegno elettorale.
Al centro dell’inchiesta il clan dei Grande Aracri di Cutro (Crotone), che da tempo vanta infiltrazioni in terra emiliana, soprattutto nella zona di Brescello, dove vivono esponenti di spicco della cosca calabrese. E le ombre si allungano sulla ricostruzione post-terremoto del 2012. Tra gli arrestati ci sarebbero infatti diversi imprenditori del settore edile e movimento terra, alcuni dei quali hanno vinto gli appalti della ricostruzione. È stato chiesto il sequestro di beni per circa cento milioni di euro. Nelle stesse ore, i militari di Crotone e Mantova hanno eseguito, nelle rispettive province e in quelle di Cremona e Verona, decreti di fermo di indiziato di delitto – emessi dalle Direzioni distrettuali antimafia di Catanzaro e Brescia – nei confronti di 46 soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei medesimi reati.