DI SIMONA D’ALBORA
I 200 chili sarebbero stati troppi per un ordinaria Tac del Cardarelli, e così Rosa Sessa, 44 anni è morta, la sua mole gli ha negato la possibilità di salvarsi. I famigliari della donna, nei giorni scorsi avevano individuato la struttura dove c’è una macchina per la tomografia assiale computerizzata fatta apposta per gli obesi: la clinica convenzionata Pineta Grande, a Castel Volturno, a soli 20 minuti dall’ospedale napoletano. Più volte avevano implorato i medici di trasferire Rosa lì, avevano urlato e chiesto che fosse trasferita, ma non c’era stato niente da fare. Nei giorni scorsi la famiglia e gli amici avevano provato a chiedere aiuto anche sui social network affinché Rosa ricevesse le diagnosi e le cure adatte all’ictus che l’aveva colpita, ma non ce l’ha fatta ed è morta in quel letto del reparto di rianimazione. Intanto a questo si aggiunge anche l’ennesimo episodio di malasanità: dopo la sua morte, il corpo di Rosa è stato trascinato con tutto il letto dalla rianimazione all’obitorio, una scena che ha fatto arrabbiare la famiglia della vittima. Non una barella né un’ambulanza, una scena che la dice lunga sulle condizioni in cui versa il più grande ospedale del Mezzogiorno.