Sarà attivo da maggio lo sportello “Oltre la violenza” (O.L.V.) presentato dall’Asl Na1 e rivolto agli uomini responsabili di violenze di genere. Il servizio, completamente gratuito, partirà dal mese di maggio presso dell’Unità operativa di Psicologia Clinica in Piazza Nazionale. Lo sportello si inquadra nell’ambito delle norme approvate negli ultimi mesi, a cominciare dal decreto sul femminicidio, convertito in legge nel 2013, e tiene conto degli studi più avanzati sul fenomeno della violenza realizzati negli ultimi anni da esperti del settore a livello nazionale e internazionale. Studi che hanno portato a considerare, per una reale efficacia degli interventi di contrasto alla violenza, la necessità di agire a diversi livelli tra essi collegati. L’obiettivo è quello di integrare le azioni di tipo repressivo sugli autori di violenza, il ‘recupero’ e la tutela delle vittime, interventi che puntano alla prevenzione e all’educazione, in grado di modificare più precocemente una mentalità di tipo violento radicata non solo nel singolo individuo ma nell’intera comunità. Un servizio che appare ancora più indispensabile in una regione che detiene il primato delle vittime di femminicidio.
Nel 2012 sono state 9 le donne uccise in provincia di Napoli, una in più di Torino, due in più rispetto a Milano. Anche su base regionale, la Campania è risultata l’area più violenta con 15 omicidi nel corso dell’anno. Il record negativo è stato confermato anche nel 2013, quando si è registrato un numero sostanzialmente stabile di femminicidi (128). Secondo i dati raccolti dalla Casa delle donne di Bologna, i casi in Campania nel primo semestre del 2013 sono stati 9 sui 68 complessivi. Se si allarga l’orizzonte oltre il femminicidio, il quadro preoccupa ancora di più. “Uno sportello per uomini maltrattanti è un grande segnale di civiltà – ha sottolineato il direttore generale dell’Asl Na1, Ernesto Esposito – La Asl, come sua missione, cerca di prevenire tutti i fenomeni. E qui, per la prima volta, ci rivolgiamo direttamente alla causa. Se noi curiamo l’uomo autore del reato, possiamo evitare il ripetersi di violenza contro le donne”.
“Ci potrebbe essere anche un vantaggio economico – ha spiegato Esposito – perché prevenire è sempre meglio che curare, anche dal punto di vista economico”. In base all’indagine presentate a fine 2013 da Intervita onlus, infatti, dei 16,719 miliardi di euro spesi, 2,377 sono costi diretti, cioè sanitari (460,4 milioni), consulenza psicologica (158,7 mln), farmaci (44,5 mln), ordine pubblico (235,7 mln), giudiziari (421,3 mln), spese legali (289,9 mln), costi dei servizi sociali dei Comuni (154,6 mln) e dei centri antiviolenza (circa 8 milioni). “Si tratta di uno sportello innovativo – fa notare Antonella Bozzaotra, psicologa referente del progetto – in primo luogo perché come sanità pubblica ci occupiamo di qualcosa generalmente appannaggio del mondo delle associazioni e del privato sociale. In secondo luogo perchè stileremo un protocollo d’intesa con un ente di ricerca per osservare questo fenomeno, allargando lo sguardo. Siamo consapevoli che si tratta di una sfida complessa, perché è facile schierarsi a favore di chi subisce violenza, ma chi commette violenza è parte di questo fenomeno e non va dimenticato”.