Diletta Capissi
“E’ la giornata in cui si alza il sipario e dovremmo fare tutti silenzio“: ha così esordito l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Nino Daniele, nel corso della conferenza stampa di presentazione, al Teatro Mercadante, delle attività del Triennio 2015/2017 del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale. Atmosfera di grande soddisfazione per “il traguardo raggiunto di essere il settimo Teatro Nazionale tra tutti gli altri teatri”, ha dichiarato il presidente Adriano Giannola, ad apertura del suo intervento, accanto al Direttore Luca De Fusco. Assente giustificata, per impegni istituzionali di Bilancio, l’assessore alla Cultura della Regione Campania, Caterina Miraglia.
Toni pacati e costruttivi su “ceneri ardenti” spente quasi totalmente dall’entusiasmo degli attori, delle attrici, dei registi ed autori presenti coinvolti nel progetto triennale. “Per godersi, insieme ai protagonisti, a quelli che hanno dato la vita per il teatro – ha continuato l’assessore Daniele – il risultato raggiunto grazie alla cultura e alla tradizione teatrale napoletana, alla storia del Teatro San Ferdinando. Il Teatro Stabile assume dunque il ruolo di guida dell’intero Mezzogiorno – ha proseguito – e noi tutti abbiamo una grande responsabilità culturale.” Giannola nell’intervento di apertura ha citato non solo il tanto lavoro fatto ma non ha trascurato un passaggio seppur veloce sui “famosi 15 dipendenti” perché “adesso è necessario parlare di impegno di prospettiva”, del fiore all’occhiello della “Scuola di Teatro diretta da Luca de Filippo”, con “le attività teatrali triplicate che camminano lungo una programmazione di continuità ed una tempistica controllata”.
In una affollata platea, il direttore De Fusco ha tuonato con voce decisa: “E’ il più bel giorno della mia vita, avevamo il dovere di provarci come ci hanno provato tutti e noi ci siamo riusciti. Devo ringraziare Luca de Filippo che, con grande generosità, si è messo a lavorare alla scuola di Teatro, insieme a Francesco Somma”. “Siamo il primo Teatro Nazionale – ha poi aggiunto – a presentare già l’intera programmazione. Che si poggia su cinque trilogie e focus: la prima dedicata a Čechov, la seconda al teatro greco con l’Orestea di Eschilo, la terza riguarda Shakespeare, prevista nel 2016 (nel quattrocentesimo anniversario della morte del bardo); la quarta, nel 2017, dedicata alla “famiglia, in particolare al teatro eduardiano; infine la quinta trilogia, tra il 2015 e il 2016, alle protagoniste simbolo del riscatto femminile.”
Ma l’entusiasmo di De Fusco si accende per la partecipazione dell’attrice Angela Pagano nel progetto: “tanto da farmi dire di essere goloso per una delle più grandi attrici viventi che sarà a capo delle Erinni, Ecuba ne Le Troiane per la regia di Valery Fokin, e anche Winnie in Giorni Felici di Beckett”. Accolta da un prolungato applauso, l’attrice ha così commentato: “Sono sorpresa e contenta di essere stata scelta. A 78 anni sono tornata indietro di 20 anni con gli stessi dubbi, la stessa energia e, a capo delle Erinni, finalmente mi potrò sfogare.” Ma la platea ha rivolto una particolare attenzione al Teatro Bellini che non è riuscito a diventare Tric.
Dunque una programmazione che punta su assi portanti, sugli autori classici: con il Giardino dei ciliegi (presentato nel 2014), Tre sorelle per la regia di Claudio Di Palma (2015) e Zio Vanja per la regia di Pierpaolo Sepe, attualmente in scena al Mercadante fino al 19 aprile 2015. Per il teatro classico greco: con l’Orestea di Eschilo, la regia è dello stesso De Fusco (Agamennone, Le Coefore, Le Eumenidi) che sarà presentata al Teatro Romano di Benevento in occasione del Festival Benevento Città Spettacolo 2015 per poi essere riproposta al Teatro Mercadante nella stagione invernale. Un cast importante con Mariano Rigillo nel ruolo di Agamennone, Elisabetta Pozzi in quello di Clitennestra, Gaia Aprea, Giacinto Palmarini e di Angela Pagano nel di prima corifea. Ci sarà la Medea di Euripide diretta da Gabriele Lavia con Federica Di Martino (in coproduzione con il teatro La Pergola di Firenze), Edipo a Colono di Sofocle con Eros Pagni e la regia di Marco Sciaccaluga; nel 2016 l’Elettra di Euripide; nel 2017 sempre a Gabriele Lavia sarà affidata la regia del Filottete di Sofocle e ad un regista da definire Baccanti di Euripide riscritta da Enzo Moscato.
La trilogia dedicata a Shakespeare, nel 2016, si presenterà Re Lear con Mariano Rigillo e la regia di Giuseppe Dipasquale, Macbeth con Luca Lazzareschi, Gaia Aprea e la collaborazione israeliana alle coreografie e musiche, con la regia di De Fusco. Ed ancora Misura per misura firmato da Pierpaolo Sepe. Nel 2017, dedicata al tema della famiglia, in scena Sabato, domenica e lunedì con la regia di De Fusco mentre a Francesco Saponaro sarà affidata la regia di un altro testo eduardiano apparentemente minore, ovvero Mia famiglia. Ai testi eduardiani si contrappone Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman adattato per Luca Lazzareschi e Elisabetta Pozzi. A questa trilogia sulla famiglia si aggiungeranno due regie di Arturo Cirillo: un classico di Eduardo Scarpetta, Miseria e nobiltà ed Assunta Spina, destinati al San Ferdinando.
E così il commento di Arturo Cirillo: “La cosa che più mi ha emozionato è sapere che ci sarà un focus dedicato alla scrittrice Fabrizia Raimondino. Trovo inoltre divertente l’idea di una compagnia napoletana e soprattutto di dover lavorare ad un testo epico come quello di Assunta Spina. La drammaturgia napoletana è lingua incomprensibile, del corpo e della maschera”. Tra il 2015 e il 2016, incentrata su tre personaggi femminili rappresentativi di epoche diverse tra ottocento e novecento, sarà in scena La signorina Giulia (per la regia di Cristian Plana), Liza di Pigmalione di Shaw, regia di Benedetto Sicca e Nora di Casa di bambola di Ibsen, firmato da Claudio Di Palma. E’ prevista la messa in scena dell’ultima creazione di Emma Dante per lo Stabile di Napoli, Le sorelle Macaluso, e l’attesa ripresa dello spettacolo di Antonio Latella, C’è del pianto in queste lacrime, al Teatro San Ferdinando per il prossimo mese di ottobre. Continua la collaborazione con il regista spagnolo Lluís Pasqual che realizzerà Giorni felici di Beckett con Angela Pagano. Dedicato alla drammaturgia napoletana, con testi scritti su commissione la novità Spaccanapoli times di Ruggero Cappuccio, nel 2015, Piatate, favola di un uomo che divenne un albero di Mimmo Borrelli, nel 2017 a quella del Novecentocome il capolavoro misconosciuto di Patroni Griffi (di cui ricorre nel 2015 il decennale della morte). In memoria di una signora amica, debutterà tra pochi mesi con la regia di Francesco Saponaro e l’interpretazione di Mascia Musy, che ha iniziato la carriera diretta proprio da Patroni Griffi, di Cristina Donadio, Antonella Stefanucci, Imma Villa, Tonino Taiuti.
La nuova drammaturgia non si rappresenterà solo al San Ferdinando: è il caso dello spettacolo Opera pezzentella di Mimmo Borrelli, previsto negli spazi del Pio monte della Misericordia. Per il Ridotto, continua il format vincente tra letteratura e teatro. L’amorosa inchiesta di Raffaele La Capria sarà il 29 aprile all’Istituto italiano di cultura a Parigi, dove lo scrittore sarà protagonista assoluto di una festa in suo onore organizzata dall’ambasciata italiana di Parigi. Con Luca Lazzareschi ritornano nel 2016 anche i due registi Lluis Pasqual e Alfredo Arias con due nuove regie, e, dall’area napoletana, quelli di Arturo Cirillo, Davide Iodice, Claudio Di Palma, Pierpaolo Sepe, Benedetto Sicca, Francesco Saponaro. Ci sarà anche una sezione dedicata alla giovane drammaturgia napoletana contemporanea, con atti unici a pochi personaggi di autori come Giovanni Meola, Fortunato Calvino, Fabrizio Bancale, Felice Panico e molti altri. Giunto all’importante traguardo dei dieci anni di vita, prosegue Arrevuoto il progetto teatrale curato da Maurizio Bracci. Il progetto triennale è caratterizzato anche da importanti partnership con il Teatro Aleksandrinskij di San Pietroburgo e con il Festival di Santiago a Mil. Insomma un programma denso, con tante contaminazioni e con linguaggi drammaturgici diversi, tra tradizione e innovazione. Riuscirà il Teatro Stabile di Napoli – orgogliosamente Teatro Nazionale – a volare alto sul fuoco delle polemiche?