Il 25 aprile mi trovavo in via Cimarosa, nei pressi della stazione superiore della funicolare di Chiaia, quando, poco prima di mezzogiorno, la mia attenzione è stata richiamata da un capannello di persone, che andava via via crescendo, nella piazzola antistante l’ingresso. Avvicinatomi ho potuto così constatare che l’ingresso era chiuso, con cancelli di ferro sbarrati, nel mentre su una delle porte era stato affisso un volantino preconfezionato, sul quale si leggeva: “Impianto temporaneamente fuori servizio. Stiamo lavorando per ripristinarlo nel più breve possibile. Ci scusiamo per il disagio”. Nessuna notizia dei motivi dai quali era scaturito il “fuori servizio” né sulla durata dello stesso. Mentre questa situazione si protraeva nel tempo, il capannello cresceva e anche le proteste per un fermo che appariva, agli occhi dei presenti, del tutto immotivato, senza, peraltro, che, nel frattempo, fosse stato disposto un servizio alternativo con un mezzo su gomma, per consentire, tra l’altro, il rientro di tante persone che si erano recate al Vomero nella mattinata di festa. Tra loro pure una famigliola di turisti spagnoli, composta da tre persone, che era andata a visitare San Martino e che ora doveva rientrare per il pranzo nell’albergo situato nella zona di Chiaia. Trasformatomi in guida turistica, ho spiegato loro che avrebbero potuto prendere, in alternativa, la funicolare Centrale e che, una volta giunti in via Roma, avrebbero potuto chiedere indicazioni per proseguire a piedi. Purtroppo anche quello che un tempo rappresentava il “gioiello” del sistema di trasporto pubblico a Napoli, con le tre funicolari Centrale, di Chiaia e di Montesanto, oramai manifesta disfunzioni continue, con fermi improvvisi quanto irritanti per la numerosa utenza. Tanti i guasti alla funicolare Centrale dopo la riapertura a luglio scorso, uno, eclatante, nello stesso giorno della ripresa delle corse. Altri guasti con conseguenti fermi hanno riguardato anche la funicolare di Montesanto. Ma l’impianto che attualmente desta maggiori preoccupazioni è proprio quello di Chiaia, sulle porte delle carrozze del quale, negli ultimi tempi, è comparsa, sempre con maggiore frequenza, la scritta “porta guasta”. Un impianto che, va ricordato, sta operando in regime di proroga dal momento che già l’anno scorso avrebbe dovuto fermarsi per la revisione obbligatoria ventennale. Ma, a meno che non venga richiesta e concessa un’ulteriore proroga, cosa che appare di difficile realizzazione, visto che, oltre che in data odierna si è già fermato in diverse occasioni, confermando l’urgenza degli interventi revisionali, il mese prossimo quella di via Cimarosa, la più antica tra le quattro funicolari presenti a Napoli, dal momento che fu inaugurata nel lontano 15 ottobre 1889, dovrebbe chiudere, e per ben dieci mesi, confidando nel fatto che, a differenza di quanto accaduto per i lavori di revisione della funicolare Centrale, dove i dieci mesi iniziali sono poi diventati di fatto quasi dodici, tale tempistica venga rispettata. Resta ancora la questione più volte sollevata, a tutt’oggi non ancora risolta, del prolungamento delle orari di funzionamento. Al riguardo, affinché venisse ripristinato, per i mezzi di trasporto pubblico su ferro, l’orario vigente prima dell’estate dell’anno scorso, con il prolungamento degli orari per le funicolari di Chiaia e Centrale, oltre che del metrò collinare, fino alle 24:00, e, nei giorni di venerdì e sabato, fino alle due di notte, fu anche promossa una petizione on line che ha superato le 1.850 firme, senza però che vi siano state risposte operative, visto che le due funicolari continuano ad effettuare l’ultima corsa alle 22:00.
Gennaro Capodanno