Bufera sulle elezioni in Campania. A poco più di 2 settimane dalla scadenza elettorale, a Napoli si apre un’indagine su reati di corruzione – aggravata dalla finalità mafiosa – finanziamento illecito dei partiti e traffico di rifiuti. Perquisiti gli uffici dello Sma, la società regionale che si occupa di risanamento ambientale e quelli del consigliere regionale Luciano Passariello, 57 anni, candidato per Fratelli d’Italia nel collegio di Secondigliano.
Secondo quanto trapelato il presunto illecito consisterebbe in somme di denaro, non si sa se versatw in cambio di un appalto da parte di un imprenditore ritenuto legato a un clan della camorra. Dieci gli indagati. Passariello, che si dichiara estraneo ai fatti, si dice pronto a collaborare con gli inquirenti. E spunta il nome dell’altro esponente della destra Agostino Chiatto, già “comandato” in Regione e oggi dipendente della Sma, responsabile unico di alcuni procedimenti per l’affidamento di servizi.
L’inchiesta della procura si intreccia con una videoinchiesta di fanpage la cui redazione è stata perquisita e due giornalisti protagonisti del servizio risultano indagati per induzione alla corruzione e traffico di rifiuti. Solidarietà ai colleghi è stata espressa dall’ordine Nazionale e dal sindacato dei giornalisti.
Intanto il procuratore Giovanni Melillo precisa perquisizioni e sequestri erano urgenti e indifferibili l’imminente pubblicazione della videoinchiesta rischiava di pregiudicare gravemente le indagini.
LA NOTA DI PASSARIELLO
“Questa mattina gli agenti dello Sco hanno effettuato una perquisizione nel mio ufficio in consiglio regionale, prelevando documentazioni relative ad un’inchiesta in atto della Procura di Napoli per fatti che sarebbero risalenti al mese di febbraio 2018 tutt’ora in corso”. E’ quanto si legge in una nota del consigliere regionale e candidato di Fratelli d’Italia Luciano Passariello.
“Non mi è stata contestata nessuna condotta diretta che si ipotizzi antigiuridica – aggiunge Passariello – . Risulto coinvolto perché altre persone avrebbero fatto il mio nome. Tutto questo accade a soli 15 giorni dalle elezioni politiche che mi vedono impegnato in prima persona come candidato. Qualcuno può millantare credito ma essere nominato da altre persone in terze conversazioni è cosa ben differente dal commettere reati. Non ho mai incontrato nessuno degli imprenditori di cui fa riferimento la Procura. Sono tranquillo, anzi ho ribadito alle forze dell’ordine la totale disponibilità a collaborare ed a fornire loro tutto il materiale e le informazioni utili a fare piena luce su questa vicenda. L’auspicio è di essere ascoltato quanto prima dagli inquirenti. Invito gli organi di informazione a riportare i fatti così come sono evitando strumentalizzazioni politiche utili solo a gettare fango a pochi giorni dal voto”.