DI LAURA BERCIOUX
L’assassino diciassettenne di Aldo Naro, ucciso nella notte tra venerdì e sabato scorsi nella discoteca ‘Goa’ di Palermo chiede “perdono alla famiglia di Aldo”. Accusato di omicidio doloso chiede perdono alla famiglia di Aldo, a riferirlo è il suo avvocato Maurizio Di Marco che all’Adnkronos ha detto “Lui non voleva uccidere il medico. Si è trovato coinvolto in una rissa, una comunissima rissa, finita male”. Il giovane ha confessato dopo otto ore di interrogatorio, ha ammesso di avere dato un calcio alla tempia di Aldo Naro, 25 anni, agli inquirenti che lo interrogavano ha detto di essere “disperato” e di “chiedere scusa e perdono” ai familiari di Aldo. Il padre di Aldo, Colonnello dei Carabinieri, ai funerali del figlio aveva invitato l’omicida a costituirsi e così ieri alle 18, il giovane si è presentato al carcere minorile Malaspina.
Lo Zen, dove vive il giovane omicida, è un quartiere difficile dove sopravvivere e stare lontano dal crimine e violenza è quasi un miracolo. Sono posti dimenticati, nessuno ne parla, nessuno ci va. Giovani che nascono già disgraziati, quelli che riescono a studiare e a lasciare questo inferno sono pochi. Certamente la mancanza di lavoro non giova ma perché tanta violenza? Una società dell’io prepotente e assassina? La fiaccolata di ieri a Palermo ha coinvolto 5mila persone che da Teatro Massimo sono andati in corteo fino al Policlinico.
Anche il Sindaco Orlando ha partecipato alla fiaccolata con gli assessori comunali, e sabato 21 ha indetto il lutto cittadino “Oggi ci stringiamo vicino ai familiari e agli amici di Aldo in questo momento così difficile, dice Orlando. E’ necessario l’impegno di tutti affinché, gli spazi di intrattenimento e socializzazione dei giovani, non siano strumentalizzati per degli insopportabili e inaccettabili controlli criminali del territorio. Rinnoviamo il nostro apprezzamento alle forze dell’ordine e alla magistratura per l’impegno profuso nell’individuazione delle responsabilità del gravissimo episodio. Ci auguriamo che questa vicenda possa servire a innescare un processo di partecipazione civile, volto al mantenimento della legalità, all’interno degli spazi dedicati al divertimento dei giovani”.
Ai nostri microfoni un’amica di Aldo prima della fiaccolata.