di ANGELO PISANI*
Abbiamo deciso di aprire alle autorità e alla stampa il consiglio straordinario di municipalità e di fare un sopralluogo a Scampia ben consapevoli del fatto che un confronto diretto fra pubblici amministratori e popolazione rom dei campi nomadi potesse sfociare in momenti di tensione sociale e ledere gli interessi di chi da anni non vuole affrontare e risolvere note problematiche ed emergenze .
Le misure messe in campo preventivamente per evitare ogni possibile degenerazione hanno infatti garantito la tenuta complessiva dell’incontro, che era finalizzato proprio a porre le reali, estreme condizioni di vita, degli abitanti nel campo e di tanti residenti italiani, sotto gli occhi di quelle istituzioni che da anni, invece di affrontare quotidianamente con noi il lavoro di prima linea, arrivano nei nostri quartieri con auto blu e scorta o, quanto meno, con la spocchia caritatevole di chi concede una toccata e fuga prima di scappare a rifugiarsi nelle stanze dorate dei Palazzi.
Sto parlando anche del Comune di Napoli che, anche con un sindaco autodefinitosi “di strada” come De Magistris, mantiene un atteggiamento fatto di parole e promesse vane, come tali riconosciute dai tanti che qui invocano il diritto alla sopravvivenza, dentro e fuori il campo rom. Evidentemente il sindaco sa bene quali “strade” scegliere per la sua nuova veste di concittadino: le vie del centro in cui va ad inaugurare le luminarie, lasciando al buio quartieri periferici come i nostri, dove da tempio segnaliamo la precarietà della normale illuminazione stradale con conseguenti pericoli per l’incolumità degli abitanti. Oppure le scuole medie dove lo accolgono a braccia aperte frotte di scolaretti indottrinati da brave maestre, o ancora piazze ripulite il giorno prima dove di può fare bella figura dinanzi ad un monumento restaurato.
Tutto questo, caro sindaco, non basta. I flash dei suoi fotografi che la immortalano ad ogni ora del giorno riecheggiano invece sinistri nelle cerchie periferiche dei derelitti, a cominciare dagli stessi nomadi.
Certo, ci vuole coraggio per affrontare a viso aperto lo scontro sociale, facendo ascoltare le voci vere delle madri che mostrano i morsi dei topi sulla carne viva dei loro bambini o registrare le immagini di costruzioni abusive sul suolo pubblico . E sarebbe molto più “pacifico” continuare a far finta di niente, anche per non sollevare la protesta delle associazioni che, pur con intenti lodevoli, si illudono da vent’anni di risolvere queste piaghe organizzando cene multietniche o balli folk in progetti ad hoc .
Ci vuole il coraggio di ogni giorno. Anche quello di chi, come Luigi Concilio, venerdì ha ricevuto minacce di morte solo per aver fatto il suo dovere e esser scatto concorde con le denunce del presidente .
Il grave episodio è stato denunciato e sappiamo che come sempre saranno al nostro fianco forze sane della legalità , la cui opera incessante rende possibile anche quel minimo di attività politica che ci concedono i poteri istituzionali, ancora improntati ad un accentramento verticistico mostratosi peraltro incapace, visti i risultati, di dare risposte concrete.
Di fronte al dovere di tutelare il diritto alla vita, parole come destra, sinistra o arancione non hanno più alcun senso. Non ci interessano le accuse gratuite di razzismo, oppure la strumentalizzazione con la Lega di Salvini c e al nostro fianco resistono dal 2011 i cittadini liberi e disinteressati, i parroci, le associazioni anticamorra, gli insegnanti, le madri. Invito perciò il sindaco a frequentare anche altre strade di Napoli, le nostre. Arrivando senza scorte, come facciamo noi ogni giorno. E portando con sé soluzioni concrete.
Ma anche per fare questo, certo, ci vuole coraggio.