All’alba di ieri, quando la barca a vela Alex della ong «Mediterranea» comunica di voler andare a Lampedusa con 55 migranti a bordo, la reazione del Viminale è immediata: sbarco vietato perché il centro di identificazione dell’isola è già oltre la capienza. E poco dopo, appena si capisce che viaggia comunque verso la Sicilia, si decide di rendere ufficiale la disponibilità di Malta — assicurata qualche ora prima al premier Giuseppe Conte — a rilasciare il permesso allo sbarco. Una mossa che non basta a chiudere la vicenda: Alex rimane in alto mare, protagonista di una disputa che va avanti fino a notte. L’offensiva contro le scelte politiche del ministro Salvini in materia di immigrazione è dunque cominciata. E’ la sfida alla linea dei «porti chiusi» che con il trascorrere dei giorni potrebbe salire di livello. Anche perché le notizie che arrivano dall’Africa accreditano la possibilità che ci siano almeno 5 mila stranieri pronti a imbarcarsi. Il vicepremier, Luigi Di Maio, spiega: “Le Ong sono una parte del problema, mentre stamattina (ieri, ndr) si discuteva della Mediterranea ne arrivavano altri 70 con piccole imbarcazioni. Poi in questi giorni ci sono stati altri sbarchi anche in Sardegna. Nell’ultimo mese sono arrivati 300 irregolari in Italia e nessuno ne parla, perché lo storytelling delle capitane ormai è più forte della realtà. Non bisogna cadere nel loro gioco, delle Ong intendo. Mentre fanno lo show con l’Italia gli scafisti continuano a fare traffico verso le nostre coste».