Di Eleonora Diquattro
Il titolo di «Capitale europea della cultura» è stato pensato per costruire un ponte tra i popoli europei. L’iniziativa, originariamente “Città Europea della Cultura”, è stata adottata dal Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea a partire dal 1985 su proposta di Melina Mercouri, che ricopriva l’incarico di Ministro della Cultura del governo greco.
Obiettivo primario della manifestazione, cresciuta di importanza nel corso degli anni, è quello di valorizzare la ricchezza, la diversità delle culture europee e i loro tratti comuni, migliorare la conoscenza che i cittadini europei hanno gli uni degli altri, favorire la presa di coscienza dell’appartenenza ad una medesima comunità «europea».
Per una Città, essere designata quale “Capitale europea della cultura”rappresenta innumerevoli vantaggi in termini culturali, sociali ed economici sia durante i 12 mesi della manifestazione che in quell successivi. Si tratta di un’opportunità unica per rigenerare la città, modificarne l’immagine e farla conoscere meglio a livello europeo e internazionale allo scopo di sviluppare il turismo.
Nel 2019 Matera sarà Capitale Europea della Cultura, una eccezionale occasione per la città, la Basilicata, il Sud e l’Italia intera.
La vittoria della candidatura è racchiuso nello slogan “Open Future”, inteso nell’accessione di creare una cultura aperta, in tutte le sue molteplici declinazioni: aperta perché “accessibile a tutti”; aperta perché “non oscurantista nei confronti dei pensieri e delle sensibilità”; aperta perché “disponibile al dialogo”. La sfida principale di Matera 2019 è quella di allargare e qualificare il pubblico della cultura, sperimentando nuovi modelli di ascolto, condivisione e produzione, abbracciando l’idea di un “abitante culturale” che partecipi attivamente ai processi di co-creazione e di co-generazione.
Il 19 gennaio 2019, si svolgerà a Matera una grande cerimonia inaugurale, che aprirà di fatto l’Anno da Capitale Europea della Cultura, nella quale 131 bande provenienti da tutti i comuni della Basilicata, 20 dalle regioni italiane e 27 da tutta Europa, faranno il loro ingresso a Matera suonando.
Quattro saranno le grandi mostre realizzate nel corso dell’anno: “Ars Excavandi”, prima vera indagine sulla storia dell’architettura rupestre attraverso i secoli; “Rinascimento riletto”, un viaggio sulle tracce del Rinascimento attraverso i territori della Basilicata e della Puglia; “La poetica dei numeri primi” per esplorare la centralità della matematica nel lavoro di artisti di tutte le età a partire dalla figura di Pitagora; “Osservatorio dell’Antropocene” sul dibattito intorno al presunto inizio di una nuova era geologica definita dalle azioni dell’uomo.
Inoltre, per riflettere sulle principali questioni dibattute nella contemporaneità, il programma culturale di Matera 2019 prevede la realizzazione di 50 produzioni originali legate ai 5 temi del dossier, ovvero: Radici e Percorsi, Continuità e Rotture, Futuro Remoto, Utopie e Distopie, Riflessioni e Connessioni. La metà di queste produzioni è in fase di co-creazione con la scena creativa locale, collegata a un ampio ventaglio di artisti, reti e istituzioni sia nazionali che europee.