Con 330 voti favorevoli e 219 contrari alla fiducia posta dal governo, arriva il primo via libera della Camera alla manovra di bilancio nella versione contestata da Bruxelles. Le modifiche cui il governo sta lavorando, con la revisione delle stime di spesa sia per Quota 100 sulle pensioni che sul Reddito di cittadinanza, arriveranno solo al Senato, dove la manovra sbarcherà lunedì, costringendo la Camera ad una terza lettura intorno ai giorni di Natale. «Le cose si stanno mettendo molto bene, sono ottimista che si porti a casa la legge di bilancio con le riforme e senza andare in procedura di infrazione» ha detto il vice premier, Luigi Di Maio. Meno “morbido” il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Mi rifiuto di pensare che Bruxelles, per qualche decimale, crei problemi alla seconda potenza industriale del Continente. Noi diamo e daremo segnali di disponibilità, però per dialogare bisogna essere in due. Se in cambio delle nostre aperture abbiamo solo dei no, il dialogo finisce».
Lite sulle pensioni d’oro
Lega e Cinque Stelle tornano a litigare sulle pensioni d’oro. Il taglio del 40% annunciato giovedì dal vicepremier Luigi Di Maio lascia interdetti gli alleati leghisti. Bocche cucite, per ora. Ma lunedì — con la manovra in transito al Senato — si annuncia la resa dei conti. Anche perché l’emendamento — frutto di un lungo compromesso — è pronto da tempo, con tanto di relazione tecnica: contributo di solidarietà biennale sugli assegni da 90 mila euro lordi in su, prelievo a scaglioni secondo 5 aliquote (8-14-16-18-20%), gettito da 130 milioni annui. Intanto, contro l’annunciato intervento di taglio delle pensioni di importo medio-alto, si mobilitano le associazioni in rappresentanza di 850mila tra dirigenti pubblici e privati, magistrati, avvocati dello Stato, diplomatici, militari e medici che hanno siglato un patto di consultazione. A Milano si terrà una manifestazione – forse già il prossimo venerdì – organizzata dall’Alleanza tra sei associazioni rappresentative delle alte professionalità, per respingere l’emendamento alla legge di Bilancio relativo a taglio dal 10 al 20% degli assegni sopra i 90mila euro annui, per la durata di un quinquennio.