Il giorno dopo l’approvazione del maxiemendamento alla legge di Bilancio si contano ancora le ferite. La seduta di sabato, conclusa a notte fonda con il voto finale, è stata «un vulnus senza precedenti» per le opposizioni. Al punto da indurre il Pd ad annunciare una manifestazione davanti al Parlamento per il prossimo 29 dicembre. Ma non è tutto. Mentre i leader di Lega e 5 Stelle esultano, i dem annunciano di voler essere in tutte le piazze d’Italia il 12 gennaio perché «in Senato è accaduta una cosa gravissima, nel metodo e nel merito», sbotta su facebook il presidente del partito Matteo Orfini. «Una legge di Stabilità — insiste — sbagliata, pericolosa, iniqua, è stata imposta al Parlamento senza che nessuno di quelli che hanno dovuto votarla avesse avuto modo non solo di discuterla, ma nemmeno di leggerla». E dunque ricorso alla Corte costituzionale e proteste in tutto lo Stivale «per spiegare nel merito la follia di questa manovra che farà danni gravi al futuro dell’Italia». Ma giunti a Natale con la legge di Bilancio che deve ancora passare a Montecitorio, è chiaro che l’esercizio provvisorio resta nel novero delle cose possibili. Per evitarlo l’unica via consiste nel ripetere alla Camera lo stesso copione che ha umiliato i senatori: ossia si deve imporre un maxi emendamento su cui chiedere la fiducia.