Un «riordino» delle accise sui tabacchi, per portare nuove entrate intorno ai 190-200 milioni all’anno e riallineare il nostro sistema di tassazione alle regole Ue, niente interventi sugli alcoolici e, soprattutto, sulla benzina. Si precisa di giorno in giorno la composizione della manovrina chiamata a correggere i nostri conti pubblici per un importo strutturale da 3,4 miliardi, che insieme al Def sarà oggi al centro di un incontro fra il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e i parlamentari del Pd. Sul tema fiscale nelle scorse settimane si è acceso un confronto vivace fra il governo e il principale azionista di maggioranza, ma il lavorio di queste settimane sembra aver appianato le distanze. «Lavoriamo in piena continuità con il governo Renzi», ha rivendicato ieri Padoan, spiegando però che le riforme hanno «tempi più lunghi di un ciclo elettorale» e che bisogna evitare quelle che ha definito due «scorciatoie» speculari. Intanto il Governo prova ad accelerare sulla concorrenza anche per portare in Europa il risultato del varo della legge atteso ormai da due anni. Ma in questo ultimo miglio non mancano gli ostacoli, soprattutto procedurali, che potrebbero impedire l’inserimento di alcune modifiche di peso a cui il Governo sta lavorando da alcune settimane. A cominciare dalla cosiddetta norma anti-scorrerie sulle scalate finanziarie, voluta dal Governo per garantire la massima trasparenza sulle strategie di investimento che hanno come obiettivo le aziende italiane. Il rischio di dover riaprire l’intero capitolo emendamenti, con un ritorno in commissione, con la conseguenza di ritardare ancora il via libera di Palazzo Madama potrebbe convincere infatti la maggioranza ad approvare il testo così com’è senza ulteriori modifiche.