Due decimali di Pil di risparmi lavorando su vincoli e calendario di reddito di cittadinanza e pensioni; e un taglio equivalente, da 3,6 miliardi, sul deficit perché i soldi andranno a finanziare le «spese eccezionali» per strada e dissesto idrogeologico dettagliate nel piano cui sta lavora Palazzo Chigi. Poggia su queste basi la nuova “offerta” a Bruxelles decisa ieri sera dal vertice di Governo. Ma ormai il tempo rimasto per prevenire l’innesco di una procedura correttiva sulla finanza pubblica dell’Italia è sempre meno. Non sarebbe una svolta, per nessuno degli interlocutori dell’Italia, una limatura di tre o quattro miliardi (circa lo 0,2% del prodotto lordo) degli obiettivi di deficit solo grazie al rinvio di qualche mese — a aprile o a maggio — dell’inizio dei programmi di spesa sul reddito di cittadinanza e sulle pensioni. «La prossima volta che ci incontriamo — è stato il messaggio secco lanciato venerdì sera da Juncker ai rappresentanti italiani — portatemi qualcosa di concreto su cui discutere».