«Briganti» della cultura per un nuovo Risorgimento che liberi i territori meridionali dalla delinquenza organizzata e dalla burocrazia inefficiente. A Napoli, nella suggestiva cornice della Chiesa San Gennaro all’olmo sede della fondazione di Giovanbattista Vico, oltre cento intellettuali meridionali provenienti da tutte le regioni del Mezzogiorno d’Italia e da molte università hanno sottoscritto un manifesto (primo firmatario Vincenzo Pepe presidente della suddetta fondazione) nel quale è contenuto un impegno di mobilitazione per “liberare” i territori meridionali dalla delinquenza organizzata e dalla burocrazia inefficiente, ponendo le basi per un nuovo risorgimento.
Nel manifesto viene attaccato il centralismo statale per il fallimento di polizia e magistratura sul terreno della lotta alle mafie e per l’incapacità a determinare sviluppo, ma si sostiene anche che il decentramento regionale va smantellato sostituendolo con aree vaste, omogenee per problemi e tradizioni, alle quali affidare i poteri in tema fiscalità e di lavoro, di ordine pubblico e di giustizia.
Nel Manifesto vi è la presa d’atto della incapacità dell’attuale parlamento e dei partiti tradizionali a modificare e riformare la Costituzione e la legislazione vigente che bloccano ogni possibilità di sviluppo e quindi vi è la scelta della mobilitazione per ottenere una Assemblea Costituente attraverso la quale cancellare l’immobilismo del Paese, coinvolgendo nelle responsabilità le popolazioni in un nuovo patto costituzionale.
Sicuramente questo è il primo “Manifesto” meridionalista nel quale non prevale la protesta o la richiesta dell’intervento altrui, ma si prospetta una presa di coscienza ed una mobilitazione diretta dei cittadini per conquistare i propri diritti.