Depositati due esposti alla Procura di Catanzaro sul malessere della sanità calabrese relativamente all’illiceità del finanziamento per l’Azienda Mater Domini di Catanzaro senza un valido protocollo di intesa tra Regione e Università e la convenzione assolutamente senza senso tra gli ospedali “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro e “Bambino Gesù di Roma”. A comunicarlo sono i deputati calabresi del M5S Dalila Nesci e Paolo Parentela che, stamattina, sono stati ricevuti dal Procuratore Vincenzo Antonio Lombardo. “Sono due casi emblematici, che raccontano di come, negli anni, la sanità calabrese sia stata gestita senza pensare minimamente al bene dei cittadini e dei pazienti, ma sia stata schiava di accordi, del trasversalismo politico prono agli interessi dei soliti noti. Quello che ne è emerso sono stati sprechi inverosimili, atti illeciti, evidenti azioni portate avanti fuori della legge senza che nessuno, né a destra né a sinistra, dicesse nulla”.
Quanto al primo esposto, si legge che il rapporto tra Università Magna Graecia di Catanzaro e Regione Calabria, per l’erogazione di prestazioni alla Mater Domini, sia stato fatto nel 2004 con validità quadriennale e quindi fino al 2008. Nonostante l’ex sub commissario Luigi D’Elia, nel 2011, avesse iniziato a concertare il nuovo protocollo, l’ex Governatore Scopelliti e l’attuale rettore Quattrone, decisero di non firmare ciò che era stato negoziato per sette mesi. Da questo momento il protocollo del 2004 è stato portato avanti arbitrariamente e contra legem, visto che sono vietate situazioni di prorogatio, facendo sì che l’azienda Mater Domini godesse di finanziamenti illegittimi. Finora la Regione Calabria ha erogato al Mater Domini circa 52 milioni di euro di cui 20 milioni non trovano giustificazione.
Quanto al secondo esposto basato sul Patto di Intesa tra il Pugliese-Ciaccio ed il Bambin Gesù di Roma e risalente al 2012, si apprende che la stessa intesa era stata contestata al Tavolo Massicci, tant’è che il Patto fu valutato negativamente costituendo una duplicazione dei costi relativi alla pediatria ospedaliera nella città di Catanzaro. “Stando ai dati riassunti dalla Cisl, il 90% dell’attività chirurgica effettuata nel Centro catanzarese è riconducibile alla chirurgia pediatrica, già presente in loco e non ricompresa nella convenzione, mentre il solo il rimanente 10% dell’attività chirurgica è da ricondurre agli specialisti del Bambino Gesù (Ortopedia, Urologia, Oculistica, Plastica, ecc.). Si evidenzia, pertanto, una vera e propria duplicazione di attività con la finalità di mascherare l’esiguo numero di interventi chirurgici specialistici ascrivibili al Bambino Gesù, a fronte dell’enorme esborso di denaro. Nonostante ciò, la convenzione è stata sempre rinnovata”.
Ora si attende l’esame della magistratura chiamata a valutare le situazioni descritte e documentate nei relativi esposti.