Sigilli a due imprese operanti nel settore delle onoranze funebri, tre immobili ad uso commerciale, un’abitazione e un’autovettura, per un valore complessivo di circa due milioni di euro: è l’esito di un’operazione svolta congiuntamente dal G.I.C.O. della Guardia di Finanza e dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Palermo, a carico di Alessandro D’Ambrogio, arrestato a luglio 2013 nel corso dell’operazione “Alexander”, ritenuto essere a capo del mandamento mafioso di Porta Nuova, comprendente l’omonima famiglia mafiosa, nonché quella di Palermo Centro. D’Ambrogio, 40 anni, già condannato con sentenza irrevocabile per i reati di associazione mafiosa, estorsione e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, coordinava le attività illecite, in particolare del settore delle estorsioni, e si occupava del sostentamento dei detenuti e dei loro nuclei familiari, intrattenendo rapporti con altri esponenti mafiosi, facenti parte di diversi mandamenti, tra i quali quelli di Bagheria, Tommaso Natale, Pagliarelli, Brancaccio, Arenella – Resuttana, Villabate – Misilmeri e Noce – Cruillas. Il sequestro eseguito trae origine dalle indagini di Carabinieri e Guardia di Finanza, che hanno consentito di rilevare come l’agenzia a insegna “onoranze funebri D’Ambrogio”, formalmente intestata a “stretti” parenti, sia stata gestita dall’interessato, che la utilizzava abitualmente non solo per svolgere l’attività lavorativa ma anche come luogo di incontro con altri associati mafiosi; alla stessa impresa, peraltro, risulta intestata l’unità abitativa dove il D’Ambrogio risiede. L’uomo, tra l’altro, non ha mai presentato alcuna dichiarazione dei redditi, fatta eccezione per importi di entità irrisoria denunciati in relazione ad attività lavorativa svolta in ambito carcerario nel 2003 e nel 2004.