di SIMONA D’ALBORA
Criminalità, intrecci politici e intrecci con il mondo dello spettacolo e del calcio. L’inchiesta “mafia-Capitale” che scuote Roma è un terremoto destinato a sconvolgere gli ambienti capitolini e rievoca fantasmi della Roma in cui si muovevano personaggi come Riccardino De Pedis, boss legato alla organizzazione criminale conosciuta come la Banda della Magliana, o organizzazioni terroristiche di ispirazione fascista come il Nar, o le vecchie trame dello Ior legato a Calvi. Ma è solo l’inizio di un’inchiesta che davvero sembra rispedirci negli anni della Roma narrata da Romanzo Criminale: ”Siamo ancora nella prima fase delle indagini, anche se ci sono già degli indagati – dichiara Giandomenico Lepore, ex capo della Procura di Napoli – ma quello che sta emergendo conferma ciò che ho sempre pensato: esiste un forte legame tra la criminalità organizzata e la politica, esisteva nel passato ed esiste anche oggi”
Il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, precisa che ci troviamo di fronte a una mafia capitolina, e con lui è d’accordo il presidente del Senato Pietro Grasso, mentre lo scrittore Roberto Saviano nega questa ipotesi, sostenendo che tale commistione sia un mondo di mezzo dove criminalità e colletti bianchi si incontrano escludendo che ci sia una cerniera tra le due parti, lei cosa pensa?
“Ripeto è ancora presto per parlare di mafia politica, le notizie che abbiamo sono poche, ma tutto sta a dimostrare i legami tra politica e affari sporchi e in che modo si intrecciano tra di loro, potrebbe essere che ci si trovi di fronte a una nuova mafia, ma saranno il tempo e le indagini a stabilirlo.”
Dalle indagini emerge che ci troviamo di fronte a un’organizzazione criminosa i cui esponenti non sono gli esponenti di spicco di mafia, camorra o ndrangheta.
“Questo lo capiremo solo col tempo se questi nuovi nomi, che poi nuovi per Roma non sono, siano legati a clan particolari camorristici, mafiosi, o della ndrangheta, per ora sembra che sia una nuova associazione criminale.”
Sarebbe la prima al nord del Garigliano…
“Si, è vero ma allo stesso tempo non credo che Roma sia esente dalla presenza di clan camorristici o mafiosi, che tra l’altro ritroviamo un po’ in tutta Italia, dall’alto Lazio con i casalesi, la Toscana o Modena, per ricordarne qualcuno, le organizzazioni criminose hanno risalito l’Italia e le troviamo dappertutto.”
Come mai, quando scoppia uno scandalo a Roma si ritorna a parlare di Banda della Magliana, Ior o comunque si trova sempre un legame tra loro?
“Le storie di quel periodo continuano a suggestionare l’immaginario, è normale che quando si parla di scandalo romani si tende a pensare anche al passato. Nel tempo capiremo i reali intrecci tra questa inchiesta e le inchieste del passato”.
Non è la prima volta che in queste indagini vengono coinvolti, oltre ai politici, personaggi del mondo dello spettacolo o del calcio…
“No, ed è chiaro che fa notizia per l’importanza del personaggio coinvolto, ma anche qui bisogna capire a che titolo sono coinvolti nell’inchiesta, magari, in alcuni casi, è stato un incontro occasionale e non vuol dire proprio niente, bisogna capire chi ha veramente approfittato di queste amicizie.”
L’inchiesta di Roma è un “altro” caso isolato o ci troviamo di fronte a un’Italia ancora più corrotta di quello che pensiamo?
“Ormai ovunque mettiamo le mani si scopre l’arrosto bruciato è un male diffusissimo la corruzione e contamina tutto.”
Il problema sarà quando verranno fatti i processi: troppo spesso arriva la prescrizione che lascia gli imputati liberi e le vittime senza colpevoli, tantissimi imputati e moltissimi faldoni da esaminare.
“Sì è vero, ma ci vuole ancora un po’ di tempo per celebrare i processi, io però non sarei sempre così pessimista, se verrà gestito bene e si eviterà di fare un unico grande processo, ma si spezzetterà, laddove è possibile, in processi più piccoli, potremmo arrivare anche a delle condanne chiare e fare davvero giustizia”.