“Per la concessione dei bonus di sostentamento è stata creata dalla Regione un’assoluta discriminazione fra le imprese. I requisiti del bando lasciano infatti fuori le start up, in particolare quelle nate nel 2020, mentre è stata preclusa la stessa opportunità a tutte quelle attività che, pur restando aperte e dovendo supportare costi vivi, sono state penalizzate da un’affluenza sensibilmente ridotta di clienti costretti a casa per il lockdown, con incassi calati di circa il 70%. Dal 22 aprile abbiamo depositato atti, proposte e interrogazioni tutte indirizzate a chiedere la modifica dei parametri”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale del M5S della Campania, Gennaro Saiello, a margine della seduta del consiglio regionale della Campania criticando il piano socio economico varato dalla giunta regionale e la risposta in aula dell’assessore alle Attività produttive Antonio Marchiello.
“La risposta della giunta è stata contraddittoria, avendo dichiarato che sono da considerare microimprese tutte quelle che hanno un fatturato che non supera i due milioni di euro e che non hanno alle dipendenze più di dieci persone. Ciò contraddice la linea utilizzata perché i parametri non sono quelli corrispondenti a ciò che viene chiesto dalla nostra Regione che, rispetto ad altre, non è il modello virtuoso che vuole fare apparire. Soltanto il 15 maggio De Luca ha accolto una parte delle nostre proposte rispetto a taxisti, Ncc e scuolabus, ma per il resto sono ancora in attesa intere categorie come i lavoratori del settore wedding, ossia tutti coloro che operano nell’ambito di cerimonie e ricevimenti, quali fotografi, fiorai e animatori. Senza dimenticare anche le guide turistiche, le autoscuole e tutto il settore legato al mondo dell’infanzia”.