Dai diamanti, diceva qualcuno, non nasce niente… A Scampia, invece, l’erba buona lotta per scacciare la cattiva.
Si a Scampia. Un nome e un numero (167) malfamati, diffamati. Il nome del quartiere situato nell’estrema periferia nord della città divenuto famoso come ambiente delle serie televisive dedicate alla prepotenza dei boss e alle loro imprese di sangue. Con un unico parco, (dedicato a Ciro Esposito, il tifoso del Napoli ucciso dal militante di estrema destra e ultras della Roma Daniele “Gastone” De Santis): è uno dei quartieri più popolosi della città. E fra i più difficili da vivere. Con uno dei tassi di disoccupazione più alti d’Italia, pari al 50%-75% della popolazione attiva, il primo di Napoli per disoccupazione. E se il principale freno allo sviluppo del quartiere è la massiccia presenza della criminalità organizzata. Il numero, 167, si riferisce alla legge che finanziò nel 1962 la costruzione delle Vele di Scampia, sette strutture giganti la cui forma ricorda un triangolo isoscele. Considerate alla stregua del più infernale girone del moderno Inferno dantesco. Diventate un set a cielo aperto quando nel 2006 Roberto Saviano scrive Gomorra, poi portato al cinema da Matteo Garrone nel 2008.
Eppure è in questo terreno di coltura che nascono personaggi di straordinaria umanità. Tra i quali bisogna necessariamente annoverare Gianni Maddaloni. Il maestro di judo, il papà di Pino oro olimpico a Sydney 2000, è il “cuore verace della Napoli periferica”, impegnato a insegnare ai quattrocento iscritti della Palestra Judo Star come si può vincere la camorra dedicandosi allo sport.
Una storia che ha fatto scuola. I Maddaloni hanno seminato bene, visto che un altro “campione” delle arti marziali (non judo, ma karate) si va facendo strada percorrendo un cammino analogo. Si chiama Cristiano Altamura, oggi vice campione mondiale in Malesia U21.
Il 14 aprile scorso è stato per lui un giorno importante, quello del ritorno sul tatami per aggiudicarsi – unico della sua palestra a Scampia, la “Champion center” – il secondo posto nella categoria -94 kg al palazzetto dello sport di Ostia. Gianni Maddaloni lavorava al Policlinico, ora è in pensione. Lui nella azienda ferroviaria Sitav- Saiem. L’oro di Napoli, Scampia – 167.