l‘eutanasia arriva davanti alla Corte Costituzionale, chiamata a stabilire se commette reato chi aiuta una persona non autosufficiente a eseguire il proposito autonomamente maturato di porre fine alla sua vita. Secondo quanto risulta a «La Stampa», il governo chiederà la conferma dell’impianto del codice penale del 1930 sostenendo che «non esiste un diritto al suicidio» e «il suicidio è sempre illecito», quindi chi lo agevola in qualunque modo va condannato, come prevede il codice penale. Il caso specifico riguarda Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, paraplegico e cieco dal 2014 per un incidente d’auto. I fatti hanno appassionato e diviso l’opinione pubblica. Fabo si rivolge a Marco Cappato e gli chiede di aiutarlo a organizzare il suicidio assistito. Fabo il 27 febbraio 2017 ottiene l’eutanasia per mezzo del suicidio assistito sotto controllo medico, procedura legale in Svizzera ma non in Italia. Tornato dalla Svizzera, Cappato si autodenuncia ai carabinieri, nel solco del metodo radicale della disobbedienza civile. Ne nasce un processo penale. Nel febbraio 2018 la pm Tiziana Siciliano, con una requisitoria appassionata, chiede l’assoluzione di Cappato. La Corte di assise di Milano lo assolve per la condotta di istigazione e solleva la questione costituzionale per quella di aiuto. Dunque chiedono alla Consulta se è conforme alla Costituzione punire come reato chi non ha istigato, convinto o incoraggiato qualcuno a suicidarsi, interferendo nella sua sfera di libertà, ma ha solo aiutato materialmente una persona che era già determinata