La selezione di Gianni Molinari
“Dio ci liberi dai recensori e dalle loro illeggibili recensioni. E dai critici in genere…”. Gianni Molinari ha da qualche anno attivo un suo blog, intitolato “Il Bond, il Brut e il Cattivik”, che egli definisce “il mio piccolo divertissement sulle patologie del nostro tempo”. E’ da quella sponda che lancia quel che vuole essere solo un gioco estivo, che segnala il meglio che c’è in giro da leggere (o da evitare di leggere) in dieci proposte. Laurea in Economia e commercio, Molinari è capo della redazione politica & economia del Mattino. Ha lavorato all’Ansa per venti anni tra Potenza, la città di nascita e Roma, Milano, Firenze. Al Mattino è stato anche alla redazione Economia, come vicecapo del settore, in seguito capo delle redazioni di Caserta e Salerno, quindi capocronista a Napoli. Con “#Italia2018, 60 storie per capire la Terza Repubblica” (Guida Editore, Napoli, 2018) ha provato a raccontare il Paese attraverso le storie delle persone, i piccoli fatti e i numeri, coi quali ha un ottimo rapporto. I titoli che ha selezionato per il prossimo Ferragosto sono stati scelti mediante “il consiglio di qualche lettore e qualche amico a cui riconosco qualità superiori, vagabondaggio tra gli scaffali delle librerie, recensioni di Amazon”. E avverte: “Non leggo i libri di scrittori (si chiamano oggi tutti così) che stanno sempre in tv, che producono in continuazione, che fanno lavori totalizzanti, che si occupano di cose che io conosco ma non conosco loro (e quindi copiano)”. E ora bando ai convenevoli ed ecco i dieci libri fa leggere (e da evitare):
Storia dello zucchero, Sidney W. Mintz, Einaudi
La storia sociale è bellissima: ne sono avido fin da quando, ai tempi dell’università ho incontrato Fernand Braudel. Lo zucchero è banale: un cucchiaino, una bustina, la zolletta a prima mattina compagno dell’avio di giornata con il caffè. Qualcuno lo disprezza, qualche altro ci campa. Mintz ne descrive tutta la storia con rara ricchezza di particolari arricchendone il racconto con il suo taglio di antropologo.
Le repubbliche marinare, Ermanno Orlando, Il Mulino
Cosa sappiamo di Amalfi? La bussola? E di Pisa e di Genova? Va un po’ meglio – ma senza esagerare – di Venezia. Al mare lettura obbligatoria ai possessori di natanti (bagnarole, conche, braccioli, salvagente) per il semplice fatto che i natanti italiani impreziosiscono la bandiera nazionale con gli stemmi delle quattro repubbliche …… orsù e mo’ chi appartiene a chi?
Bancarotta, Joseph E. Stiglitz, Einaudi
Sia pure del 2010 e con alcune analisi dettate dalla vicinanza alla Grande Crisi, questo volume di Stiglitz, paradossalmente, oltre alla Grande Crisi (la cui genesi è descritta divinamente) aiuta a leggere quello che sta accadendo in questi giorni. E, quindi, pur riferendosi ad altro aiuta ad allungare la vista oggi.
Mezzogiorno con gioia!, Luca Meldolesi, Rubettino
Premetto che c’è un grave conflitto d’interessi. Luca Meldolesi è il mio maestro, la persona che ha più contribuito alla mia formazione intellettuale. E quindi, il mio occhio è quello dell’allievo. Ma siccome Luca Meldolesi è un grande maestro non ha mai preteso dai suoi allievi condiscendenza, anzi ne ha sollecitato ripetutamente la lettura critica dei suoi lavori. E questo mi rende libero perché proprio sui temi di Mezzogiorno con gioia! io ho dato il mio più importante contributo e, quando l’ho ritenuto utile, ho elevato le mie critiche. Mezzogiorno con gioia (senza esclamativo) è un testo di metà anni ’90 che aveva alla base un lavoro di ricerca sul campo e di analisi e che condusse ad alcune riflessioni…. che vi andate a leggere….. ma ora sono del 2021
Le trappole dell’intelligenza: Perché le persone intelligenti fanno errori stupidi, David Robinson, Ponte alle Grazie
Robison ha fatto un lavoro enorme, ben scritto, avvincente. A molti può aiutare a capire Massimo Cacciari e Giorgio Agamben.
L’arte di scomparire. Vivere con discrezione, Pierre Zaoui, Il Saggiatore
Aprite un’ultima porta, la porta d’ingresso, e uscite a immergervi nella folla anonima delle grandi città. Ecco che subito smettete di essere questo o quello, le vostre qualità pubbliche si annullano, deponete nella massa indistinta la vostra individualità, la vostra singolarità, la vostra particolarità. Questo è l’aperitivo, il resto ve lo leggee7
Vecchie conoscenze, Antonio Manzini, Sellerio
Rocco Schiavone è un personaggio così umano, così vero, così fragile, così contorto che nessun altro – se non Manzini – poteva renderlo così enorme. Foto sul comodino assicurata a Manzini, Giallini e soprattutto a Isabella Ragonese
Elogio di San Gennaro, Pietro Treccagnoli, Langella
Trek, al secolo Pietro Treccagnoli, è la napoletanità, senza esagerazioni, portata al livello massimo. Solo un arcinapoletano non credente – lo dice lui – si poteva accostare a San Gennaro e ai suoi misteri con la bellezza narrativa necessaria. Dopo l’Elogio si capiscono tante cose in più di Napoli.
Dalla Terra alla Luna. Rocco Petrone, l’italiano dell’Apollo 11, Renato Cantore, Rubettino
Essendo pochi, ma essendo anche così tremendamente talentuosi (ah ah ah) noi lucani ci cerchiamo ovunque. Il capo di questa unità specializzata è Renato Cantore che a Rocco Petrone, il capo di Apollo 11, ha dedicato ben due godibilissimi volumi. E siccome nelle sere d’estate la luna fa capolino con una certa civetteria bene si fa a leggere chi era e cosa ha fatto Rocco Petrone da Sasso di Castalda (Potenza, così restringiamo pure la Lucania…)
Le passioni e gli interessi, Albert O. Hirschman, Feltrinelli
Se gli uomini fossero sempre in grado di seguire il loro vero interesse, vorrebbe dire che Dio onnipotente ha iniziato una nuova manifattura di umanità; deve esserci un qualche nuovo tipo di argilla, poiché il vecchio non ha mai prodotto creature cosí infallibili. Parola dell’economista che ha segnato più di tutti l’economia dello sviluppo e che – via Meldolesi – pure me!
I dieci libri di cui fare a meno
Quirinale, Bruno Vespa, RaiLibri
Il mistero di Bruno di Vespa è: ma quando trova il tempo di scrivere così tanti libri, così tutti uguali e con lo stesso format. Quanti ne avete nella libreria?
Una sirena a settembre, Maurizio De Giovanni, Einaudi
Tra decine di ospitate in tv, intervista su Napoli e il Napoli, testi sui più vari argomenti del pianeta terracqueo il più famoso- al grande pubblico – di tutti i De Giovanni pur da qualche parte l’allure la doveva perdere.
I segreti del Conticidio. Il «golpe buono» e il «governo dei migliori», Marco Travaglio, PaperFrist
Un padre difende i figli sempre, pure a costo di omissioni ed esagerazioni. Soldi buttati.
Controcrorrente, Matteo Renzi, Piemme
L’uomo che dopo zio Silvio ha più illuso gli italiani, racconta fatti, veri, dimenticando il suo ruolo e tutte le bischerate e le promesse mancate. Qualcuno potrebbe consigliare la lettura “L’Arte di scomparire”. Almeno per un po’.
Io sono Giorgia, Giorgia Meloni, Rizzoli
Avendo inteso che le prossime elezioni potranno essere per il suo partito un trionfo, la Meloni – che contrariamente all’immagine di una persona molto dura è tra i pochi politici cortesi e educati, almeno come l’ho conosciuta quando qualche anno fa ho presentato con lei il suo primo volume – si descrive. Lo fa come un obbligo. Assolto.
Anima e Cacciavite, Enrico Letta, Solferino
Bisognerebbe aiutare quest’uomo. Stava a Parigi a SciencePo – che è un posto meraviglioso – a pontificare tanto bene: un’intervista sull’Italia, una frecciatina a #staisereno che annaspava, un seminario. Si è calato in un’impresa improba: mettere ordine e dare un’anima a un partito che è un’accozzaglia di idee contrapposte. Bisognava aiutarlo da presidente del consiglio, passato inosservato. Ma nessuno lo aiuta. E questo libro ne è la testimonianza.
Il movimento del mondo, Parag Khanna, Fazi
Ogni cosa che scrive Parag Khanna è per me un obbligo alla lettura. Un visionario fantastico, sta sempre molto avanti. Stavolta ha scritto una cosa che a tratti è completamente incomprensibile. Prolisso, contorto: un pasticcio. Difficile da finire, meglio non iniziare nemmeno.
Il gene agile, Matt Ridley, Adelphi
“L’ottimista razionale” è uno di quei volumi da tenere sulla scrivania a diuturna consultazione, questo meglio lasciarlo negli scaffali.
La mediocrazia, Alain Deneault, Neri Pozza
Prima 20 pagine da urlo, il resto il trionfo della superfetazione. Che mediocre non sia pure lui?
Almarina, Valeria Parrella, Einaudi
La settimana scorsa Valeria Parrella, non richiesta, ci ha fatto sapere via Twitter che “Se ho capito bene una persona molto ricca il cui capitale, come tutti i capitali privati, deriva dallo sfruttamento altrui, si è fatto lanciare nello spazio, ha saltellato un po’, ed è tornato giù senza vergogna. Forse ho capito male”. L’editore di Valeria Parrella è Silvio Berlusconi, forse colui che, nella visione parrelliana, è forse peggio di Bezos (la cui vita non è stata esattamente un giro nei salotti bene) come capitalista cattivo. Almarina è una roba stranissima. Scrive una lettrice: “Questo è il secondo libro che leggo e fa parte dei 6 finalisti al #premiostrega. Non ne sono per nulla entusiasta. La narrazione è in prima persona, ma è più un divagare di pensieri all’apparenza disconnessi tra loro e tutti incentrati su Elisabetta, la maestra del carcere”. Alla prossima.
A cura di Mavi