“Siamo lì pronti a chiudere”, l’accordo è “molto buono” e “siamo a un bivio”: o si cambia o è “la palude”. Ieri il segretario del Pd Renzi è apparso ottimista. Ha difeso l’accordo con Berlusconi e invitato a chiudere la partita in Parlamento. Lo ha fatto in un’intervista a Ballarò, al termine di una giornata in cui si sono rincorse le voci di telefonate con il Cavaliere per raggiungere la quadra sulle riforme. E anche questa mattina le cronache riportano della lunga trattativa Renzi-Berlusconi, portata avanti in diversi contatti telefonici. Sulla legge elettorale si chiuderebbe a “quota 37” (soglia di accesso al premio di maggioranza). Forza Italia potrebbe accettare le primarie per legge e la delega al governo per ridisegnare i collegi, ma non vuole cedere sugli sbarramenti. Inoltre porta a casa l’emendamento “salva Lega”. Tutta in salita la strada degli sbarramenti, con il Pd che sembra d’accordo a mantenere le soglie del 5 (per i partiti coalizzati) dell’8 (per quelli non coalizzati) e del 12 (soglia sotto la quale una coalizione non è ammessa). A costo, ha detto Renzi, di “litigare con i piccoli partiti”. “Noi abbiamo fatto un accordo molto buono perché mette insieme il Senato, i poteri delle Regioni, i rimborsi ai consiglieri regionali, una legge elettorale che dia garanzie, il ballottaggio, insomma, l’accordo è positivo” ha spiegato ancora alle telecamere di Raitre. Ora la partita c’è l’ha in mano il Parlamento. “E qui bisogna vedere, non è che stia slittando. Finché slitta di un giorno o due… La aspettiamo da 20 anni, un giorno si può aspettare. Però il punto vero è che ormai siamo a un bivio: o si prova a cambiare davvero, modificando le cose che vanno modificate, oppure se non si fa nulla è la palude. Più di così, sinceramente, non potevamo fare”. Per quello che riguarda in particolare Berlusconi “è evidente che oggi è a un bivio. La partita è complicata, noi abbiamo fatto un accordo molto serio che prevede alcuni paletti, ci sono un paio di ipotesi di emendamenti, io confido che si possa chiudere rapidamente e poi… Se c’è da litigare con i piccoli partiti, si litiga con i piccoli partiti. Io con Berlusconi non voglio fare il Governo insieme, io voglio fare le regole insieme. Poi ciascuno se la gioca e chi ha più voti vince. Ma le regole scriviamole insieme, così fanno dappertutto le persone normali”. Per il segretario del Pd “siamo veramente a un passo, è lì, siamo lì pronti a chiudere perché questa legge elettorale, il cambio delle regole, le riforme costituzionali valgono più di una finanziaria, sono soldi e credibilità per l’Italia. Come si fa a buttar via questa occasione, veramente mi dispiacerebbe, sarebbe anche un modo per tradire i tre milioni di italiani che sono andati a votare alle primarie”.