Una guerra in Europa ha scatenato conseguenze in ogni campo. Di recente, il presidente Putin ha affermato che avrebbe emanato un decreto di “mobilitazione” per inviare nuove truppe in Ucraina. E poi ha tentato di terrorizzare il mondo, dicendo che in caso di “minaccia all’integrità territoriale russa”, avrebbe usato ogni mezzo e quindi, sarebbe ricorso alle armi nucleari. Il rischio si pone perché i referendum per annettere le quattro regioni dell’Ucraina orientale, sono stati favorevoli all’annessione alla Federazione Russa. Di conseguenza, queste regioni ucraine, ora sono territorio russo e quindi, si potrebbe giustificare l’utilizzo di arsenale nucleare, se le truppe ucraine le riconquistassero. Il segretario generale della Nato Stoltenberg ha scritto su Twitter: “…Gli alleati della Nato sono incrollabili nel nostro sostegno alla sovranità e al diritto di autodifesa dell’Ucraina: i referendum fasulli indetti dalla Russia non hanno alcuna legittimità e sono una palese violazione del diritto internazionale, queste terre sono dell’Ucraina”. In questo contesto l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ha detto: “Bisogna prendere sul serio le sue parole (intende Putin), di non minimizzarle fin dall’inizio come se fossero un bluff e di affrontarle seriamente”. Lo scenario di questi giorni è sorprendente: l’esercito russo ha subito la controffensiva ucraina; il ricatto di Putin sul gas non ha effetto; il peso delle sanzioni sull’economia russa è enorme. Il presidente Putin è isolato: l’Europa è unita; Pechino spinge per un “cessate il fuoco” tra Russia e Ucraina. In pratica, il mondo ha paura del nucleare. E poi qualcosa si è mosso: si sono verificate delle proteste riguardo a questa guerra…la fuga di parecchi uomini russi che non vogliono rispondere alla chiamata alle armi. Tutti noi siamo messi a dura prova. E potremo farcela, se ci sarà cooperazione tra gli Stati europei. Tiziano Terzani scriveva: “E’ nell’armonia fra le diversità che il mondo si regge…”. E’ così.
Rosa Mannetta