Il pentito Carmine Schiavone, colui che ha svelato i “misteri” del clan dei casalesi, ha rilasciato nuove importanti dichiarazioni al giornale Il Secolo XIX, raccontando che anche in Liguria sono stati sepolti veleni come nella cosiddetta Terra dei fuochi.
“È da 60 anni che le mafie stanno al Nord, come a Milano così a Genova. Controllate Genova”
Il boss ha specificato che suo cugino, grazie alle istituzioni corrotte, riusciva a guadagnare 1,2 miliardi, ma era solo il braccio, mentre le menti erano l’avvocato Cipriano Chianese, Gaetano Cerci e il piduista Licio Gelli che avevano amicizie importanti, mentre l’Arpa era in mano alla mafia e dunque non denunciava mai, ma ometteva. Nella Dda c’erano i veri nemici dello Stato.
Schiavone ha anche svelato che la decisione di pentirsi è dovuta alla volontà di fermare questo “sfacelo” perché la gente moriva a causa dei veleni nella loro terra, anche semplicemente con l’acqua minerale:
“abbiamo dovuto combattere le nostre guerre interne, mi stava anche bene, però non abbiamo mai ammazzato nessun bambino, nessun innocente”