Economia e finanza
«Reddito», dal Sud oltre il 50% di richieste. Arriva dal Sud e dalle Isole il 55,2% delle domande di reddito di cittadinanza. Lo rivela l’analisi delle prime domande presentate ai Caf, condotta dal Sole 24 Ore del Lunedì su un campione di 63.814 richieste. Proviene dal Nord il 23,3% degli aspiranti beneficiari, e dalle regioni del Centro il 21,4%. Se si guarda alla platea per età, spicca la scarsa incidenza dei giovani: sono appena il 6,7 per cento. Uno su dieci dei richiedenti non potrà sicuramente essere avviato al lavoro, trattandosi di persone oltre 67 anni. Le domande arrivate da stranieri sono oltre 9mila: nel caso degli extra-Ue, però, sarà necessario integrarle con una certificazione sui requisiti economici rilasciata dal Paese d’origine e tradotta in italiano. Sarà dunque necessario integrare la documentazione. Quanto invece al concorso per l’assunzione dei navigator co.co.co. ancora nulla di fatto. Intanto però il ministero del Lavoro ha incaricato la propria agenzia, l’Anpal, di mettere in piedi un bando di gara per scegliere dopo il 25 marzo, data di scadenza per la partecipazione, l’azienda che si occuperà di formulare il centinaio di domande a risposta multipla da sottoporre ai candidati. La scartoffia costerà all’erario 180mila euro e altri 35mila per la manodopera.
Flat tax, Salvini alza la sfida. Matteo Salvini la ritiene a portata di mano, nonostante i costi: «Noi non abbiamo smesso di lavorare sulla flat tax giorno e notte. Con questa manovra economica siamo già riusciti ad avvantaggiare tantissimi artigiani, partite Iva, commercianti, piccoli imprenditori: nel 2019 vogliamo entrare anche nelle case delle famiglie dei lavoratori dipendenti italiani». Eppure quello della flat tax per il lavoro dipendente rischia di essere motivo di nuovo scontro all’interno della maggioranza, tanto che il Mef poche ore dopo la promessa di Salvini, bollata come «illusoria e demagogica» dalle opposizioni, fa circolare lo studio di un mese fa sul costo della misura: 59 miliardi di euro, in pratica tre Finanziarie. Punge Luigi Di Maio: «Una promessa alla Berlusconi». Il compromesso però si troverà, assicura il leader M5S, che rilancia la proposta di «ridurre gli scaglioni e la pressione fiscale attraverso il coefficiente familiare». Una misura ricalcata sul modello francese, inserita da entrambe le forze nei loro programmi elettorali e poi scomparsa durante la scrittura del contratto di governo.
Politica interna
Zingaretti e il Pd: «Cambiare tutto». Zingaretti è in campo. Il Pd pure. E accorre numeroso come non accadeva da tempo all’Assemblea nazionale del partito. Il segretario, appena eletto, spiega che «serve un nuovo Pd e si deve cambiare tutto». Preannuncia una sorta di rivoluzione pure nei rapporti con gli alleati del centrosinistra: «Anche in Parlamento noi dobbiamo fare un passo avanti. Propongo una fase di rafforzamento e di collaborazione, dando vita a un coordinamento di tutti i gruppi di opposizione, come primo passo di un possibile nuovo campo di centrosinistra». «Ora il Pd deve puntare lui». Paolo Gentiloni solleva l’indice della mano destra e lo agita verso una direzione imprecisata. «Dobbiamo fare la corsa su Salvini, dev’essere proprio il leader della Lega il nostro obiettivo». Alla prima uscita da neopresidente del Pd, mentre entra nella sala dell’auditorium di Roma dove presenta il libro di Mario Tronti, Gentiloni si ferma a parlare qualche secondo delle ambizioni del nuovo Partito democratico. «Anche se oggi Salvini sembra il padrone d’Italia e il capo delle piazze, le cose cambiano. E cambieranno».
Fadil, il nuovo test: «Corpo radioattivo». Tracce significative di radioattività sono risultate presenti nel corpo di Imane Fadil in quantità tali da accreditare l’ipotesi iniziale che la donna sia morta per un avvelenamento dovuto proprio agli isotopi dei metalli pesanti. È stato un esame eseguito dopo il decesso su ordine dei magistrati milanesi a confermare i sospetti che li avevano spinti ad aprire un fascicolo, con l’ipotesi di omicidio volontario a carico di ignoti, per fare luce sulle cause della morte di uno dei testimoni dell’accusa nel processo Ruby Ter, quello a carico di Silvio Berlusconi accusato di aver corrotto testimoni dei vari processi su cene e dopocena ad Arcore. «Imane Fedil sapeva tanto. Probabilmente aveva deciso di fare un passo indietro. E l’hanno uccisa. So che, come tante altre bellissime ragazze, frequentava molto la nostra ambasciata. È lì, nel giro dell’alta diplomazia, che devono andare a cercare». È una indicazione sconcertante quella che arriva da Souad Sbai, 58 anni, giornalista di origine marocchina ed ex deputata del Pdl, oggi presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia.
Politica estera
Parigi devastata, il governo si scusa. Questa mattina alle 11 e 30 il premier Edouard Philippe presenterà al presidente Macron le proposte di ordine pubblico per fare in modo che le devastazioni di sabato sugli Champs Elysées non si ripetano. E stasera alle 18 Macron incontrerà all’Eliseo una sessantina di intellettuali per riflettere insieme sullo stato della Francia, una iniziativa presa molte settimane fa che prende un’importanza diversa dopo le scene di distruzione viste sabato, durante il XVIII atto della rivolta dei gilet gialli che dura ormai da quattro mesi. II premier Philippe ha convocato ieri una riunione d’urgenza con i ministri Castaner (Interno) e Belloubet (Giustizia), al termine della quale ha ammesso «malfunzionamenti» nella gestione dell’ordine pubblico. Il popolare blogger Maxime Nicolle si rivolge a chi era in piazza così: «Sono fiero di voi, finalmente non ci siamo comportati da pecore». Nicolle risponde al ministro dell’Interno, Christophe Castaner, che ha definito «assassini» i militanti del blocco nero. «Ci sono persone che cercano di distruggere la République con tutti i mezzi. Vogliono devastare, distruggere, con il rischio di uccidere» ha detto invece Macron, costretto a interrompere il suo weekend in montagna per precipitarsi nella capitale.
Slovacchia, l’europeista liberale batte i sovranisti. Ha tolto di mezzo sovranisti, euroscettici e populisti antimigranti con una spallata politica nel cuore di Visegrad. Ora, la battaglia decisiva sarà contro il candidato sostenuto dal partito al governo, il fortissimo Smer dell’ex premier Robert Fico. La liberale Zuzana Caputová, 45 anni, avvocatessa, ambientalista, attivista anti-corruzione e ostinata filoeuropeista, ha stravinto il primo turno delle elezioni presidenziali slovacche con il 40,5% dei voti contro il 18,7% del candidato di Smer, Maros Sefcovic, 52 anni, commissario per l’Energia dell’Ue. Ancora più deboli i candidati che avevano espresso posizioni estreme e diffamato Caputova come «estremista di sinistra troppo liberale e favorevole a migranti e gay», cioè Stefan Harabin col 14,15% e il leader dell’ultradestra nostalgica Marian Kotleba, con il 10,5%. Caputova appare dunque – secondo tutti gli osservatori – vincitrice annunciata al ballotaggio che si terrà il 30 marzo. Potrebbe diventare la prima donna presidente nella storia del Paese.