[nextpage title=”Politica interna” ]Politica interna
Legge elettorale – Il governo ha posto ieri la fiducia sulla nuova legge elettorale in discussione al Senato. In Aula è scoppiato il caos. M5S e Sinistra italiana hanno sollecitato il voto segreto su alcune pregiudiziali, il “no” del presidente Grasso ha scatenato la protesta. La sinistra ha issato cartelli #zero fiducia. I grillini si sono bendati gli occhi prima di occupare gli scranni della presidenza. Applausi di scherno, urla di “vergogna vergogna”. Mdp è salito al Quirinale per annunciare formalmente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’uscita dalla maggioranza. Per il segretario Pd Matteo Renzi, invece, la fiducia è uno strumento “assolutamente legittimo, il resto sono chiacchiere”. Oggi alle 14 la prima chiama dei 5 voti di fiducia sul Rosatellum 2.0. C’è attesa per l’intervento di Napolitano. Almeno 4 dissidenti nel Pd, mentre i verdiniani confermano il voto a favore. “Mattarella non firmi, non si renda responsabile dell’ennesima legge incostituzionale”, dice il candidato premier dei 5 stelle Luigi Di Maio, che oggi sarà davanti al Senato per protestare con Beppe Grillo e il resto del Movimento.
Referendum sull’autonomia – Lo spirito autonomista di Lombardia e Veneto è tanto forte che si esplicita anche nel modo in cui le due Regioni intendono procedere nella partita post-referendum. La prima, infatti, farà asse con l’Emilia-Romagna a guida Pd nel confronto con il governo. La seconda procederà in solitudine. Già lunedì erano emerse le prime differenze tra le due Regioni. Ieri c’è stata un’accelerazione che ha reso plastica la distanza. Il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa ha annunciato che il 6 novembre si terrà un tavolo unico Emilia Romagna-Lombardia.”Siamo pronti a un confronto di merito sull’autonomia – ha detto il premier Paolo Gentiloni – nei limiti fissati dalle leggi e dalla Costituzione. II Paese non ha bisogno di ulteriori lacerazioni sociali”. “Sono convinto che entro le elezioni si può arrivare a firmare un’intesa col governo”, dice Luca Zaia, presidente del Veneto, precisando che “vogliamo tutte le competenze previste dalla Costituzione, e lotteremo per averle, ma sempre nei limiti della legalità”. Matteo Salvini dichiara che non sapeva che il presidente Luca Zaia avrebbe chiesto per il Veneto anche lo statuto speciale, “ma farlo è nel suo pieno diritto”, afferma.[/nextpage]
[nextpage title=”Politica estera” ]Politica estera
Germania-Ue – Le priorità della Germania sono cambiate. E’ questo che racconta l’abbandono ufficiale della scena europea, ieri, da parte di Wolfgang Schäuble. Lo statista che ha di fatto guidato per 8 anni la risposta della Ue alla Grande Crisi si ritira a Berlino perché è lì che Angela Merkel vuole il peso massimo della politica tedesca: dopo le elezioni del 24 settembre, che hanno registrato un terremoto nei partiti e nel Parlamento del Paese, la sfida maggiore della cancelliera è sul fronte interno. Non si tratta di un abbandono dell’Europa. Ma è la realizzazione che la perdita della stabilità sarebbe un disastro, in casa e nell’intero continente. Per questa ragione Schäuble ha lasciato il ministero delle Finanze ed è stato eletto ieri presidente del Bundestag. Da lì dovrà essere la figura che per i prossimi 4 anni alzerà la voce in difesa della democrazia e dell’apertura del Paese, in un’assemblea nella quale sono entrati 92 deputati del partito nazionalista Alternative für Deutschland (AfD).
Cina / Migranti – Il presidente Xi Jimping è il leader cinese più importante, e anche il più potente, dai tempi del “grande timoniere” Mao Zedong: i delegati del Congresso del Partito Comunista hanno infatti scritto il suo nome nella costituzione del partito come ispiratore del “pensiero di Xi Jinping”. Questo non significa certo che il Presidente Xi intenda seguire le orme di Mao prendendo decisioni personali impulsive e sconsiderate come il “Grande balzo in avanti” dell’agricoltura, o come la “Rivoluzione culturale” del 1966, ma che un lungo periodo di governo collettivo e abbastanza consensuale è stato definitivamente sostituito da un controllo centrale molto più stretto e cogente.
In Tunisia il 23 luglio sono stati liberati 1645 carcerati altri 1027 il 13 ottobre. Sono usciti dalle carceri di Mournaguia, Borj Amri e Siliana, troppo affollate per garantire anche solo condizioni di vita minimamente accettabili. Il presidente della Repubblica tunisima Beji Caid Essebsi concede indulti ogni anno. E così molti tentano la traversata: un viaggio di sola andata dalla Tunisia verso l’Italia costa solo 400 euro, la metà di un mese fa. Uno scafista rivela: “E’ un gioco politico, il presidente chiederà soldi all’Italia per chiudere la rotta”.[/nextpage]
[nextpage title=”Economia e finanza” ]Economia e finanza
Pensioni – 5 mesi in più per andare in pensione. Ieri l’Istat ha confermato il dato che da giorni pesava sul confronto governo-sindacati in materia previdenziale: la speranza di vita a 65 anni è salita, nel 2016, a 20 anni e 7 mesi, 5 mesi in più rispetto alla stima 2013. Un incremento analogo vale anche nel confronto rispetto al 2015, anno in cui si era registrato un andamento anomalo della mortalità poi superato. In base alla nuova speranza di vita seguirà, per via amministrativa, l’adeguamento dei requisiti di pensionamento che, da gennaio 2019, portano la vecchiaia a 67 anni (dai 66 anni e 7 mesi validi ancora per tutto l’anno prossimo) sia per gli uomini sia per le donne, mentre i contributi necessari per l’uscita anticipata arriveranno a 42 anni e 3 mesi (43 anni e 3 mesi per gli uomini). I sindacati si sono detti contrari e chiedono il blocco degli automatismi. Il presidente dell’Inps Tito Boeri: “Bloccare l’adeguamento dell’età dal 2021 in poi costerebbe fino a 140 miliardi fino al 2040: sono costi insostenibili”. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “I tempi per valutare e intervenire ci sono”. In realtà “ci vorrà un quinquennio almeno per arrivare a 65 anni, il livello europeo”, stima Alberto Brambilla, presidente del centro studi Itinerari previdenziali.
Bankitalia / Export – Ignazio Visco vicino alla riconferma a governatore della Banca d’Italia, anche se la certezza ancora non c’è e ci sono trattative tra Palazzo Chigi e Pd. Sulla riconferma pesano i timori del Colle che si possa indebolire il governo. I prossimi passi ufficiali: entro domani la lettera del premier Paolo Gentiloni ai vertici della Banca e, venerdì, il Consiglio dei ministri sulla nomina. Cdm che dovrebbe ratificare la proposta di Gentiloni che, salvo sorprese, dovrebbe indicare il nome dello stesso Visco, il cui mandato scade il 31 ottobre. Tra i nodi aperti c’è anche la “mina” della Commissione d’inchiesta sulle banche.
Lo scatto dell’export extra-Ue a settembre arrotonda il bilancio del made in Italy da gennaio, portando le vendite totali nelle aree più remote a quota 145 miliardi di euro: in 9 mesi 11 miliardi in più. Settembre, 5° mese utile consecutivo, non interrompe il trend avviato ormai da tempo (in 11 mesi solo un calo ad aprile), con vendite extra-Ue in progresso dell’8,1% su base annua, di 2 punti nel confronto congiunturale destagionalizzato. Risultati ottimi, e persino frenati al ribasso dalla presenza di un calendario meno favorevole, che a parità di giornate lavorative produrrebbe nelle stime dell’Istat una crescita superiore al 10%. Un progresso costruito grazie a crescite diffuse, che in termini settoriali escludono solo l’area dei prodotti intermedi, mentre beni strumentali (+10,1%) e di consumo (+7,4%) proseguono con la velocità dei mesi precedenti. Da segnalare il ritono degli Usa: recuperata la battuta d’arresto di agosto con una crescita dell’8,3%, commesse da Washington aumentate di 2,3 miliardi.[/nextpage]