Politica interna
Terremoto: Il governo vuole reagire subito per far fronte ai problemi dell’ultimo, tragico sisma e lo ha dimostrato presentando un piano che prevede tre linee direttrici: emergenza, ricostruzione e prevenzione. E’ previsto quindi lo spostamento degli sfollati dalle tende a edifici su moduli entro un mese, con l’obiettivo di garantire una sistemazione per tutti entro 4-5 mesi. Tra massimo otto mesi infine dovrebbe partire la ricostruzione. Questa coinvolgerà l’archistar Renzo Piano e dovrebbe seguire il modello del “tutto dov’era e com’era”. L’architetto, intervistato da Repubblica, spera in una flessibilità speciale accordata dall’Ue per far partire la ricostruzione e prevede lavori per una durata di due generazioni. Un ruolo di primo piano verrà interpretato anche da Vasco Errani, che presto dovrebbe essere nominato da Renzi commissario per far fronte all’urgenza. L’ultimo tassello sarà quello della prevenzione, con la partenza del progetto “Casa Italia” che, con 2-3 miliardi di finanziamenti ogni anno, avrà il compito di individuare situazioni a rischio sisma e rimediare con interventi per la messa in sicurezza. A tal proposito il ministro delle Infrastrutture Delrio ha intenzione di stilare una serie di linee guida per individuare gli interventi per cui concedere agevolazioni fiscal.
Centrodestra: Due eventi per due fronti politici. Il 16 e 17 settembre il centrodestra giocherà una battaglia a distanza per la leadership futura, con la convention di Parisi che riunirà i rappresentanti più moderati in opposizione al raduno leghista a Pontida, che per la prima volta ospiterà esponenti al di fuori del Carroccio, come Toti e la “vip” Marione Maréchal-Le Pen. L’incontro leghista si svilupperà su tre giorni (altra novità) e potrebbe catalizzare le insoddisfazioni di altri esponenti vicini a FI, come ad esempio Brunetta che ha bollato la convention di Parisi come “un’iniziativa di un privato cittadino”. L’ex ministro ha specificato che settembre sarà il mese degli Stati Generali del centrodestra, richiamandosi agli accordi tra Berlusconi e Salvini. Quest’ultimo potrebbe dover fronteggiare, proprio a Pontida, agli attacchi del proprio partito, che festeggerà in quest’incontro il ventennale della svolta indipendentista proclamata da Bossi.
Politica estera
Libia: Nella giornata di ieri è partita quella che dovrebbe essere la battaglia finale (“Operazione Macomades”) per la riconquista di Sirte. Dopo gli sforzi dell’ultimo periodo dell’esercito fedele al governo di unità nazionale di Serraj (il bilancio riporta 452 morti), coadiuvato dai raid Usa e dalle truppe britanniche e italiane, rimangono da liberare i quartieri 1 e 3 dell’ex roccaforte di Gheddafi. Il supporto aereo degli Stati uniti dovrebbe prolungarsi oltre il 30 agosto, spostandosi anche in altre aree occupate dai terroristi. Dal punto di vista strategico l’assedio prevede tre fronti: uno a Est con la Brigata 166, uno a Nord dal mar Mediterraneo con le motovedette libiche e l’ultimo a Sud con un contingente rimasto indietro rispetto ai commilitoni. L’Isis risponderà con cecchini e kamikaze pronti a sacrificarsi saltando in aria con autobombe.
Germania: L’autunno della cancelliera Merkel (vincitrice delle ultime tre elezioni) potrebbe farsi molto caldo. Lo dice un sondaggio della Bild, che segnala al 50% la fetta di cittadini tedeschi contraria alla sua ricandidatura, con un incremento del 2% rispetto a novembre 2015. I dati sono effetto delle iniziative di apertura intraprese dalla cancelliera nei confronti dei migranti ma la novità è che anche sul fronte politico la sua leadership comincia a vacillare. Il leader della Csu Horst Seehofer starebbe infatti meditando di non appoggiarla e Merkel avrebbe temporeggiato finora proprio in attesa di una risposta da parte del leader Csu. Ecco quindi che si prevede un suo eventuale annuncio di ricandidatura solo in primavera 2017. Crescono intanto le percentuali del partito populista AfD che nelle prossime elezioni regionali in Meclemburgo-Pomerania dovrebbe ottenere un nuovo successo. Merkel continua comunque a sostenere le sue scelte sui migranti, convinta che “ognuno deve fare la sua parte” nell’Ue.
Economia e Finanza
Ttip: Mentre diversi fattori avevano portato a sospettare la morte del trattato commerciale tra Ue e Usa, ieri è arrivata la prima conferma ufficiale da parte del ministro tedesco dell’Economia Sigmar Gabriel, convinto che “i negoziati con gli Usa sono de facto falliti, perché noi europei non ci vogliamo assoggettare alle richieste americane”. Secondo le stime, il Ttip avrebbe portato a un incremento di 119 miliardi di euro del Pil europeo, 95 per quello Usa e 100 miliardi in più nel resto del mondo. Oltre agli ultimi eventi socio-politici, una spallata al Ttip sarebbe arrivata dalla contestazione nei confronti delle misure che avrebbero imposto un modello più simile a quello americano, con possibilità per le imprese di far causa ai governi, l’eliminazione di qualsiasi sostegno nazionale e una politica più favorevole agli Ogm.
Legge di Stabilità: Per la stesura della prossima manovra il governo sarà costretto a tenere sotto osservazione il debito pubblico. Questo, previsto in discesa secondo le previsioni di qualche tempo fa, si potrebbe avvicinare al 135% nel 2017. Ecco perché la prossima legge di Stabilità si configura come la più cauta finora presentata da Renzi. Il primo punto è il taglio Ires al 24%, già garantito con 3 miliardi. Secondo aspetto toccato sarà quello dell’assistenza, con due miliardi per Ape e innalzamento delle pensioni più basse. Terzo aspetto sarà quello legato all’istruzione, con 300-400 milioni di incentivi per diritto allo studio, ricercatori e istituzioni educative. Ultimo punto sarà quello legato alla competitività, con l’ampliamento della platea a cui sono destinati i premi di produttività e un super ammortamento al 140% per le aziende che investono. Il totale ammonterà quindi a 5-6 miliardi. Quindi, nonostante alcune azioni che il governo intraprenderà per recuperare circa 7 miliardi, dai conti potrebbero mancare 15-20 miliardi per centrare l’obiettivo di un rapporto Pil-Deficit all’1,8%, a causa anche della volontà del governo di bloccare l’aumento Iva.