Politica interna

 

Riforma Madia: La Corte Costituzionale si è espressa sulla Riforma Madia, la legge che cambierebbe diversi aspetti della Pubblica Amministrazione, dichiarandola “parzialmente illegittima”. La bocciatura arriva dopo il ricorso della Regione Veneto ed è stata decisa perché lederebbe alcuni punti chiave dell’autonomia delle Regioni. In conseguenza della decisione sono stati bloccati alcuni importanti decreti, due dei cinque tra quelli approvati giovedì e che regolano le modifiche su dirigenti pubblici e servizi locali. Inoltre dovrà essere rivisto il testo unico sulle partecipate, mentre si dovrebbe salvare quello sul pubblico impiego, ancora da approvare. Ma è tutta la legge delega che rischia di subire modifiche, tornando così in Parlamento per una nuova approvazione dopo il voto di agosto. Il premier Renzi ha commentato la vicenda puntando sull’inefficienza, sostenendo che “siamo circondati da una burocrazia opprimente, un Paese ingovernabile”. E’ stata l’ulteriore occasione per commentare la riforma costituzionale, che tra le modifiche comprende anche novità per il Titolo V, il testo che regola l’autonomia delle Regioni. “Poi mi dicono che non devono cambiare le regole del Titolo V” si è infatti lamentato Renzi, invitando alla riflessione che “abbiamo reso licenziabile il dirigente pubblico che non si comporta bene e per la Consulta la norma è illegittima”. Il ministro Madia non ha commentato l’accaduto, limitandosi a convocare i sindacati per l’incontro di mercoledì in cui si discuterà del rinnovo dei contratti pubblici.

 

Referendum/Manifestazioni: Si avvicina la data del referendum e le manifestazioni dai due fronti si intensificano, coinvolgendo tutte le forze politiche che nel weekend saranno presenti con iniziative soprattutto a Roma, Firenze e Verona. Ieri ha scaldato gli animi l’Anpi, che ha riunito al teatro Brancaccio di Roma i sostenitori del No, tra cui la Cgil. Sempre a Roma vi sarà oggi un corteo del M5S, in partenza alle 13.30 dalla Basilica di San Paolo fuori le Mura e che vedrà presente anche Beppe Grillo. Dalla galassia del centrodestra sono arrivate le parole di Berlusconi (FI), convinto che anche in caso di vittoria del No Renzi non sarà costretto ad abbandonare e lasciare il governo nelle mani di una squadra tecnica, ma gli converrebbe sedersi “attorno a un tavolo per una nuova legge elettorale” con tutte le parti politiche. I rappresentanti di FI si incontreranno oggi con Lega (il cui leader Salvini ha incontrato ieri la vicepresidente del Front National francese Marion Le Pen, nipote di Marine) e FdI per protestare a Firenze contro la riforma. A Verona interverrà Massimo Gandolfini del “Comitato famiglie per il No”, mentre domani sarà la volta del costituzionalista Alessandro Pace, che guiderà la manifestazione nazionale del Comitato del No, per cui si stima una presenza di 50mila persone.

 

Politica estera

 

Ue/Turchia: Non si è fatta attendere la reazione da Ankara alla decisione dell’Ue di congelare i negoziati di ingresso della Turchia in Europa. Il presidente Recep Erdogan ha infatti fatto sapere ieri che “la Turchia riaprirà i suoi confini e farà fluire i rifugiati di nuovo verso l’Europa se l’Ue andrà oltre”. Secondo Angela Merkel l’accordo tra Ue e Turchia “è nell’interesse di entrambe le parti. Le minacce non aiutano”, minacce che se si concretizzassero metterebbero in seria difficoltà i Paesi dell’Ue. Finora è il Parlamento europeo ad essersi espresso in maniera contraria rispetto al proseguimento dei trattati, ma la decisione non è vincolante nei confronti né della Commissione europea né dei singoli governi degli Stati membri. Nel mezzo intanto non si è ancora sbloccata la questione dei visti richiesti ai cittadini turchi che vogliono recarsi in Europa. Secondo gli accordi questi dovevano essere eliminati entro ottobre ma l’aspra reazione di Erdogan dopo il fallito golpe han portato a una frenata dei lavori. I segnali provenienti dalla Commissione europea sono comunque concilianti, con la portavoce Margaret Schinas che ha confermato l’impegno “a far funzionare l’accordo con la Turchia sulla gestione dei migranti” e che per quanto riguarda la liberalizzazione dei visti proseguono i lavori.

 

Isis: La guerra nei confronti dell’Isis procede anche sul piano dell’intelligence e dei servizi via internet, con l’Fbi grande protagonista. Tra le cellule più pericolose contro cui hanno condotto la guerra gli Usa, vi è stata quella conosciuta come “Legione”, smantellata tramite chirurgici attentati nei confronti dei membri ritenuti più influenti. Tra gli strumenti prediletti dal gruppo vi erano i social network, utilizzati per reclutare volontari e convincere alla guerra nuove leve. Particolare attenzione aveva suscitato Junid Hussain, considerato tra i leader della Legione e ucciso con un drone a Raqqa nell’agosto del 2015. Hussain era cittadino britannico e al momento la moglie non è stata ancora trovata e dovrebbe trovarsi a Raqqa.

 

Economia e Finanza

 

Legge di Bilancio: La manovra finanziaria del 2017 ha superato un ulteriore scoglio con il via libera alla fiducia chiesta dal governo alla Camera e che ha visto 348 voti a favore e 144 contrari. Lunedì vi sarà un ulteriore votazione dopodiché il testo passera al Senato, che potrà proporre modifiche sui capitoli che gli sono stati assegnati: energia, sisma giochi ed enti locali. Si è passati così dai 5mila emendamenti proposti a un totale di 216 modifiche, che prevedono alcune novità soprattutto in ambito di pensioni e bagarinaggio. Sul primo tema è stato ridotta la soglia di reddito da lavoro autonomo compatibile con l’Ape social, passando da 8000 a 4800 euro. Sul mercato secondario della vendita di biglietti si è inasprita di molto la pena, ora a 180mila euro mentre in precedenza si attestava a 5mila. Altre modifiche comprendono il congedo dei neo-papà (nel 2018 saranno avranno 4 giorni), una diminuzione a 3,02 euro per ettolitro dell’accisa sulla birra, un ampliamento a cd e musica sul web per l’utilizzo del bonus 18enni, una platea più larga di 3000 persone per gli esodati. Ha scatenato polemica invece il passo indietro sui finanziamenti alla sanità di Taranto, con un fondo di 50 milioni per combattere l’aumento di malattie dovute all’inquinamento industriale ritirato dalla manovra.     

 

Referendum/Spread: Continua a preoccupare l’andamento dello spread, ieri arrivato al valore di 190 punti (il più alto dal maggio 2014) per poi chiudere a 186. Per reagire allo scenario post referendum sarà necessaria una pronta risposta e la capacità di prevedere le conseguenze con anticipo. Mentre con il Sì l’Italia vedrebbe un’accelerazione della crescita e il ritorno dello spread a livelli simili a quello spagnolo, con il No sarebbero inevitabili scossoni sui mercati. Ma se il governo saprà trovare subito una risposta, potrebbe essere evitato il quadro catastrofico da alcuni evocato e la situazione potrebbe presto rientrare. I problemi nascerebbero da un’eventuale impasse politica, che potrebbe riaffacciare l’Italia davanti agli incubi vissuti nel 2011, ma con una differenza. Questa volta il tallone d’Achille non sarebbero i titoli di Stato (tutelati dal Quantitative easing messo in campo dalla Bce) ma le banche. Ecco quindi che si sono moltiplicate nelle ultime ore le richieste a Renzi per dare segnali di continuità, anche in caso di sconfitta. La prima è arrivata da Franceschini che, con un po’ di irritazione, avrebbe confessato di ritenere “da irresponsabili pensare di chiamarsi fuori in caso di vittoria del No”. Un altro appello sarebbe arrivato da Angelino Alfano, che nelle ultime ore avrebbe incontrato Berlusconi per discutere di una proposta di legge per il post-Referendum e vorrebbe convincere Renzi a condurre il processo da premier e non come soggetto esterno.