Politica interna
Ipotesi voto anticipato. Sembra essere già tramontata quell’ipotesi di accordo Pd, M5S e Lega che avrebbe impresso un’accelerazione verso il voto di giugno, come auspicato dall’ex premier Renzi. Il fronte del no al voto subito riprende forza, soprattutto perchè al Senato potrebbe contare su una maggioranza che impedirebbe revisioni alla legge elettorale. Pesano in questo contesto le parole del presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, che dice: “Nei Paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno. Non si toglie la fiducia al governo per il calcolo di qualcuno”. Sul tema si spacca il Pd: “Se forza, rifiutando il congresso e una qualunque altra forma di confronto e di contendibilità della linea politica e della leadership per andare al voto, è finito il Pd”, dice Pier Luigi Bersani rivolgendosi a Matteo Renzi, prospettando la nascita di “un soggetto ulivista largo, plurale, democratico”. Nel dibattito, pesano anche le parole di Emiliano: Senza congresso il Pd è morto. Se invece Renzi fa le primarie e le vince, ci rimette tutti insieme. “Potrebbe dimettersi subito, oppure aspettare la scadenza naturale. In questo caso il congresso si fa a settembre e poi si vota, dando il tempo a Grillo e Salvini di spiegarci la loro piattaforma programmatica”. Riguardo l’ipotesi voto anticipato, prudenza invece da Forza Italia: Berlusconi ribadisce di considerare il voto subito come un errore e si dice convinto che l’asse tra Pd e Movimento 5 Stelle non riuscirà a prendere forma.
Caso Raggi – Marra. Ricostruzioni dalla chat al centro dell’inchiesta su Raffaele Marra e i suoi rapporti con la sindaca di Roma Virginia Raggi. Marra, davanti alle proteste di Virginia Raggi, in difficoltà per la nomina del fratello Renato a numero uno del dipartimento Turismo del Comune, con 20mila euro in più in busta paga, ha ribattuto, sfidando apertamente la sindaca, che in chat gli rimproverava di non averla neppure informata dei vantaggi che il fratello avrebbe ottenuto. “Se vuoi scaricarmi, scaricami pure, se pensi che ti ho fregato… io ho agito correttamente”. La conversazione smentisce il sindaco che ha dichiarato di avere fatto tutto da sola e per questa vicenda si troverà oggi davanti ai pm che l’hanno indagata per abuso d’ufficio e falso. Intanto ieri dal blog di Grillo fiducia ribadita a Raggi e a tutta la giunta, anche se circolano sempre più inisstentemente voci di una eventuale votazione online sul destino della sindaca, soprattutto se dovesse realizzarsi l’ipotesi peggiore e non prevista: il patteggiamento per l’accusa di falso. Ma l’ala ortodossa è pronta ad accelerare anche prima, in caso di semplice rinvio a giudizio. Il patteggiamento vero e proprio invece è un’ammissione di colpa, ovvero inaccettabile per i vertici pentastellati che non a raso hanno inserito questa opzione nelle cause di dimissioni.
Politica estera
Emergenza immigrazione. Il “Fondo per l’Africa” consiste in 200 milioni da destinare a progetti comuni con Libia, Tunisia e Niger, ed ha come finalità strategica “rafforzare la frontiera esterna per evitare le partenze dei migranti irregolari”, come spiegato dal ministro degli Esteri Alfano, che ha sottolineato come per la prima volta vengano destinate risorse ad hoc per la gestione dei confini esterni, che si aggiungono ai 430 milioni di cui già dispone la Cooperazione. Il principio è che “l’Italia salva vite umane e mette soldi sul tavolo, quindi è leale e chiede la stessa lealtà ai partner”, ha puntualizzato il ministro Alfano. L’iniziativa segue le proteste italiane perché “l’Ue non ha mantenuto gli impegni presi sui ricollocamenti”. Da Berlino arriva invece un nuovo programma per convincere i migranti che hanno scarse chance di vedersi concesso l’asilo a tornare nei loro Paesi di origine, attraverso un contributo fino a 1.200 euro a persona in cambio della rinuncia a rimanere in Germania. Il ministero degli Interni ha deciso di integrare l’attuale “Reintegration and Emigration Program for Asylum-Seekers in Germany” (Reag) – un piano che garantisce ai migranti la copertura dei costi di viaggio e un contributo spese di 200 euro, cui si sommano da 300 a 500 euro a persona per le persone originarie di 45 Paesi, tra cui Afghanistan e Libia – con un nuovo piano di incentivi ancora più generosi riservati a chi non ha risorse finanziarie proprie.
USA. Il presidente USA Donald Trump ha scelto per la Corte Suprema Neil Gorsuch, 49 anni, nato a Denver, in Colorado, super – conservatore. Ora tocca al Senato confermare la scelta di quello che sarebbe il più giovane tra i nove magistrati che formano il fondamentale organo di garanzia costituzionale nel sistema americano. Partito Democratico però sul piede di guerra, per la convinzione che il posto spettasse a Merrick Garland, indicato da Barack Obama il 16 marzo 2016. Si annuncia quindi una dura battaglia parlamentare, con il presidente Trump che ha minacciato di modificare a maggioranza semplice le regole del “filibustering”, l’ostruzionismo del Senato. Sarebbe la cosiddetta “opzione nucleare”, per radere al suolo l’opposizione. Polemiche anche sul fronte europeo: l’Europarlamento ieri ha chiesto di bloccare la nomina di Ted Malloch ad ambasciatore statunitense presso l’Ue. Anche di questo si parlerà domani durante il vertice de La Valletta. L’escalation nei rapporti tra Ue e Usa è iniziata da diversi giorni e ha toccato l’apice l’altro ieri, con la polemica sull’euro e sul ruolo della Germania tra Peter Navarro, capo del Consiglio nazionale del commercio, e Angela Merkel. “Nella mia precedente carriera diplomatica ho aiutato ad abbattere l’Unione sovietica, ora sembra che ci sia un’altra Unione che ha bisogno di una scossa”, ha detto Trump in una intervista alla Bbc pochi giorni fa. In risposta, ieri Manfred Weber, capogruppo del Ppe ed esponente bavarese molto vicino ad Angela Merkel, ha affermato che “un ambasciatore americano che mette in dubbio l’euro e si augura la fine dell’Europa non deve essere accreditato.
Economia e finanza
Manovra. Si delineano le misure che il governo intende adottare per soddisfare la richiesta della Commissione Ue di una correzione dei conti, quantificata da Bruxelles in 3,4 miliardi: tagli di spesa limitati, per meno di 800 milioni di euro, con una prima riduzione delle agevolazioni fiscali, e nuove entrate soprattutto grazie alla lotta all’evasione ed un ritocco delle imposte indirette, come le accise, al fine di non pregiudicare il consolidamento della crescita. E’ questo il contenuto della lettera inviata ieri dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ai commissari Ue Pierre Moscovici e Valdis Dombrovskis. La lettera, accompagnata da un corposo documento sui “Fattori rilevanti per la dinamica del debito”, spiega che i risultati raggiunti su questo fronte — nel mirino di Bruxelles — sono “soddisfacenti”. Anche il deficit è in calo: 0,3 punti percentuali all’anno dal 2014, scrive Padoan. E poi ci sono le “circostanze eccezionali”: sisma e migranti. La parola ora passa a Bruxelles.
Trattativa Roma – Bruxelles. Bruxelles non avrebbe giudicato positivamente il contenuto della lettera inviata ieri da Padoan e che ha come oggetto le correzioni di bilancio previste nella prossima manovra, un grado di ambiguità che potrebbe costare caro all’Italia, anche, secondo alcuni, una procedura d’infrazione europea per il mancato rispetto della regola del debito, ovvero un restringimento della sovranità in campo economico e un rischio sui mercati che potrebbero penalizzare il Paese in termini di spread e interessi sul debito ben oltre i 3,4 miliardi della manovra richiesta dall’Unione. La decisione finale a Bruxelles non è ancora stata presa, ma si pensa sarà drammatica, tutta politica e arriverà a breve. In particolare c’è un aspetto sul quale i tecnici europei presteranno un’attenzione particolare, questo riguarda il calendario della manovra di bilancio. Visto da Bruxelles, appare inaccettabile un rinvio degli interventi a dopo eventuali elezioni anticipate a giugno. In quel caso difficilmente il governo potrebbe evitare di essere messo in procedura per deficit eccessivo fin da subito. Intanto il neo presidente del parlamento europeo Tajani dice: “Mi auguro che non ci sia procedura d’infrazione. Dev’essere il ministro Padoan a individuare una soluzione, d’accordo con la Commissione. Il confronto non può essere su chi ha ragione e chi ha torto. In una famiglia le regole vanno rispettate. Certo che bisogna risanare i conti pubblici e questo è vero sia in Italia che in altri Paesi. Ma flessibilità e crescita non devono essere una scusa per non farlo. La questione non va drammatizzata, occorrono impegni seri”.