Politica interna
Governo – Matteo Renzi si prepara al debutto come capo dell’esecutivo. Il suo sarà un programma d’azione serratissimo, che vuole portare a termine a tutti i costi. Renzi è stato chiaro sul punto, soprattutto con gli alleati: “Non voglio ibernare la legge elettorale. Non voglio abbandonare l’idea di fare le riforme. Non è vero, come è stato detto e scritto, che ho rinunciato all’Italicum”. La sua arma di ricatto nei confronti di Alfano e dei partner più piccoli è sempre la stessa, e la ribadisce il sottosegretario Delrio durante un’intervista rilasciata a Lucia Annunziata: “Se sarà necessario si potrà sempre staccare la spina”. Renzi sottolinea che “questo non è il governo Renzi-Alfano, non è come il governo Letta-Alfano”. Nonostante l’aria spavalda il neo premier sa bene qual è la posta in gioco, tanto che ai suoi uomini confida: “Io mi sto giocando tutto” … “non cerco e non cercherò giustificazioni”. Dal voto della Camera e del Senato Renzi non teme sorprese: “Non ci saranno imboscate parlamentari”, assicura ai suoi.
Renzi – Il discorso che Matteo Renzi terrà oggi in Aula avrà i tratti personali del suo estensore. A cominciare da un appello tutto politico ai “bravi ragazzi” del Movimento 5 Stelle: “Non votate la fiducia, non ve lo chiedo. Ma valutate nel merito i provvedimenti che condividete”. L’intervento girerà intorno a due parole chiave: “Coraggio” e “opportunità”. Il “coraggio di cambiare” abitudini, rendite, privilegi. La fretta di “dare all’Italia una scossa”, con più opportunità per tutti. “Andremo dritti su riforme, lavoro, scuola, semplificazioni”, anticipa il premier. Nei suoi appunti Renzi ha segnato alcune frasi per indicare la direzione di marcia: “Vogliamo un’Italia più attrattiva. In un anno abbiamo dimezzato il valore degli investimenti stranieri in Italia. E un paese che non attrae è un paese spacciato”. Un risultato che passa attraverso il cambio delle regole della Pubblica amministrazione. E ancora: “Dobbiamo puntare a una società che sia contemporaneamente più aperta al merito e più rispettosa dell’uguaglianza”. Un apparente ossimoro, ma non per il leader del Pd: “L’uguaglianza si tradisce anche rifiutando il merito. Dove non c’è merito vince il potere delle rendite”.
Italia Unica – Corrado Passera presenta all’Aranciera di San Sisto il suo nuovo “incubatore, start up, movimento politico”. Si chiama Italia Unica, diventerà un partito. Alla presenza di un pubblico elegante e moderato Passera si lascia andare a un giudizio sul governo Renzi: “Ci auguriamo che abbia l’ambizione e la capacità di realizzare ciò che serve. Non abbiamo bisogno di un altro governo di transizione”. La nuova formazione politica non sarà né di destra né di sinistra, e offrirà un’alternativa “a quel 60 per cento di italiani che non va a votare o vota scheda bianca”. Passera ha studiato un piano per mettere in circolo addirittura 400 miliardi. Per prima cosa lo Stato dovrebbe rimborsare subito 100 miliardi di debiti nei confronti delle imprese, non solo i 15 l’anno che sta restituendo dopo l’iniziativa del governo Monti. Secondo: mettere nelle buste paga dei lavoratori il Trattamento di fine rapporto che si matura da ora in avanti, senza oneri fiscali né contributivi. Terzo: possibilità per aziende e lavoratori di contrattare due mensilità in più all’anno senza oneri fiscali né contributivi a fronte di forti aumenti di produttività. Quarto: 200 miliardi di credito a famiglie e imprese da parte della Cassa depositi e prestiti, in un ruolo modellato sulla Banca pubblica per gli investimenti tedesca.
Politica estera
India – Oggi la Corte Suprema di New Delhi dovrebbe stabilire con quale legge mandare a processo Salvatore Girone e Massimiliano Latorre: sulla base delle legge antiterrorismo Sua Act oppure della legge ordinaria. La questione sarà una delle prime che il nuovo presidente del Consiglio e i suoi ministri dovranno gestire: decidere come rispondere a Delhi. Al punto in cui sono arrivate le cose, la macchina messa in movimento da settimane da Farnesina e governo Letta ha come sbocco unico il rifiuto della giurisdizione indiana nella vicenda. L’intenzione dell’Italia è quella di strappare il processo all’India per ricorrere alla giustizia internazionale. Ora il nuovo governo dovrà decidere se andare avanti o meno su questa linea.
Ucraina – Inizia a prendere forma il nuovo potere a Kiev. La Rada, il Parlamento ucraino, ha nominato presidente ad interim Aleksandr Turchinov, un fedelissimo dell’ex premier Yulia Timoshenko. Entro un paio di giorni dovrebbe nascere un Esecutivo di unità nazionale. I deputati stanno vagliando le candidature alla nomina di primo ministro. La Timoshenko ha ufficialmente chiesto di non venire presa in considerazione per tale carica. Durante una conversazione telefonica la cancelliera tedesca Merkel ha invitato l’ex premier, reduce da 30 mesi di detenzione, ad andare in Germania e l’ha formalmente pregata di “impegnarsi per l’unità del Paese”.
Economia e Finanza
Draghi – Il presidente della Bce Mario Draghi parla dell’Italia, un Paese al quale servono “stabilità e riforme”. Alla domanda su cosa dovrebbe fare l’esecutivo Renzi per colmare il gap di crescita e creare nuovo lavoro Draghi risponde: “Si sa cosa deve essere fatto. Io stesso, quando ero governatore, l’ho detto più volte. Perciò, il problema non è cosa fare, ma farlo”. Da Sydney Draghi saluta come “importante” la decisione del G20 di puntare tutto sulla crescita. O meglio, di fissare un target per innalzare il Pil globale del 2% in 5 anni attraverso riforme strutturali coordinate e politiche mirate. Questo coordinamento può tradursi in un aumento della ricchezza globale pari a 2,5 trilioni di dollari, con decine di milioni di posti di lavoro in più. Una svolta economica che non significa più solo austerity, ma anche sviluppo sia pure “con misure che s’inquadrano in un contesto di sostenibilità di bilancio”.
Pa – La farraginosità della Pubblica Amministrazione italiana costa mediamente ad azienda 11mila euro e fa perdere 45 giorni lavorativi all’anno. Tra tasse alte e cattivo funzionamento della macchina pubblica, l’Italia si ritrova così in fondo alla classifica europea relativa agli Ide: gli investimenti diretti esteri. Solo la Grecia è meno attrattiva di noi. Per la banca Mondiale siamo al 65esimo posto nel mondo e al 25esimo nell’Ue, per facilità di fare impresa. Secondo una recente indagine della Cgia di Mestre sono necessari ben 234 giorni per ottenere tutti i permessi per costruire un capannone, 33 in più rispetto alla media europea. Secondo Confartigianato solo gli adempimenti relativi alla sicurezza sul lavoro, per una piccola impresa rappresentano l’8% del costo del lavoro per personale dipendente. Complessivamente per l’intero sistema produttivo la burocrazia costa 31 miliardi di euro l’anno, quasi due punti percentuali di Pil.