Politica Interna
L’attacco di Renzi: il centro-sinistra verso le elezioni. Matteo Renzi non arretra. Per la coalizione «larga» che vuole costruire, con la convinzione che così si possa «arrivare al 40 per cento», non metterà veti «però non li accetterò». Il che significa che per il leader del Pd non esiste l’ipotesi che l’alleanza vada alle elezioni guidata da un altro esponente del partito. Renzi ammette che il nome di Gentiloni è spendibile e questo non è un caso. Il nome del premier serve ad allargare i confini della futuribile coalizione a cui Renzi pensa: un’alleanza che deve avere una componente centrista, «perché le elezioni si vincono anche al centro». Paolo Gentiloni lo sa: stavolta la forza delle cose potrebbe invertire un destino per ora segnato. La striscia di sconfitte del Pd non si ferma più e Matteo Renzi fatica ad invertire un trend che sembra essersi trasformato in un piano inclinato. Ma di una candidatura a palazzo Chigi il premier non vuole saperne. Intanto, Mdp molla gli ormeggi e naviga verso un processo unitario che tenga insieme la galassia alla sinistra del Pd, da Possibile di Pippo Civati a Sinistra Italiana fino al cosiddetto movimento del Brancaccio. Dopo mesi di tira e molla con Giuliano Pisapia, Mdp ha trovato il suo leader. «Non tiro perla giacchetta nessuno ma se dipendesse da me Pietro ci starebbe da Dio», dice Bersani.
Di Maio contro Renzi; Salvini difense il M5S. Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere giudica positivamente l’esito del voto di domenica scorsa alle regionali nell’isola. «Alle Politiche quel 35% può diventare un 40% e portarci dritti al governo del Paese. Sono molto soddisfatto: abbiamo ottenuto un risultato straordinario per un Movimento che ha corso da solo contro le grandi ammucchiate che abbiamo visto a destra e a sinistra». E dichiara: «Renzi dice che io scappo? E’ una sciocchezza. Ho preso atto di quello che era accaduto in Sicilia dove il Pd ha preso una batosta clamorosa. Forse Renzi ha ancora bisogno di “elaborare il lutto”. I suoi lo hanno fatto abbastanza velocemente e tutti infatti propongono nuovi leader. Di fatto il ministro Orlando, i capigruppo Zanda e Rosato lo hanno rottamato». A destra, Salvini, intervistato dalla Stampa, dichiara che ora è il momento di guardare al resto del Sud, alla campagna elettorale per le politiche, ai rapporti con il Cavaliere. Le loro strategie di comunicazione non coincidono su come affrontare i grillini: «Non condivido chi nel centrodestra insulta o riduce a una scelta di disperati o fannulloni il voto dato ai M5s, che invece merita rispetto. C’è stato un voto disgiunto a favore del candidato presidente che ha preso più preferenze della lista. Loro sono il primo partito in Sicilia quindi ci devi ragionare e dialogare»
Politica Estera
L’Arabia accusa Teheran. L’Arabia Saudita accusa l’Iran di «attacco militare diretto» per il missile lanciato dai ribelli yemeniti Houthi su Riad e risponde con un raid che elimina uno dei leader del movimento sciita, Adnan Zbarah. II blitz dell’aviazione è scattato durante una riunione del comandante con altri capi della provincia di Saada, confinante con il regno, e ha portato all’eliminazione di «dozzine» di militanti. Un segnale agli avversarsi del principe Mohammed bin Salman: dopo la grande purga della notte fra sabato e domenica il clima è cambiato e Riad reagirà colpo su colpo. Quella stessa notte gli Houthi avevano lanciato uno Scud modificato, «Burqan», con una gittata di oltre mille chilometri, sull’aeroporto della capitale saudita. Un affronto, definito «un crimine contro l’umanità».
Usa-Corea del Nord. Nella tappa a Tokyo lunedì Donald Trump ha detto che l’era della «pazienza strategica e della debolezza» con la Nord Corea è finita. Tre portaerei americane si preparano a manovre con sommergibili, altre navi da guerra e cacciabombardieri davanti alla Penisola coreana. Ma ieri a Seul il presidente ha cambiato versione: «Vedo un certo movimento, è sensato che i nordcoreani si siedano a un tavolo e facciano un accordo». Quella in Sud Corea è la tappa più breve del tour in Asia di Trump, 24 ore scarse, già oggi sarà a Pechino, ma è la più delicata sul fronte della minaccia nordcoreana, per il rischio di una guerra della quale l’alleato sudcoreano non vorrebbe sentir parlare. Però il messaggio nuovo che il capo della Casa Bianca ha lanciato ieri da Seul è incoraggiante, perché ha detto che nella disputa contro Kim Jong-un «stiamo facendo progressi», e non ha escluso come in passato il dialogo diretto.
Economia e Finanza
Npl, l’Italia attacca la linea della vigilanza Bce. Continua a creare tensioni la decisione della Banca centrale europea di rivedere in senso restrittivo le regole di vigilanza bancaria, chiedendo nuovi accantonamenti per far fronte a crediti in sofferenza. Sulla questione, il contrasto è istituzionale e politico; si moltiplicano le critiche dall’Italia, che teme ripercussioni economiche. Proprio oggi l’ufficio legale del Parlamento europeo dovrebbe pubblicare un parere sulla legalità dell’iniziativa presa in ottobre dall’istituto monetario. Ai primi di ottobre, la Bce ha presentato nuove regole di vigilanza bancaria che hanno suscitato non poche critiche. Queste prevedono che dal 2018 i crediti non garantiti diventati sofferenze debbano essere coperti da accantonamenti nel giro di due anni. Quanto ai crediti garantiti anch’essi diventati sofferenze, questi devono essere coperti da accantonamenti nel giro di sette anni.
Innalzamento età pensionabile. Esenzione dall’adeguamento a 67 anni dell’età pensionabile all’aspettativa di vita nel 2019 di 15 categorie di lavoratori impegnati in attività gravose: le 11 già previste dell’Ape social più gli agricoli, i siderurgici, i marittimi e i pescatori. Ma a patto che abbiano svolto la mansione pesante anche negli ultimi anni del loro ciclo lavorativo. È questa laproposta che ha calato ieri il Governo al tavolo tecnico sulle pensioni per escludere dall’aumento automatico della soglia pensionabile circa 15-17mila lavoratori, vale a dire il 10% circa di quanti andranno in pensione di vecchiaia nel 2019. E intanto, nel corso delle audizioni di ieri sulla manovra alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato, Banca d’Italia, Corte dei conti e Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) hanno detto in coro: l’architettura previdenziale va mantenuta inalterata, e bisogna limitare al minimo gli eventuali ritocchi intervenendo in modo chirurgico sulle situazioni di «disagio effettivo».