Politica interna
Governo – Matteo Renzi è sempre più dubbioso circa l’opportunità di una staffetta di governo. E fa capire che, anche se ciò dovesse avvenire, lui non avrebbe alcuna garanzia di poter “riformare l’Italia” mettendosi nelle mani di un Parlamento con una composizione siffatta. Una compagine dai numeri fragili, che potrebbe accordargli la fiducia e, alla prima occasione, voltargli le spalle. “Chi ce lo fa fare?”, si domanda Renzi, “nessuno di noi ha mai chiesto di andare a prendere il governo”. Anche Romano Prodi si è espresso negativamente su questo tipo di scenario e ieri, dalle colonne del Mattino, si è augurato che “non si ripeta quello che fu un suicidio politico”, alludendo al passaggio di testimone tra lui e D’Alema nel ’98. E invitando al contempo Letta “a rischiare di più con uno scatto, perché la mediazione ora non paga”.
Legge elettorale – Comincerà oggi pomeriggio, presso la commissione Affari costituzionali, l’esame degli oltre 400 emendamenti della riforma elettorale, il cosiddetto Italicum. Il “comitato dei nove” dovrà dare un parere e stabilire la compatibilità delle modifiche rispetto al testo base che approderà domani nell’aula di Montecitorio, dove sono previste circa 24 ore di discussione. “La legge è solida e ha un suo perché”, dice con convinzione il presidente dell’organismo parlamentare, il forzista Francesco Paolo Sisto. Tuttavia il vero problema è politico. Ci si chiede, infatti, se reggerà l’accordo tra Renzi, Berlusconi e Alfano alla prova dei voti segreti che alla Camera è possibile chiedere sulla materia elettorale.
Letta – Il premier Letta parte dal rilancio economico, dalla legalità, dalla competitività e dalla lotta al crimine. Questi i capitoli chiave per ultimare e limare “Impegno 2014”, il contratto di coalizione che intende presentare al presidente Napolitano domani o al più tardi giovedì. Il documento, che raccoglie le proposte dei ministri e dei partiti della maggioranza, è strutturato secondo la matrice europea “obiettivi, azioni, scadenze, responsabili”. Il patto ruoterà attorno a un pacchetto per le imprese e a un nuovo impulso all’occupazione. Dentro “Impegno 2014” non finiranno né le riforme istituzionali né il jobs act, la riforma del lavoro. Iniziative politiche di fatto “appaltate” al Pd di Renzi.
Politica estera
Svizzera – Con una strettissima maggioranza l’elettorato svizzero ha detto sì all’introduzione di tetti a quote all’arrivo di immigrati nel paese. Al referendum di ieri la proposta dell’Udc, partito della destra conservatrice, è passata con il 50,3% dei voti. Ora il governo e il parlamento di Berna saranno obbligati a rimettere in discussione entro tre anni i trattati sulla libera circolazione delle persone sottoscritti con l’Ue solo pochi anni fa. L’esito di questo referendum interessa da vicino l’Italia, paese da cui partono ogni giorno 60mila lavoratori impegnati a nord di Chiasso. Bruxelles non ha tardato a manifestare la sua irritazione: “Il voto va contro il principio della libertà di movimento delle persone, ne esamineremo attentamente le implicazioni”, ha avvertito il portavoce della commissione Olivier Bailly.
India – Ci sarà anche il ministro della Difesa Mario Mauro oggi accanto a Massimiliano Latorre e Salvatore Garrone nell’aula n. 4 della Corte Suprema a New Delhi, dove dovrebbero essere finalmente formulate le accuse contro i due marò. A due anni dall’incidente in cui morirono due pescatori al largo di Kerala, le attese in India e in Italia sono grandi. È probabile che occorreranno più sedute per permettere ai giudici di arrivare a una conclusione. Sarà invece chiaro già in queste ore se l’accusa chiederà di usare la Sua Act, la legge antipirateria e antiterrorismo, e in questo caso se l’imputazione sarà, come trapelato, di “violenza” e non di “omicidio”, eliminando così la pena di morte automatica se i due marò fossero condannati. Oppure se la Sua Act sarà accantonata, come chiesto insistentemente dall’Italia. Ieri il ministro degli Esteri Emma Bonino ha ribadito che l’applicazione di quella legge “sarebbe contestata in aula dalla difesa italiana nella maniera più ferma”.
Economia e Finanza
Privatizzazioni – Per il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni la priorità è quella di portare avanti l’azione di governo già impostata, ovverosia le privatizzazioni, la revisione della spesa pubblica e i pagamenti degli arretrati alle imprese. Sul fronte privatizzazioni si svolgerà mercoledì una nuova riunione del comitato ad hoc. Dopo l’avvio delle procedure per la vendita del 40% delle Poste e del 49% dell’Enav, dovrebbe toccare a Fincantieri. Anche qui il governo punta a una vendita del 40%. Quanto alla revisione della spesa pubblica il commissario per la spending review, Carlo Cottarelli, presenterà entro la fine del mese le prime proposte di tagli. Sul punto Saccomanni e Letta si aspettano molto, perché dai risparmi sulla spesa pubblica dipende la possibilità di aumentare il taglio del cuneo fiscale. Una necessità richiamata l’altro ieri anche dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco.
Istat – Secondo l’ultimo rapporto sulla coesione sociale, elaborato dall’Istat lo scorso anno, il 61,2% dei giovani non sposati (tra i 18 e i 34 anni) vive ancora in famiglia. E sono gli uomini a trainare questo primato (4 milioni contro 3 milioni di donne). Il fenomeno si concentra in prevalenza al Sud. Campania, Molise, Puglia, Calabria e Basilicata si aggiudicano il primato negativo con circa due milioni di giovani che rimangono a casa con i genitori. Il risultato migliore lo consegue invece l’aera del Nord-est con appena un milione e 200mila giovani.