Politica interna
De Girolamo: Matteo Renzi attacca il ministro dell’Agricoltura coinvolta, anche se non indagata, in un’inchiesta sulla Asl di Benevento dalla quale emergono alcune intercettazioni telefoniche che la riguardano. Il segretario del Pd ricorda il caso del ministro Josefa Idem, che si dimise “dimostrando uno stile molto diverso da lei”, ed aggiunge “sul ministro De Girolamo deciderà Letta. Noi ascolteremo quello che avrà da dire, poi vedremo”. Ieri è stata depositata un’interpellanza parlamentare a firma Pd per la quale il ministro dovrà rispondere a Montecitorio, mentre i deputati del M5S pretendono chiarezza sulla sua posizione giudiziaria e chiedono al ministro Cancellieri di inviare ispettori a Benevento per verificare se non risulti iscritta nel registro degli indagati. La titolare dell’Agricoltura per il momento non pensa alle dimissioni e si dice “pronta a rispondere in Parlamento a tutto quello che mi verrà chiesto”.
Kyenge: polemiche per la pubblicazione, sul quotidiano della Lega Nord “La Padania”, di una rubrica che elenca tutti gli impegni ed appuntamenti pubblici della ministra all’integrazione. La Kyenge, a chi le chiede dell’iniziativa, risponde “Padania chi?” sollevando la reazione stizzita del segretario leghista Salvini che su Facebook scrive “Siamo quelli che la faranno dimettere”. Renzi giudica l’iniziativa “inqualificabile”, Vendola parla di “razzisti nostrani” ma il capogruppo leghista Bitonci rilancia accusando la Kyenge di voler “favorire la negritudine come in Francia”.
Forza Italia: Berlusconi rinvia la nomina di Giovanni Toti a coordinatore unico di Forza Italia. Il direttore del Tg4 e di Studio Aperto dovrà per ora accontentarsi del ruolo di portavoce unico del partito, per non urtare la suscettibilità dei veterani che hanno lanciato al loro leader una sorta di ultimatum chiedendo, per voce di Raffale Fitto, di “non mortificare chi è sempre stato al suo fianco nominando coordinatore unico un giornalista”. Berlusconi non rinuncia comunque alla sua vogli di novità ed insiste nel sottolineare che non bisogna chiudere le porte del Movimento alle nuove risorse.
Politica estera
Francia: Francois Hollande è riuscito ad evitare che l’attesissima conferenza stampa dell’Eliseo venisse monopolizzata dalla sua relazione con l’attrice Julie Gayet; alla prima, inevitabile domanda sull’argomento, il Presidente ha risposto che “le questioni private devono restare tali” aggiungendo “questo non è il momento né il luogo per parlarne”. Hollande ha promesso dieci miliardi di ulteriori sgravi contributivi per le imprese, a fronte dei quali dovranno corrispondere precise contropartite in termini di assunzioni di giovani e di aumento del tasso di occupazione a livello nazionale e di categoria, il presidente è poi tornato sul taglio della spesa pubblica confermando l’obiettivo dei 50 miliardi di riduzione a regime.
Caso marò: per sbloccare l’empasse che dura ormai da quasi due anni l’Italia ha deciso di ricorrere alla Corte suprema indiana e di inviare una missione parlamentare a New Delhi. Di fronte all’ennesimo rinvio per la presentazione dei capi d’accusa nei confronti dei due fucilieri di Marina e per allontanare una volta per tutte lo spettro della pena capitale, Roma bussa ora alla magistratura indiana, dopo aver battuto senza successo la strada della soluzione politica.
Egitto: fallisce il piano degli islamisti di bloccare il voto; in migliaia, rispondendo all’appello dei Fratelli musulmani, ormai fuorilegge, e di altri gruppi della galassia salafita, hanno cercato di bloccare l’accesso ai seggi dove 54 milioni di egiziani sono chiamati ad esprimersi sul testo della nuova costituzione. Ci sono stati scontri in molte città, ma già dalla mattinata lunghe file si sono formate all’esterno delle scuole dove sono stati allestiti i seggi e la situazione è rimasta sotto controllo. I cittadini sembrano aver risposto all’appello del presidente ad interim Mansour e del generale Al Sisi di partecipare al voto.
Economia e Finanza
Inflazione: negli ultimi quattro anni l’incremento del costo della vita non era mai stato così basso, essendosi attestato nel 2013 all’1,2%, meno della metà rispetto al 2012. Quindi listini prezzi praticamente fermi, con aumenti limitati solo al rincaro delle aliquote Iva. Ma dietro un’inflazione ai minimi c’è sempre lo spettro della deflazione, che sarebbe un colpo durissimo per la nostra economia, con effetti drammatici per tutti. Il calo dell’inflazione ha poi effetti negativi anche sul debito pubblico, che nel novembre scorso ha toccato il nuovo record a 2.104 miliardi. La corale richiesta al governo da parte di associazioni di categoria e sindacati è quella di adottare politiche per aumentare il reddito disponibile delle famiglie e quindi rilanciare i consumi.