Renzi – Matteo Renzi riunisce subito il Pd, senza aspettare la direzione di giovedì. All’ordine del giorno il patto di governo, condizionato dalla legge elettorale. “Il mio sistema preferito è lo spagnolo”, spiega Renzi. Un modello quasi bipartitico, quindi super bipolare. Lo stesso che piace a Berlusconi. “Ma del Cavaliere non mi fido quindi sono pronto a ragionare anche del doppio turno”. Vale a dire, il sistema che metterebbe d’accordo la maggioranza di governo, che Angelino Alfano sponsorizza come unica scelta e che, per salvare l’esecutivo, è stato adottato anche da Enrico Letta. Il punto però sono i rapporti di fiducia instauratisi nella coalizione. Sottolinea Renzi: “I tempi per me sono importantissimi. Se dovessi capire che Alfano svicola, rinvia o mette dei veti, mi tengo la porta aperta dell’accordo con Berlusconi”. Il segretario dei democratici pone come scadenza inderogabile il 27 gennaio: il dialogo con Forza Italia è l’”arma carica” per far capire ad Alfano che non saranno accettate dilazioni.
Letta – Enrico Letta, a Città del Messico per una visita di due giorni, tiene gli occhi puntati su Roma. Deve guardarsi le spalle dal pressing che gli arriva dal segretario del suo partito. Al premier non è piaciuta l’intervista che Matteo Renzi ha rilasciato al Corriere della Sera, e in particolare una frase: “Enrico non si fida di me ma sbaglia”. Dopo un’attenta riflessione Letta deicide di rispondere: “Invece io di Matteo mi fido e sono convinto che ci siano tutte le condizioni per lavorare bene insieme”. E aggiunge che “i problemi del Paese vengono prima di quelli personali”. Quanto al cambio di passo chiesto da Renzi il premier sottolinea che “siamo noi i primi a chiederlo ed è chiaro che quest’operazione può passare anche attraverso una revisione della squadra di governo”. Ad ogni modo “ogni decisione è rinviata a dopo il 16 gennaio”, giovedì prossimo, quando si riunirà la direzione del Pd. Fino ad allora i partiti avranno tempo per cercare un compromesso sui capitoli ancora aperti, legge elettorale compresa.
Alfano – Angelino Alfano, ospite ieri a Che tempo che fa, boccia il “Jobs act” di Matteo Renzi e invita Letta e Renzi a occuparsi delle questioni interne al Pd senza scaricare “le questioni del partito sull’Italia”. E ammonisce: “Il governo deve dimostrare di essere utile al Paese. Se c’è blocco, paralisi, stallo, sarà bene andare a votare”. Il leader del Ncd aggiunge di “voler cambiare la legge elettorale”, affermando che “le modalità di conteggio sono secondarie”. Quanto poi a chi debba guidare il centrodestra propone che il candidato sia scelto con “il metodo delle primarie”. I principi ai quali s’ispira l’azione di Ncd sono due: “meno tasse e meno regole”. Sul lavoro Alfano propone un piano più moderno e avanzato rispetto a quello del Pd, che giudica ancora “legato ai vecchi schemi del Novecento e della Cgil”. La linea del Ncd, dettata all’ex ministro del Welfare Maurizio Sacconi propone che, “attraverso il salario di produttività”, “il lavoratore possa guadagnare di più quando l’impresa va bene”.
De Girolamo – Il ministro delle Politiche Agricole, Nunzia De Girolamo, resiste alle polemiche sulle registrazioni, pubblicate da Il Fatto Quotidiano, relative a sue pressioni indebite sulla Asl di Benevento. Il ministro parla di “linciaggio mediatico” e si dice disposta a “chiarire al più presto in Parlamento”. De Girolamo dovrà spiegare quello scenario di scambio di favori, nomine e consensi elettorali che emerge dalle registrazioni compiute a sua insaputa dall’ex direttore amministrativo dell’Asl Felice Pisapia. E ora depositate in un’inchiesta, che non la vede fra gli indagati. Intanto De Girolamo incassa la “solidarietà” del suo partito, il “garantismo” di Forza Italia, e la sospensione del giudizio dei renziani del Pd.
Politica estera
Francia – Valérie Trierweiler, la compagna del presidente francese François Hollande, è finita all’ospedale, venerdì pomeriggio, quando ha saputo delle rivelazioni del settimanale Closer sulla relazione clandestina tra Hollande e l’attrice Julie Gayet. Ulteriore spina nel fianco per il presidente è il fatto che l’appartamento usato per gli incontri sarebbe legato agli ambienti del banditismo corso. Due notizie che mandano in frantumi il tentativo dell’Eliseo di contenere lo scandalo, alla vigilia della grande conferenza stampa di domani che avrebbe dovuto rilanciare la politica soprattutto economica del presidente.
Egitto – Gli egiziani andranno domani alle urne conoscendo già il risultato del voto. Al referendum sulla nuova Costituzione è infatti previsto che l’affluenza sarà massima e lo stesso sarà per la percentuale di sì, entrambe oltre il 70%. Un risultato supportato dalla campagna a favore del sì, attuata dal capo dei generali Abdel Fattah Al Sisi, l’uomo che dalla deposizione dell’ex presidente Morsi governa il Paese. È scontato che Al Sisi attenda i risultati per candidarsi a presidente.
Economia e Finanza
Basilea 3 – Il Gruppo di supervisione del Comitato di Basilea, presieduto da Mario Draghi, ha compiuto ieri diversi passi avanti nel completamento del programma di riforme del dopo-crisi, fra i quali va sottolineata l’intesa raggiunta sulla definizione comune dell’indice di leva finanziaria, “per superare le differenze fra le regolamentazioni nazionali”. Secondo Draghi si tratta di un “significativo passo verso la piena operatività di Basilea 3”, e “renderà gli istituti finanziari più resistenti agli choc finanziari”.
Btp – Debutta oggi il primo Btp con scadenza a 7 anni in un’asta del ministero del Tesoro. Insieme all’esordiente Btp a 7 anni verranno proposte oggi anche le scadenze a 3 e 15 anni per un importo complessivo compreso fra i 6,75 e gli 8,25 miliardi di euro. La ratio dell’operazione è da ricercarsi nel basso livello dei rendimenti che il Tesoro offre in un momento di spread basso: venerdì l’indicatore ha chiuso a 207. La scadenza a 7 anni permette di mettere in asta un rendimento intermedio tra quello a 10 anni (3,8%) e quello più ridotto del triennale.