Politica interna
Pd: Renzi ha fatto la sua mossa durante la direzione Pd, con una proposta di discussione in commissione alla Camera dell’Italicum basata su quattro punti: ballottaggio, premio di lista o coalizione, modalità di elezione dei deputati, scelta dei senatori. Il segretario ha però voluto dettare i ritmi della trattativa, anticipando che il dialogo comincerà solo dopo il referendum. La proposta ha però irritato alcuni degli esponenti della minoranza, parzialmente tranquillizzati dalle proposte concrete ma totalmente negativi sui tempi. Così Cuperlo ha parlato di un “segnale che si è fermato a metà strada”, minacciando di votare No in caso la discussione non cominci prima del referendum. E Speranza ha ricordato che “Italicum e riforma costituzionale cambiano la forma di governo in modo sostanziale”, chiedendo a sua volta che le due modifiche viaggino in parallelo. Il premier ha intanto espresso la sua frustrazione ai giornalisti, parlando della necessità dei compromessi nelle trattative politiche e descrivendo come “allucinazioni” le continue richieste avanzate dalla minoranza. Il rapporto tra le fazioni Pd rimane così in stallo, ma il filo su cui si regge si assottiglia ulteriormente.
Città metropolitane: Le elezioni negli enti che hanno sostituito le province hanno prodotto risultati inattesi. Il voto, espresso solo dai consiglieri comunali, ha portato infatti le due sindache pentastellate Raggi (Roma) e Appendino (Torino) a fallire l’obiettivo della maggioranza assoluta in Assemblea. A Roma infatti il M5S ha ottenuto 9 seggi (più quello della sindaca Raggi), ma avrà contro la nutrita rappresentanza di 8 esponenti del Pd e 7 del centrodestra. Appendino invece è stata superata dal Pd, che ha ottenuto 8 seggi contro i 7 del M5S (anche in questo caso si aggiungerà il voto della sindaca di Torino). Stessa sorte toccherà a De Magistris a Napoli, dove avrà a disposizione 9+1 voti ma dovrà vedersela con i 7 esponenti Pd e i 5 di FI. Le uniche certezze arrivano da Milano dove il sindaco Sala ha conquistato 14 seggi su 24, con FI a seguire con 5 seggi. In materia di Comuni il M5S ha dato nel frattempo un ultimatum all’Anci chiedendo cambiamenti sensibili all’unione dei Comuni, che Di Maio ha definito “il club del Pd”.
Politica estera
Stati Uniti: L’atteso dibattito tra i due candidati alla Casa Bianca si è consumato in un duello di battute sferzanti e attacchi personali, mandando in secondo piano i contenuti. L’aria che tira si intuisce dall’entrata sul palco dei due contendenti: non si stringono la mano. Il seguito è un’escalation di livore, con Trump che ha dichiarato “se vinco ti sbatto in galera”, facendo riferimento alla vicenda dell’email di Clinton, mentre la candidata democratica ha sfruttato l’onda di sdegno per le dichiarazioni sessiste di Trump per decretare che “non può essere il presidente degli Stati Uniti”. Concluso il dibattito, Clinton è stata eletta vincitrice con il 57% di preferenze secondo Cnn contro il 34% di Trump. Si allarga così la distanza a livello nazionale con la democratica che viaggia sul 46% di consensi, mentre il tycoon segue con il 35%. Numeri che cominciano a preoccupare ma che non escludono definitivamente dalla corsa il repubblicano. Nella giornata intanto si è fatto sentire Paul Ryan, leader della Camera statunitense, che ha riunito i deputati repubblicani per dichiarare: “non difenderò Donald Trump”.
Siria: Dopo i segnali di riavvicinamento degli ultimi mesi Putin ed Erdogan hanno sancito ieri la ritrovata intesa con la firma sul gasdotto Turkish Stream, che porterà il gas russo in Europa via Mar Nero. Il patto avrà inevitabilmente una ricaduta sul complicato scacchiere militare della Siria, dove Erdogan e Assad si osteggiano mentre Putin cerca di rinforzare l’alleanza con entrambi. Alla Turchia ha infatti promesso che non si opporrà nel caso in cui i turchi affronteranno lo Ypg, contingente militare formato da curdi e appoggiato dagli Stati Uniti. Ecco quindi che Putin ha indirettamente creato nuovi motivi di frizione tra Ankara e Washington, alimentando i sogni di gloria di Erdogan che coincidono con il contenimento dei curdi e la eliminazione di qualsiasi possibilità di rinascita del Kurdistan. Questo sarebbe l’obiettivo primario del presidente turco, che potrebbe anche mettere da parte l’astio verso Assad per facilitare la realizzazione del suo piano.
Economia e Finanza
Deutsche Bank: Secondo il Financial Times, la Bce avrebbe riservato un trattamento di favore nei confronti del colosso del credito tedesco durante gli ultimi stress test dell’Eba. L’accusa riguarda una concessione nella contabilizzazione della vendita da parte di Deutsche Bank della partecipazione nella cinese Hua Xia. Questa operazione non era infatti stata conclusa entro i termini stabiliti dall’Eba (dicembre 2015) ma è stato possibile inserirla a bilancio, migliorando la situazione di DB in caso di scenario avverso (Cet1 a 7,8% contro 7,4%). Nonostante non si tratti di un cambio sensibile, la banca tedesca è stata l’unica che ha potuto usufruire di un favore simile tra tutte le 50 banche testate. Deutsche Bank non ha rilasciato dichiarazioni a riguardo.
Flessibilità: La riunione dell’Eurogruppo è stata l’occasione per un nuovo incontro tra Padoan e Moscovici, protagonisti della serrata trattativa sui conti dell’Italia. Le dichiarazioni dei due economisti hanno lasciato intravedere una certa distanza ma contemporaneamente suggeriscono che un accordo è in dirittura d’arrivo. D’altronde la scadenza si avvicina, con l’Italia che dovrà presentare lunedì prossimo il progetto di bilancio del 2017. Moscovici così ha dato il suo “sì alla flessibilità” ma specificando che l’Italia non deve “giocare con le regole” e che deve “continuare a essere seria nello sforzo di riduzione del deficit”. Padoan ha risposto che l’Italia lavora “nell’assoluto rispetto delle regole” e non ha necessità di rassicurare nessuno, mentre sui regolamenti dell’unione il ministro italiano ha espresso le sue insoddisfazioni, chiedendo “una discussione sulla revisione del Patto di Stabilità e Crescita”. Volontà però non ascoltata, dato che durante la riunione il problema non è stato sfiorato.