Politica interna
Intercettazioni: dovrebbero essere approvate entro l’estate le nuove norme sulle intercettazioni telefoniche, lo conferma il responsabile giustizia del Pd David Ermini, che sottolinea come l’iniziativa procederà “non contro i magistrati, ma in accordo con loro”. Il capogruppo dei democratici in commissione Giustizia alla Camera, Walter Verini, chiarisce che “nessuno vuole impedire ai pm di fare le intercettazioni, ma va trovata una modalità in cui le conversazioni non rilevanti ai fini penali e dell’inchiesta siano secretate”. Le nuove norme potrebbero finire nella riforma del processo penale, ferma ormai da mesi in Senato; il governo nel 2014 ha ottenuto la delega ed è intenzionato ora ad accelerare sui tempi.
Anm: Piercamillo Davigo è il nuovo presidente dell’Associazione nazionale magistrati; per arrivare alla scelta è occorsa un’intera giornata di trattative, che hanno in alcuni momenti sfiorato la rottura, ma alla fine è stato scelto uno dei simboli di Mani Pulite, l’icona di “una stagione di riscatto sociale del Paese”, come ha proclamato uno dei colleghi che lo hanno eletto. La nomina avrà durata annuale, l’accordo tra le diverse componenti dell’Associazione prevede la rotazione ai vertici, quindi gli incarichi assegnati ieri saranno ridistribuiti tra le varie correnti fra 365 giorni. Il nome del presidente non è mai stato in discussione, il dibattito si è focalizzato sui nove componenti della giunta e sulla scelta di quanti posti attribuire ad ognuna delle diverse componenti dell’Anm.
Politica estera
Caso Regeni: il regime militare egiziano, che oppone il segreto e l’inviolabilità costituzionale della privacy delle comunicazioni per non consegnare traffici di cella e tabulati telefonici cruciali nell’indagine sugli assassini di Giulio Regeni, ha monitorato per otto settimane, dall’inizio di febbraio alla fine di marzo, ogni mossa, ogni spostamento, ogni comunicazione del team investigativo italiano al Cairo. Gli inquirenti sono stati costretti a non comunicare con posta elettronica e telefonini ed hanno dovuto utilizzare solo alcune linee fisse della nostra ambasciata, dove peraltro è stato necessario ricorrere a particolari contromisure per salvaguardare la privacy. La nostra diplomazia ha quindi lavorato sul caso in condizioni impossibili, limitando all’essenziale anche gli spostamenti a piedi o in macchina, perché regolarmente monitorati dagli apparati di sicurezza egiziani.
Cameron: migliaia di persone sono scese in piazza a Londra per chiedere le dimissioni del premier britannico, implicato nello scandalo “Panama papers” sui paradisi fiscali. Non è servito il suo mea culpa di poche ore prima, nel quale si è assunto la responsabilità di “aver gestito male la vicenda”. La manifestazione davanti a Downing Street ha chiuso una delle settimane peggiori per Cameron da quando è alla guida del governo; già alle prese con un partito spaccato e con la crisi dell’industria dell’acciaio, che mette a repentaglio migliaia di posti di lavoro, il leader conservatore ha dovuto ammettere di aver beneficiato di un fondo offshore creato dal padre, ma la gestione del caso è stata un vero disastro di pubbliche relazioni e la piena assunzione di responsabilità è arrivata dopo giorni di mezze verità e dichiarazioni maldestre, seguite dal tentativo di liquidare la vicenda come “questione privata”. A gioire dei guai di Cameron possono essere gli euroscettici per il referendum sull’uscita dall’Europa che si prevede apertissimo.
Economia e Finanza
Def: il consiglio dei ministri ha varato venerdì il nuovo Documento di programmazione economica e finanziaria, che ha per coordinate principali la “fase 3” della spending review, il nuovo tentativo di revisione della tax expanditure, una maggiore compliance per allargare le basi imponibili e contrastare l’evasione fiscale. Punti fermi della manovra restano l’obiettivo dell’1,8% di deficit e gli interventi da adottare con la “stabilità” in versione post riforma del bilancio, destinata a non essere inferiore ai 20 miliardi. Da diversi passaggi del Def emerge il deciso orientamento verso la spinta agli investimenti e soprattutto alla crescita, oltre che alla riduzione della pressione fiscale; a sottolinearlo c’è la premessa al Def del ministro Padoan, che parla di “nuove azioni di stimolo e aumento progressivo degli investimenti pubblici”.
Fondo banche: tra i soggetti che dovrebbero entrare da subito nel fondo destinato a ricapitalizzare, in caso di necessità, le banche in crisi e a sostenere le cartolarizzazioni degli Npl figura buona parte delle prime 10 banche italiane, più le principali compagnie assicurative. La conta sarà fatta domani, durante un incontro convocato al ministero del Tesoro nel quale si illustrerà il progetto, le premesse e le finalità ed anche le misure che ne accompagneranno il varo. Secondo fonti vicine al dossier sarebbe in preparazione un decreto contenente norme per l’accelerazione del recupero crediti ma anche possibili incentivo fiscali per chi investirà nel fondo. Se ne sarà di più domani, anche perché i dettagli sono in via di definizione. Di certo si sa solo che si punta ad alzare il velo sul progetto al più tardi martedì, prima di impegni all’estero che attendono sia Padoan che Renzi.