Matteo Renzi

Politica interna

 

M5S: Virginia Raggi e Paola Muraro sapevano dal 18 luglio dell’apertura delle indagini sull’assessora riguardante reati ambientali e abuso d’ufficio.  Lo ha ammesso la sindaca di Roma davanti alla commissione Ecomafie, specificando che la notizia era stata comunicata anche ad alcuni parlamentari pentastellati come Paola Taverna e Stefano Vignaroli ma non a Luigi Di Maio e Beppe Grillo. Rapida è stata la replica del direttorio romano che, per bocca di Carla Ruocco, ha negato di aver ricevuto una segnalazione. Paola Muraro intanto ha difeso la sua coerenza affermando che “non ho mai negato di essere indagata. Ho solo detto che non ho mai ricevuto avvisi di garanzia, che è la verità” e aggiungendo di aver consegnato in passato a Raggi un casellario giudiziario immacolato.

 

Referendum: Il protagonista della giornata è stato Massimo D’Alema che, al cinema Farnese di Roma, ha condotto l’incontro per catalizzare le attenzioni sul perché al referendum si dovrà votare No. Davanti a una platea di 300 persone, l’ex premier ha ironizzato sui continui posticipi della votazione e ha definito la situazione “un pastrocchio che spacca il paese”. Secondo D’Alema bocciando il referendum (paragonato alle modifiche proposte a suo tempo da Berlusconi) l’Italia metterà fine anche al Partito della Nazione. L’idea del dissidente Pd (che ha garantito che non uscirà dal partito) è di far proseguire lo slancio percepito nella manifestazione odierna anche dopo il referendum. Manifestazione che non ha però visto tra i partecipanti i maggiori esponenti della Sinistra del Pd Cuperlo, Bersani, Speranza, ancora in attesa di segnali d’apertura sull’Italicum. Ma le loro speranze saranno disattese secondo D’Alema, dato che l’iniziativa di cambiamento “non c’è, né è stata annunciata”.

 

Boschi: La visita del ministro delle Riforme a Torino al museo de La Stampa è stata l’occasione per un forum online, in cui Boschi ha difeso il Sì contro gli attacchi soprattutto di D’Alema, ribadendo che tra i modelli a cui guarda la riforma vi è quello tedesco. Per promuovere l’Italicum Boschi ha evocato lo spettro delle recenti votazioni spagnole, anche se ha ricordato che il parlamento potrà comunque cambiare la legge elettorale.

 

Politica estera

 

Russia-Stati uniti: Durante il G20 c’è stata l’occasione per i presidenti delle due superpotenze di dialogare su importanti temi. Ma non si è percepita distensione nei rapporti, tanto da rievocare un clima da guerra fredda. Lo dimostra l’ennesimo posticipo per l’accordo in Sira, dove Obama ha chiesto a Putin di porre un freno ai bombardamenti indiscriminati di Assad, senza riuscire ad ottenere l’ok dal presidente russo. Probabile che la situazione non si potrà sbloccare finché Putin non vedrà ritirate le sanzioni applicate dopo la questione Ucraina, ferita ancora aperta nei rapporti tra i due stati. Oltre a questi contenziosi si affaccia quello più moderno della cyber-guerra. Obama ha dichiarato che è aperta un’indagine per risalire ai colpevoli degli attacchi agli Stati Uniti che hanno portato alla pubblicazione di email di Stato e alle accuse verso Hillary Clinton e il partito democratico. Il presidente Usa sembra preoccupato da ulteriori iniziative in vista delle elezioni politiche e ha dichiarato che “si rischia una corsa ai cyber-armamenti”, evocando appunto la guerra fredda che ha coinvolto Usa e Russia in passato.

 

Germania: Nonostante la bocciatura delle elezioni regionali, Angela Merkel non fa passi indietro e sostiene che “le mie decisioni sono state fondamentalmente giuste”. Il commento di Merkel è proseguito sottolineando i lati positivi delle sue politiche e ricordando che lei stessa ha ammesso che non si potranno sostenere i ritmi del 2015 (un milione di profughi arrivati in Germania). Senza mezzi termini invece il commento di Frauke Petry, che ha decretato “l’inizio della fine della Cdu”. Infatti secondo la leader dell’Afd “Merkel si sta affossando da sola”. Cominciano intanto i malumori all’interno della coalizione conservatrice, con il ministro delle Finanze bavarese Markus Söder (Csu) che ha affermato che Berlino dovrà dare una scossa per andare incontro agli elettori.

 

Economia e Finanza

 

Istat: La nota congiunturale mensile dell’istituto guidato da Giorgio Alleva porta nuove notizie negative per il Paese. Sia la domanda interna sia l’offerta si sono dimostrate in calo, contribuendo sempre più al probabile fallimento dell’incremento del Pil lordo dell’1%, obiettivo considerato cruciale. Tra i fattori principali il pessimo clima di fiducia delle imprese, lo stop dei consumi delle famiglie e degli investimenti.  Diventa così sempre più difficile riuscire a invertire la tendenza del rapporto tra debito e Pil, fissato precedentemente in diminuzione da 132,6 a 132,4%. Ai dati sul Pil si aggiunge l’inflazione ancora negativa. L’unica segnalazione positiva arriva dalle entrate tributarie, salite di quasi 10 miliardi rispetto al 2015, con un incremento assoluto del 3,8%. La sfida del governo consisterà ora nel riuscire a coprire completamente la manovra da 25 miliardi nonostante i dati negativi riportati dall’Istat.

 

Petrolio: Arabia Saudita e Russia hanno firmato un accordo per stabilizzare il mercato del petrolio. Il patto arriva nonostante i rapporti tra i due Paesi siano abbastanza freddi e pone come obiettivo per i due stati la “necessità di produrre oltre il 21% della domanda globale di petrolio”. Per facilitare la missione sarà costituita una task force con il compito di “rivedere con continuità i fondamentale di mercato e raccomandare misure e azioni comuni mirate ad assicurare la stabilità e la predicibilità dei mercati petroliferi”. Non sono però emerse notizie riguardanti azioni per risollevare il prezzo del greggio, anche se i ministri dell’Energia dei due Paesi potrebbero optare per dei tagli di produzione. Niente fretta comunque, dato che secondo il ministro Al Falih domanda e offerta del petrolio “torneranno più o meno in equilibrio quest’anno”. I mercati hanno reagito timidamente alla notizia, con una crescita del 2% delle quotazioni del petrolio contro il 5% dell’ultimo periodo.