Politica interna
Riforme – Il timing delle riforme è in continua evoluzione, soprattutto perché deve confrontarsi con il prossimo stop estivo, circostanza che potrebbe spingere il premier ad accelerare i tempi a colpi di fiducia. Se la legge per le unioni civili, avverte il presidente della Commissione Giustizia Nitto Palma, rischia di slittare a ottobre e lo scontro sulle intercettazioni sembra rinviato a settembre, lo stesso ddl costituzionale è stato rimandato a dopo l’estate, anche perché su questo il premier – a differenza che su registrazioni e Rai – non vuole rinunciare ai voti della minoranza Pd. Il tutto proprio mentre il leader di Fi Silvio Berlusconi pensa a un appoggio al governo sul tema del fisco. La stretta adesso è su Rai e Pubblica Amministrazione: su quest’ultima l’Italia gioca la sua carta di credibilità con l’Europa. Ad aggiungere altri punti alla già fitta agenda politica del dopo-vacanze ci hanno pensato gli scioperi nei servizi pubblici, che nel 2014 hanno colpito i servizi pubblici 2.084 volte e che sono tornati alla ribalta negli ultimi giorni perché hanno coinvolto Fiumicino e Pompei. A settembre arriverà in Commissione al Senato la proposta di Pietro Ichino, che ricalca una passata di Maurizio Sacconi. La prima strada da seguire è che lo sciopero venga proclamato da uno o più sindacati che rappresentano il 50% più uno dei dipendenti. La seconda è che, anche se promosso da un sindacato minoritario, superi un referendum tra i lavoratori dell’azienda.
Ignazio Marino – Dopo l’addio dell’assessore al Bilancio Silvia Scozzese, il sindaco di Roma Ignazio Marino è impegnato su due fronti: da un lato il rimpasto da concludere entro domani, dall’altro il caos dei conti in Comune. Per la nuova giunta Marino punta su Mauro Causi sia come assessore al Bilancio sia come vicesindaco: un ritorno che però non convince Sel, che attualmente dà il suo appoggio esterno alla giunta. E se alla Mobilità il sindaco ha in mente una persona “fuori dal mondo”, alla Scuola spunta il nome di Marco Rossi-Doria, ex sottosegretario all’Istruzione. Quanto alla questione dei conti, la rottura con l’assessore al Bilancio dimissionario è avvenuta sulla gara per l’emergenza abitativa, per la quale si è fatto ricorso a proroghe considerate illegali dal ministero dell’Economia e non gradite alla Scozzese. Ma con lei, la sua rigidità e le sue politiche di austerità, ha contrattaccato il sindaco, “avremmo fatto la fine della Grecia”. Adesso Marino vorrebbe sforare il patto di stabilità e introdurre modifiche all’assestamento di bilancio per ottenere più liquidità, una procedura su cui gran parte dei consiglieri dem ha già espresso la sua contrarietà.
Politica estera
Turchia – Dopo la richiesta turca di aiuto contro il terrorismo, è stato fissato per domani a Bruxelles un vertice della Nato. Si discuterà, sul lato siriano, la minaccia dell’Isis, contro cui Ankara è scesa apertamene in campo dopo l’attentato di Suruc. Proprio ieri Papa Francesco ha lanciato un appello per la liberazione di padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria quasi due anni fa, e di tutte le altre persone sequestrate nelle zone di conflitto. Ma al centro del summit dell’Alleanza atlantica ci sarà anche il bombardamento turco delle postazioni in Iraq del Partito dei lavoratori curdi, che la Casa Bianca, a cui la Turchia avrebbe concesso l’uso delle basi aeree, ha fatto rientrare sotto l’ombrello della lotta al terrorismo.
Israele – Una giornata di preghiera in ricordo della distruzione del Primo e del Secondo Tempio si è trasformata a Gerusalemme in uno scontro con i militanti palestinesi, decisi a impedire le celebrazioni ebraiche. Dopo lanci di pietre e barricate contro gli ortodossi, la polizia ha inseguito i palestinesi per pochi metri dentro la moschea, che pare fosse stata trasformata in un vero e proprio arsenale. Dal canto suo, il mondo arabo ha accusato Israele di aver violato un luogo sacro. Il giorno e soprattutto il luogo degli scontri rischiano ora di trasformare un piccolo scontro in una nuova possibile ondata di violenze.
Economia e Finanza
Sanità – Un pacchetto di emendamenti al decreto enti locali, presentato nei giorni scorsi, darà la prima spinta alla spending review sulla sanità presentata ieri alla stampa dal commissario Yoram Gutgeld e concordata dalla Conferenza Stato-Regioni del 2 luglio scorso. Sul provvedimento in arrivo oggi al Senato non è escluso un ricorso alla fiducia. Il ministero della Salute regolerà con un decreto il taglio delle prestazioni specialistiche non necessarie: i medici inadempienti avranno decurtazioni del loro stipendio. Previsti un giro di vite anche per gli ospedali e l’azzeramento dei ricoveri negli istituti convenzionati con meno di 40 posti letto. In cifre, si tratta di un risparmio di 2,3 miliardi nel 2015 e di altrettanti nei prossimi due anni. In un’intervista a “Repubblica”, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin conferma la strategia del governo, precisando però che i risparmi devono rimanere quasi tutti dentro il servizio sanitario, soprattutto per lo sblocco del turnover, gli investimenti in ricerca, il rafforzamento del pronto soccorso e la distribuzione dei farmaci salvavita. “Non so quanto resterà per tagliare le tasse”, conclude.
Eurozona – Slitta ancora di un giorno l’inizio degli incontri della Troika sul terzo piano di salvataggio della Grecia, a causa di problemi tecnici legati alla sicurezza dei creditori, non politici o diplomatici, secondo quanto ha precisato una fonte del ministero delle Finanze ellenico. Intanto la Bce ha bocciato la riapertura della Borsa, chiusa da un mese, senza restrizioni per i trader greci e stranieri. Restrizioni su cui ora si attende un decreto ministeriale. Sullo sfondo della crisi greca resta la questione di un’Unione monetaria più completa. Così, se da una parte il primo ministro britannico David Cameron vuole esercitare il proprio pressing su Bruxelles anticipando il referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Ue fissato per il 2017, dall’altra parte il portavoce della Commissione Ue conferma l’ipotesi di un’imposta per il bilancio dell’Eurozona. In un colloquio con il “Financial Times”, lo stesso ministro dell’Economia italiano Pier Carlo Padoan sottolinea la necessità di una politica fiscale comune perché si realizzi una vera unione economica e monetaria oltre che politica.