Politica interna
L’inchiesta sui magistrati corrotti. Una ‘operazione congiunta tra la Procura di Roma e Messina ha portato la Guarda di finanza ad effettuare 15 arresti per due associazioni a delinquere dedite alla frode fiscale, reati contro la pubblica amministrazione e corruzione in atti giudiziari. Tra gli arrestati, un giudice del Consiglio di Stato, un magistrato della Corte dei conti, un pubblico ministero di Siracusa, un ufficiale della Finanza, un alto funzionario del ministero dell’Economia: nella «rete» tessuta dall’avvocato Piero Amara e dall’imprenditore Fabrizio Centofanti c’erano le giuste pedine per avere informazioni riservate sulle indagini in corso e soprattutto per «aggiustare» i processi. Personaggi di alto livello che sarebbero stati messi a «libro paga» per garantirsi decisioni favorevoli nel settore amministrativo e così avere la certezza di aggiudicarsi gli appalti pubblici, primi fra tutti quelli di Consip. Ma anche per «spiare» le inchieste, in particolare quella sulle tangenti dell’Eni avviata a Milano.
Le larghe intese nel dibattito elettorale. Le larghe intese che a Berlino prendono il largo in queste ore, diventano il grande tabù a Roma. Il governo d’emergenza o del presidente o governissimo si fa “inciucio”, roba sporca dalla quale tutti a parole devono dirsi distanti: a 25 giorni dal voto prenderle in considerazione equivarrebbe ad ammettere la propria sconfitta. Così, ieri mattina, è toccato a Matteo Renzi escluderle, ricalcando 24 ore dopo le parole di Silvio Berlusconi: meglio tornare al voto in mancanza di una maggioranza. Marcello Sorgi, sulla Stampa, scrive che la prospettiva di un nuovo voto a ottobre materializza un inubo “alla spagnola”. Ma ricorda che prima sarà necessario cambiare la legge elettorale, per evitare di ritrovarsi di nuovo di fronte a un risultato ingestibile, e quindi formare un governo, sia pure di scopo, sostenuto da una maggioranza in Parlamento. Ancora più scettico sulle reali intenzioni dei due leader,Francesco Verderami,
Economia e finanza
Borse europee in affanno. Tregua e rimbalzo per Wall Street, dove il Dow Jones è risalito ieri del 2,34%, forte arretramento di tutte le Borse europee, ancora crolli sui listini asiatici. Il Day after successivo allo scivolone di 1.175 punti registrato lunedì scorso dall’indice Dow Jones della Borsa di New York presenta un quadro di reazioni frastagliato. In mattinata è proseguito lo smottamento dei mercati asiatici, con l’indice Nikkei 225 di Tokyo in calo del 4,7%, Shanghai del 3,35% e Hong Kong addirittura del 5,12%. Mentre le Borse europee, dopo aver registrato in apertura perdite nell’ordine del 3-3,5% sono leggermente risalite in corso di giornata per chiudere comunque in profondo rosso: Londra -2,64%, Francoforte -2,32%, Parigi giù del 2,35%. Milano ha fatto appena meglio con una perdita del 2,08%. Le tensioni sui mercati finanziari, a partire da Wall Street, sono in larga misura dovute alle speculazioni al ribasso sulla volatilità, rappresentata da un indice (il Vix) su cui sono costruiti futures e vari prodotti finanziari. “Mercoledì e giovedì – si legge nell’articolo di apertura del Sole 24 Ore – però l’indice Vix è salito leggermente, spiazzando molti investitori e scatenando un effetto valanga tutt’ora in corso”. Coloro che hanno “affollato” la scommessa ribassista sul Vix […] hanno moltiplicato i ribassi con meccanismi automatici, causando un falò che in otto giorni ha bruciato 4mila miliardi di capitalizzazione borsistica nel mondo.
L’accordo dei metalmeccanici in Germania Intesa storica in Germania. Arriva la settimana di 28 ore Mai così bene l’orario per i metalmeccanici che hanno figli o genitori anziani A chi invece vuole lavorare di più sarà consentita l’estensione fino a 40 ore. L’intesa raggiunta tra il sindacato di categoria Ig Metall e gli imprenditori prevede non solo aumenti salariali del 4,3%, ma soprattutto la possibilità per i dipendenti di ridurre l’orario lavorativo da 35 a 28 ore settimanali. In cambio i datori di lavoro avranno la possibilità di estendere la settimana lavorativa da 35 e 40 ore per tutti i dipendenti che ne fanno richiesta, ottenendo così l’opportunità di introdurre fasce lavorative molto flessibili e di adeguare gli orari lavorativi all’andamento degi ordini. Annamaria Furlan, leader della Cisl, spera che l’accordo tedesco «faccia da apripista nella contrattazione di tutti i paesi europei, a partire dall’Italia, per la valorizzazione assoluta di una conciliazione seria tra lavoro e famiglia di cui si sente assolutamente il bisogno».
Politica estera
Le tarttative di governo in Germania. Oggi potrebbe essere il giorno della sospirata intesa tra Angela Merkel, Martin Schulz e Horst Seehofer. Ieri sera si è trattato fino a notte fonda e gli appuntamenti mattutini sono slittati tutti al pomeriggio. Compreso l’incontro della cancelliera con il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, spostato di qualche ora. Da sciogliere il nodo del ruolo di Martin Schulz, che vorrebbe sfilarsi dalla guerriglia che lo assedia da mesi nel suo partito salvandosi in un ministero. E nelle scorse settimane era circolata l’ipotesi degli Esteri. Intanto, in un sondaggio Insa per la Bild l’alleanza tra Cdu/Csu e Spd è crollata per la prima volta al 47,5%. I conservatori scendono al 30,5%, i socialdemocratici al 17%: abissi mai sperimentati prima. Il trio che da settimane cerca un accordo credibile per un Merkel quater ha perso la maggioranza.
L’allargamento della Ue ai Balcani. La Commissione europea ha proposto una strategia di integrazione nell’Ue per sei Paesi dei Balcani occidentali. Per i commissari, riunitisi nell’Europarlamento a Strasburgo, Serbia e Montenegro costituiscono l’avanguardia già inserita in un processo di adesione, che potrebbe concludersi intorno al 2025 o successivamente. Albania e Repubblica ex Jugoslava di Macedonia sono state accreditate di poter seguire subito dopo. Bosnia Erzegovina e Kosovo concludono questo gruppo definito delle «Sei bandiere». La vicepresidente della Commissione europea. Federica Mogherini l’ha definita una strategia «realistica» perché «i popoli e i leader dei Balcani hanno scelto di portare i loro Paesi all’interno dell’Ue, ognuno seguendo un proprio ritmo e tempo, e noi gli diciamo che abbiamo fatto la stessa scelta». La regione rappresenta un’area strategica per l’Europa (geograficamente è circondata da Stati Ue): ne va salvaguardata la stabilità e va sottratta dall’influenza di altre potenze, Russia in primis e Turchia.