Politica interna
Lega: Nel raduno di Pontida si è consumato un appassionante scontro tra Bossi e Salvini, passato contro presente, con il secondo uscito vincitore. Il partito si prepara così ad importanti cambiamenti che prevedono un’estensione dell’influenza a livello nazionale, un nuovo nemico (non più il Meridione ma l’Europa) e infine una temporanea archiviazione della secessione. Il senatur ha manifestato tutta la sua insoddisfazione paragonando la nuova Lega a “un’anfibio, che non è né carne né pesce” e sancendo che “la Lega non potrà mai diventare un partito nazionale”. Salvini, dopo aver ribadito con tre No il suo orientamento verso il referendum, ha fatto invece valere l’alleanza col Sud, convinto che sarà “la Lega a restituire la dignità del Sud”. E nelle dichiarazioni sulle possibili alleanze il segretario ha dimostrato di volere restare con la schiena dritta: “la Lega non sarà più un partito servo di qualcuno, come Forza Italia, o Berlusconi”. Sullo sfondo rimangono le contestazioni a Gad Lerner, scortato dallo staff di Salvini per evitare alcuni militanti troppo convinti.
M5S: L’anticipazione del primo capitolo del libro di prossima uscita “Supernova” svela interessanti retroscena del rapporto tra Grillo e Gianroberto Casaleggio poco prima della sua morte. Il libro, scritto dai due ex dirigenti del M5S Nicola Biondo e Marco Canestrari, parla di forti tensioni tra i due leader, culminate in un’ultima telefonata in cui Casaleggio prometteva di non voler più sentire Grillo. Alla base delle frizioni ci sarebbe stata l’idea sul futuro del Movimento, con l’imprenditore milanese convinto di dover rendere il M5S un soggetto sempre più autonomo rispetto alle origini, mentre Grillo si diceva deluso dagli ultimi sviluppi, affermando che “non credo sia questo che la nostra gente vuole, io non mi riconosco in questa roba”. Le tensioni sarebbero confermate anche tra Grillo e il figlio di Casaleggio, Davide, nonostante finora non si sia arrivati ancora a una resa dei conti. Si dovrà attendere ora la kermesse di Palermo per capire la strada che prenderà il Movimento.
Politica estera
Stati Uniti: Giornata drammatica per gli americani, vittime di un duplice attentato dalla chiara matrice terrorista. A New York, nel quartiere di Chelsea, 29 persone sono state ferite da un ordigno mentre poco più a nord la polizia ha trovato una seconda bomba inesplosa accanto alla quale era collocata una lettera scritta in arabo. Mentre il sindaco De Blasio ha negato l’assoluta certezza della pista terrorista, il governatore Cuomo si è detto convinto della matrice terrorista e che resterà solo da verificarne la natura locale o internazionale. Nella stessa giornata in Minnesota Dahir Adan, ventiduenne di origini somale, accoltellava otto persone in un centro commerciale, per poi essere ucciso da un poliziotto. Lo studente ha gridato “Allah è grande” mentre eseguiva il suo crudele atto e l’Isis ha confermato l’affiliazione rivendicando l’attentato, al contrario delle bombe a NY su cui non si è espressa.
Germania: Le elezioni a Berlino hanno rispettato i pronostici, confermando la discesa dei socialisti dell’Spd (da 28,3% del 2011 a 21,9%) e del Cdu di Angela Merkel (da 23,3% a 17,7%). Come previsto ha ottenuto buoni risultati la formazione xenofoba Alternative für Deutschland (AfD), raggiungendo il 13,8%, mentre a sorpresa anche la sinistra radicale (Linke) è cresciuta (15,6%). Quest’ultima si è resa protagonista di un serrato duello con i Verdi (in perdita da 17,6% al 15,3%). Il contraccolpo per la cancelliera c’è stato ma senza nessun ribaltone rispetto alle elezioni del Meclemburgo-Pomerania, dove l’AfD aveva superato il Cdu. Il governo cittadino non potrà però ora proseguire con la Grosse Koalition (Spd e Cdu), con i socialisti che dovranno guardare probabilmente a un terzo alleato. Uno scenario che potrebbe riproporsi nelle elezioni nazionali del 2017.
Russia: La scontata vittoria di Putin per il rinnovo della Duma si accompagna a un forte calo dell’affluenza (-20%). Gli ultimi exit poll parlavano di una percentuale del 45% di preferenze, con i Liberaldemocratici di Zhirinovskij a combattere il partito comunista per il secondo posto con risultati vicini al 15% per entrambi. Fallimento annunciato per tutti gli altri partiti (considerati di vera opposizione) che, non superando la soglia del 5%, non avranno accesso ai seggi eletti con il proporzionale, in un sistema che affianca proporzionale e collegi uninominali. Il governo, memore delle proteste del 2011, si è concentrato sullo svolgimento regolare delle votazioni, sebbene non siano mancate proteste per brogli.
Economia e Finanza
Legge di Bilancio: Il governo starebbe vagliando la possibilità di inserire una nuova asta per le frequenze televisive nella manovra, con un ricavo stimato in 700 milioni. Inoltre nell’attuale legge di Bilancio potrebbe essere anticipata la revisione di scaglioni e aliquote per il taglio Irpef, che verrà applicato solo nel 2018. Lunedì sarà comunicato il Def, con il quale si conoscerà l’aggiornamento del governo sul Pil e si avranno dati più certi sui fondi a disposizione, considerando anche le trattative con la Ue per la flessibilità. I temi principali restano sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, rilancio degli investimenti e riforma pensionistica, per la quale domani dovrebbe esserci l’incontro finale.
Bundesbank: Il presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann, intervistato da La Stampa, sostiene che il patto di stabilità non è così rigido come viene descritto e lo dimostrano le concessioni più volte concesse. Nonostante l’Italia sia sulla strada giusta per le riforme, Weidmann si chiede se abbia mai veramente intrapreso un percorso di austerity, dato che ha continuato negli anni ad avere un debito pubblico preoccupante. Il presidente della Banca esclude inoltre che si possa tornare a parlare presto di nuovi investimenti in Europa, essendo i debiti ancora troppi. Infine il presidente della Bundesbank non pensa che i tempi siano maturi per parlare di un’unità politica europea, perché questa comporterebbe un bilancio unico che sembra improponibile a giudicare dalle critiche ricevute da vari Paesi verso le regole attuali.