Coalizione Sociale – Primo appuntamento con la piazza per il movimento lanciato da Maurizio Landini, che ieri ha potuto contare sul sostegno di Libera, Arci, Articolo 21 e Libertà e Giustizia, oltre che dei metalmeccanici della Fiom. Hanno partecipato Sel e Rifondazione Comunista, ma anche rappresentanti del Pd, da Fassina a Rosy Bindi. Susanna Camusso era al corteo, ma ha tenuto un profilo basso e non ha preso la parola dal palco di Piazza del Popolo, definendo poi la manifestazione solo come un momento di protesta di “metalmeccanici iscritti alla Cgil che, giustamente, sono in lotta per una riduzione dei loro diritti”. Scatenato invece il segretario della Fiom, che ha attaccato frontalmente il Governo e Matteo Renzi, il quale si sta rivelando “peggio di Berlusconi” e “sta mettendo in pratica le indicazioni che venivano dalla lettera della Bce, rivendicando infine il ruolo di un “sindacato che non diventa partito, ma ha una sua soggettività politica”. Da Renzi non è arrivata nessuna risposta diretta, ma è toccato alla Serracchiani, vice segretario del Pd, raccogliere la sfida di Coalizione Sociale e inquadrarla in una dimensione squisitamente elettorale: “Vedremo nel 2018 se ha più consenso Renzi o Landini. Nel frattempo loro fanno i cortei, noi facciamo l’Expo”.
Forza Italia – Silvio Berlusconi prova a ricompattare il partito e, intervenendo telefonicamente a un convegno milanese organizzato da Maria Stella Giannini, ha lanciato “l’operazione-Milano”, che prevede la “riconquista della città” per poi riprendersi l’Italia. A sorpresa però il convegno si è trasformato nell’ennesima rissa interna, allorché il capogruppo al Senato Paolo Romani si è scagliato contro “i peggiori di noi che vanno in televisione solo per dire stupidaggini” e dare sfoggio di “intransigenze stile Brunetta”. Il diretto interessato, che non ha mai avuto rapporti idilliaci con Romani, non si è risparmiato nella replica: “Lo ringrazio per avermi dato dell’intransigente, sempre meglio che inesistente”. E le parole di Romani forniscono l’assist per polemizzare anche a Fitto, il quale si è chiesto se questa autocritica sia l’anticamera di una riflessione oppure di un’epurazione. Intanto sul fronte delle alleanze per le elezioni regionali sembra più vicino l’accordo tra Fi e Ncd in Campania, mentre per quanto riguarda il Veneto, Salvini ha ribadito che “non c’è nessun ostacolo all’alleanza con Forza Italia”.
Politica estera
Nigeria – Sessanta milioni di nigeriani sono stati chiamati alle urne in un clima di grande tensione. Il Paese è infatti destabilizzato dalle scorribande dei terroristi di Boko Haram, che anche ieri hanno causato la morte di venticinque persone con una serie di attacchi nel Nordest. La consultazione proseguirà oggi, mentre la giornata di ieri ha visto momenti di caos dovuti alla nuova modalità di voto con scanner che avrebbero dovuto registrare le impronte digitali; i sondaggi davano un testa a testa tra il presidente uscente, il cristiano Jonathan Goodluck e il musulmano Buhari.
Siria – Dopo la presa di Raqqa da parte dell’Isis, ieri i ribelli qaedisti di al Nusra hanno sottratto un altro capoluogo al controllo del regime di Assad, conquistando la città di Idlib, nel Nordovest del Paese. Al Nusra, a capo di una ‘coalizione’ di gruppi radicali islamisti, è in contrapposizione al Califfato di Al Baghdadi.
Economia e Finanza
La ripresa economica – È toccato a Maria Elena Boschi richiamare alla cautela sul miglioramento dei dati macro economici in Italia. Il Ministro è intervenuto al Forum della Confocommercio, che per bocca del Presidente Sangalli aveva diffuso poco prima previsioni molto ottimistiche per l’anno in corso, stimando un aumento del Pil dell’1,1%. E invece Boschi ha voluto anticipare che nel Documento di economia e finanza, in Parlamento entro il 10 aprile, il Governo non andrà oltre un +0,7%, anche se “spero di sbagliarmi e di venire qui il prossimo anno per riconoscere che aveva ragione Confcommercio”, ha scherzato il Ministro.
Grecia – Secondo indiscrezioni, la lista delle riforme presentate venerdì da Tsipras avrebbe suscitato perplessità a Bruxelles e nel weekend si è lavorato a una nuova bozza. I punti più controversi sono la diffidenza di Berlino sull’incisività delle riforme antievasione e anticorruzione e di contro la contrarietà di Tsipras a intervenire su Iva e pensioni. E mentre, in assenza dello sblocco di una nuova tranche di prestiti, l’insolvenza di Atene incombe, si registrano nuovi segnali di apertura del governo greco nei confronti di Russia e Cina, e il prossimo 8 aprile Tsipras sarà in visita a Mosca.