Politica interna
Terremoto: Dopo le nuove scosse che hanno dilaniato i comuni del centro Italia si affaccia il problema degli sfollati, ancora più pressante in vista del gelo dell’inverno. La maggior parte delle vittime del terremoto, invitata a spostarsi verso la più sicura costa, ha fatto sapere comunque di non essere disposta ad abbandonare i propri luoghi d’origine. Il premier Renzi ha quindi annunciato che partirà subito l’operazione per dare una sistemazione ai terremotati. Dopo il Consiglio dei ministri Renzi ha parlato di quattro fasi, nessuna delle quali prevede le tende utilizzate il 24 agosto: non permetterebbero adeguata resistenza per il freddo. Chi vorrà potrà comunque utilizzarle, in vista di soluzioni più adatte. Come ad esempio gli alberghi, seguendo la prima fase del piano d’emergenza. In seguito, “nell’arco di qualche settimana, prima di Natale, dovrà partire la fase intermedia dei container” ha spiegato Renzi. La primavera sarà invece il termine entro cui verranno consegnate le casette di legno, per poi giungere alla quarta tappa quando partirà la ricostruzione. Le scosse degli ultimi giorni si sono confermate tremende, portando allo sprofondamento del suolo di 70 centimetri secondo quanto riporta l’Istituto nazionale geologia e vulcanologia (Ingv).
Referendum: Mentre il governo è al lavoro per far fronte all’emergenza terremoto, il Tribunale civile di Milano sta esaminando il ricorso dell’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida. L’esito potrebbe essere il rimando della decisione sullo “spacchettamento” dei quesiti referendari alla Corte Costituzionale, con la possibilità di un rinvio del referendum a data da destinarsi. Renzi ha definito l’eventualità “una boutade giornalistica”, specificando che “il rinvio della data è una cosa che per quello mi riguarda non esiste”. Ma con i sondaggi che parlano di un vantaggio del No, il posticipo potrebbe rivelarsi vantaggioso per Renzi. In questo scenario il segretario Pd potrebbe muoversi seguendo un piano B in due tappe: primo, cominciare un concreto percorso di modifica della legge elettorale, proponendo una legge proporzionale con sbarramento alto e sfiducia costruttiva per attirare più consensi possibili dall’opposizione; in seconda istanza potrebbe affidare la “reggenza” del Partito Democratico a due vice, uno di orientamento renziano e l’altro appartenente alla minoranza.
Silvio Berlusconi: La strategia del leader di FI per il referendum è attendista. “La faccia in tv ce la metto solo se tra venti giorni il vantaggio del No sarà ancora consistente” avrebbe confessato ai suoi collaboratori fidati Berlusconi, così da non rischiare il tutto per tutto. Le mosse del Cavaliere sono quindi misurate, soprattutto alla luce dell’incontro di giovedì scorso con il presidente Mattarella, durante il quale Berlusconi avrebbe confessato che non chiederebbe automaticamente le dimissioni di Renzi in caso di sconfitta del Sì. Ecco quindi che finora sono stati rigettati tutti gli inviti ai maggiori talk show, in attesa di conoscere la situazione in modo più definito. Sicuramente Berlusconi non accetterà il confronto mediatico a La7 con Renzi, considerato una “trappola”. Inoltre preoccupa all’interno della cerchia berlusconiana il distacco sempre maggiore tra il leader e qualsiasi membro del partito, tanto da far dichiarare a un ex ministro del suo governo che Berlusconi “per noi è diventato ormai una figura ieratica, impenetrabile”. La comunicazione con l’imprenditore di Arcore sarebbe infatti filtrata e vigilata dalle figure di Valentino Valentini e Sestino Giacomoni, uniche persone a poter parlare liberamente con lui.
Politica estera
Stati Uniti: A una settimana esatta dal voto e con Trump sempre più vicino a Clinton nei sondaggi a causa del rinnovato scandalo email, ogni tappa e conferenza di un esponente politico potrebbe rivelarsi decisiva. Così come le “nuove e scottanti” rivelazioni promesse da Wikileaks nei prossimi giorni. Il Partito Democratico ha comunque fatto quadrato attorno alla propria candidata, con tutti i grandi nomi che hanno accusato l’Fbi di un tempismo sospetto mentre Clinton era impegnata ieri in Ohio per risollevare le proprie sorti. Dai democratici sono arrivate accuse nei confronti del direttore Fbi James Comey per aver nascosto in passato “informazioni esplosive sui legami” tra Trump e Putin, come ha riportato il senatore del Nevada Harry Reid. Sì è venuto inoltre a sapere che già a gennaio Fbi e ministero della Giustizia si erano scontrati sulla volontà della prima di aprire un’inchiesta sulla fondazione Clinton. Barack Obama si è iscritto nel frattempo a Snapchat, app molto popolare tra i giovani, in un tentativo di guadagnare voti dai millenials.
Cattolici e luterani: Giornata storica per i rapporti diplomatici religiosi. Con l’incontro tra Papa Francesco e il presidente della federazione luterana mondiale Munib Yunan le due fedi si sono riavvicinate dopo quasi 500 anni dallo scisma di Lutero, chiedendo con sincerità scusa davanti a Cristo per “aver ferito l’unità visibile della Chiesa” e promettendo non vi saranno più odio e violenza in nome della religione, ai tempi “strumentalizzata per fini politici”. I due rappresentanti hanno quindi firmato una “dichiarazione congiunta” per garantire i propositi, impegnandosi a collaborare per aiutare i profughi e favorire le condizioni per il miglioramento dei diritti umani. Bergoglio ha inoltre sottolineato l’importanza avuta dalla Riforma protestante nei confronti del cattolicesimo, poiché essa “ha contribuito a dare maggiore centralità alla Sacra Scrittura nella vita della Chiesa”.
Abu Mazen: Nelle ore prima dell’incontro tra il presidente Mattarella e Abu Mazen, previsto per oggi, Repubblica ha intervistato il presidente palestinese Abu Mazen. Il politico ha garantito di essere al lavoro per “la riconciliazione con Hamas” e ha invitato i governi di più Paesi (compreso quello italiano) a riconoscere la Palestina come Stato, promettendo che al più presto si terranno nuove elezioni sul territorio.
Economia e Finanza
Ue: Le risposte fornite da Padoan alla lettera Ue sarebbero stare giudicate poco soddisfacenti dall’Ue e “meno costruttive” rispetto a quelle fornite da Finlandia, Belgio e Portogallo. Nonostante questo è molto improbabile che la Commissione richiami l’Italia, soprattutto in un periodo delicato come quello dello scenario post-sisma. E’ stato quindi confermato che le spese una tantum per soccorrere le zone terremotate saranno considerate fuori dal Patto di Stabilità, ma l’eccezione non comprenderà il progetto Casa Italia, con cui il governo vorrebbe operare anche al di fuori del territorio colpito dai recenti terremoti. La Commissione sarebbe rimasta anzi infastidita da certi attacchi provenienti dall’Italia sul tema. In ogni caso Bruxelles sta cercando una via tecnica per rendere comunque possibile Casa Italia, a dimostrare un atteggiamento di collaborazione verso l’Italia. La soluzione potrebbe consistere nell’utilizzo del Piano Juncker, fondo europeo per gli investimenti strategici.
Istat: A ottobre è tornata la deflazione con un -0,1%, risultato che ha smorzato gli entusiasmi dopo il +0,1% di settembre e che allontana ulteriormente l’obiettivo dell’1% di inflazione entro fine anno. Tra tutti i fattori quello che ha pesato di più è stato ancora una volta il settore energetico, che ha confermato il trend di settembre arrivando a -3,6%. Male anche gli alimentari non lavorati (da +0,4% a -0,4%) e i servizi ricreativi e culturali (azzerati dopo il +0,6% di settembre). Deluse le associazioni dei settori della distribuzione, con Confcommercio che ha previsto sarà necessario “attendere la primavera del 2017 “ per tornare a vedere una crescita importante dell’inflazione, mentre Cobolli Gigli (Federdistribuzione) ha indicato “la domanda interna troppo bassa” come principale colpevole dei dati deludenti.