Politica Interna
Centrodestra: Continua lo scontro interno a Fi per il futuro del partito ma anche della coalizione di centrodestra. Parisi continua sulla sua strada, puntando forte sulla convention che si terrà il 16 e 17 settembre a Milano e ha annunciato che in caso di primarie si candiderebbe senza ripensamenti. Tra i più critici c’è sempre Giovanni Toti, intervenuto a Marina di Pietrasanta in un ciclo di incontri di esponenti del centrodestra, a cui la dichiarazione di Parisi “non ha tolto un’ora di sonno”. Il governatore della Liguria è convinto che Parisi non sia l’uomo giusto e che invece di organizzare convention dovrebbe stare tra la gente e risolvere da dentro i problemi. Tra i critici del candidato sindaco di Milano preoccupa anche la supposta investitura di Berlusconi, che lo renderebbe automaticamente il prossimo leader di FI. Berlusconi ha comunque specificato che il ruolo di Parisi sarà legato al restyling del partito e a creare le basi per una nuova coalizione di centrodestra. Intanto il Senatur Umberto Bossi è tornato a Ponte di Legno dopo cinque anni, attaccando il referendum e aprendo le porte a un possibile dialogo con Parisi, a patto che il suo progetto includa la lega.
Pd: Dopo gli interventi di Guerini e Errani, i toni tra le due parti del Pd sembrano essersi abbassati. Secondo Guerini è stato un errore “mischiare il tema dell’Italicum con quello del referendum” e per ripartire si dovrà puntare sulla legge di elezione del nuovo senato, a cui la minoranza Pd ha sempre guardato con favore. E Speranza ha confermato l’apertura anche se ha rilanciato sostenendo che “il terreno di discussione sono le questioni economiche e sociali e la legge elettorale”. Da parte di Renzi per ora nessun segnale, anche se c’è la consapevolezza da parte del premier che probabilmente la legge avrà bisogno di modifiche per accontentare anche altri partiti.
Politica Estera
Allerta terrorismo: Il Copasir lancia l’allarme con le parole del suo presidente, Giacomo Stucchi, che teme infiltrazioni di terroristi tramite i barconi dei migranti. Dopo la pubblicazione delle carte che confermano l’esistenza di una rete jihadista in Italia, il servizio di sicurezza italiano ha deciso di intensificare ulteriormente i controlli che da inizio 2016 hanno portato all’espulsione di 109 sospetti terroristi. Il rischio più concreto è quello di accogliere “lupi solitari”, pronti a compiere attacchi senza una strategia solida e maggiormente basati sull’istinto. Ecco perché lo Stato porrà ancora più attenzione in luoghi apparentemente innocui, come negozietti di alimentari e alcool. Rimane il problema dei controlli di flussi di denaro, che da questi negozi è possibile inviare senza obbligo di segnalazione.
Siria: Dopo la vittoria riportata sull’Isis a Manbij, hanno cominciato a circolare foto emblematiche di civili in atteggiamenti emancipati e vietati dal regime del Califfato. Le forze alleate hanno intanto cominciato a ragionare sull’assalto determinante a Raqqa. A guidare l’attacco saranno ancora le Syrian democratic forces, una coalizione di guerriglieri curdi e unità scelta del Free Syrian Army, supportate dagli Usa. Gli Stati Uniti hanno fornito finora piste di atterraggio per rifornimenti, addestramenti e armi. Proprio gli americani vorrebbero debellare la presenza dell’Isis prima dell’8 novembre, giorno delle elezioni nazionali. L’idea non convince però la coalizione curdo-siriana, che teme troppe perdite in un esercito che si presenta già con un numero di soldati insufficiente per conquistare la roccaforte di Raqqa. Sulla città è da riportare anche la ripresa dei bombardamenti da parte della Russia, che finora si era concentrata su Aleppo.
Economia e Finanza
Conti pubblici: Il giorno dopo i dati Istat sul Pil, Renzi mostra i muscoli e conferma che metterà in campo “una manovra espansiva”, anche se parte delle promesse sullo sviluppo verranno probabilmente sacrificate. Tutto dipenderà dalla riuscita della trattativa Italia-Ue sulla flessibilità. Dall’1,8% precedentemente accordato si spera ora di arrivare a 2,2-2,3% ma lo spazio di manovra non è ampio, a causa del debito pubblico italiano che non smette di crescere (2248,8 miliardi secondo i dati di Bankitalia di venerdì). Le discussioni su quali interventi verranno effettuati si terrà a settembre, dopo la nota di aggiornamento al Def. Al momento sembrerebbero certi l’Ape, il ritocco alle pensioni più basse e il taglio dell’Ires (stimato in 3 miliardi). Si dovrà invece compiere una scelta sulle altre proposte tra cui il taglio di Irpef e cuneo fiscale, il contributo di 500 euro ai diciottenni, gli interventi per aiutare gli incapienti, il bonus bebè. Il viceministro dell’Economia traccia già una probabile strada, affermando che “dev’essere data priorità assoluta alle misure che consentono un aumento della competitività del Paese”. Quindi maggiore attenzione agli investimenti per il rilancio e meno enfasi sugli interventi redistributivi.
Delrio: La missione è di “creare occupazione, battere la deflazione e il rallentamento del Pil”. L’obiettivo, secondo il ministro delle Infrastrutture intervistato dal Messaggero, può essere realizzato solo con un piano di investimenti pubblici. Questi non si caratterizzeranno più con interventi a “macchia di leopardo” ma, dopo un dialogo con le Regioni, saranno maggiormente mirati. Delrio parla così di una “cura del ferro” di 12,6 miliardi: 8,9 per il programma di Rfi, 2,1 miliardi per ferrovie regionali, 1,3 miliardi per le reti metropolitane e 300 milioni per la sicurezza delle ferrovie in concessione. Le opere pubbliche avranno un impatto significativo sul Pil, secondo il ministro, che cita gli esempi di Brennero, Terzo Valico, Tav Napoli Bari e Catania-Palermo oltre agli investimenti su autostrade e aree metropolitane.